LA MUSICA ITALIANA CANTA LORENZO ORSETTI, COMBATTENTE ITALIANO UCCISO DALL’ISIS
I RICAVATI DELL’ALBUM AIUTERANNO A COSTRUIRE UN AMBULATORIO PER ORFANI A KOBANE… IL PADRE: “LORENZO AVEVA SCELTO UN ALTRO POPOLO CHE AVEVA BISOGNO DI AIUTO PER RESTITUIRE LE FORTUNE AVUTE DALLA VITA”
«Ogni tempesta comincia con una singola goccia. Cercate di essere voi quella goccia». Termina con queste parole il testamento di Lorenzo Orsetti, nome di battaglia TàªkoÅŸher, “combattente” arruolatosi contro l’Isis nei ranghi dell’Ypg, l’Unità di protezione del popolo curdo, e morto il 18 marzo 2019, a 33 anni, in un’imboscata dei jihadisti dello Stato islamico a Baghuz, al confine tra Siria e Iraq.
«Lorenzo era un giovane del popolo come tanti altri. Viveva nella sua casa a Firenze, aveva il suo lavoro, aveva la sua rete di amici. Era molto critico su tanti aspetti della società italiana: aveva dato un significato sociale e politico a questo disagio», racconta a Open il padre di Lorenzo, Alessandro Orsetti. «Cercava una situazione alternativa, una società dove tutti potessero star bene, dove esser felici. Cercava una società non come questa che fa ammalare, che genera tanto disagio e che lascia indietro tante persone. E Lorenzo aveva scelto un altro popolo che aveva bisogno di aiuto, perchè voleva restituire le fortune avute dalla vita».
«Un giorno — prosegue il padre di Orso — ha avuto notizia di questa realtà e ha deciso di partire come osservatore. Ma la cosa bella è che Lorenzo si è innamorato veramente di questa realtà e non si è più limitato a essere un osservatore. Nel popolo curdo, in quella causa, ha trovato i valori che aveva già dentro di sè. E lì è sbocciato. Lorenzo ha anche anticipato il senso del capire che le risposte ai mali del nostro mondo occidentale possiamo trovarle anche fuori da questo mondo, imparando da altri popoli. Ha anticipato, per certi versi, la frattura della nostra società , ma era convinto questo suo intervento avrebbe fatto bene anche a noi. Del resto, la lotta è comune».
E a raccogliere l’invito a “farsi gocce” ci hanno pensato oltre 30 artisti italiani che, sotto la direzione del produttore e musicista Lucio Leoni e dell’etichetta discografica fiorentina Black Candy, supportati ad Arci Firenze e da Bao Publishing, hanno pubblicato un doppio album dal titolo Her Dem Amade Me — Siamo sempre pronte, siamo sempre pronti, i cui proventi verranno destinati alla costruzione di un ambulatorio pediatrico, in memoria di Lorenzo Orsetti, presso il centro Alan’s Rainbow di Kobane, dove vengono ospitati in sicurezza 50 bambine e bambini rimasti orfani.
Un’iniziativa accolta con sorpresa e gratitudine dalla famiglia Orsetti, anche perchè, come spiegato dal padre Alessandro, «se pensiamo al momento storico che stiamo vivendo, con le chiusure e gli egoismi emersi durante la pandemia di Coronavirus, andando dal singolo Stato sino al quartiere dove ognuno sembra pensare al proprio giardino, un progetto che si occupa di un popolo lontano a me sembra un qualcosa di stupendo».
E questo «diventa ancor più importante perchè manifesta un’apertura, una disponibilità , un interesse per qualcosa che non è tangibile, e per cui non vi è alcun ritorno personale».
Raramente negli ultimi anni la musica italiana si è mossa in modo così compatto verso una causa. Un cambio di rotta spesso desiderato, quasi riuscito in alcuni casi, ma che raramente ha visto la luce, specialmente negli ambienti della scena underground, ammesso che tale termine abbia ancora senso nei tempi del digitale e con un mercato discografico dove le piccole realtà fanno fatica a restare a galla.
Ma là dove il contatto e la condivisione pura e diretta tra artisti e pubblico è stata la ragion d’essere della musica in sè, con la consapevolezza da parte dei musicisti di essersi presi il dovuto tempo per decidere davvero cosa si intendesse raccontare e trasmettere agli altri, e rimettendo nuovamente al centro il proprio ruolo sociale della propria arte (e di conseguenza anche quello politico), questo processo ha dato un maggior peso specifico e una maggiore credibilità e qualità a molti artisti. E questa “scena sommersa” ha risalito le acque, e ora ha davvero tanto da dire, da raccontare e da fare.
«L’idea di Her Dem Amade Me è nata durante il primo lockdown quando ci siamo resi conto che c’era molta attenzione alle proprie carriere, ai propri dischi, ai propri concerti, ai propri percorsi interrotti — spiega a Open il direttore artistico del progetto, Lucio Leoni -. Anzichè preoccuparci dei nostri singoli percorsi, ci siamo chiesti quale fosse il ruolo della musica, dell’arte e delle nostre responsabilità ».
«Ci siamo resi conto che c’era una storia molto vicina a noi sulla quale si era un po’ spenta l’attenzione. E visto che il nostro ruolo è quello di raccontare storie, di testimoniare e mantenere viva la memoria — prosegue Leoni — ci siamo detti “Perchè non tenere viva la memoria di un ragazzo della nostra età che si è alzato dal divano, invece di parlare solo di ideali di giustizia e di rivoluzioni varie e ci ha provato veramente?”. Ci sembrava interessante spostare lo sguardo dal nostro orticello».
«Ogni artista è andato a cercare nella storia di Lorenzo quel che più racconta il suo interesse, il che include anche la gioia della rivoluzione, la risata. Perchè c’è anche quello nel superamento di certe ingiustizie, non c’è solo la pesantezza dell’eroe nostalgico e malinconico», prosegue Lucio Leoni. «Una delle cose molto interessanti è che questa collettività di artisti si è presa la responsabilità della propria arte. Cosa che, negli ultimi tempi, l’arte si è un po’ dimenticata di fare. Il tutto senza farsi trascinare dall’obbligo di arrivare per forza al successo e al denaro, ma di ritrovare un contatto, al di là delle distanze, con le persone e con certi valori, facendo del bene».
Cosa che, del resto, altro non è che il prosieguo del sentire personale di Lorenzo Orsetti, come spiegato dal papà Alessandro: «Dalla storia di Lorenzo possiamo estrapolare tanti valori e tante emozioni: il dedicarsi a una causa, il metterla al di sopra della propria vita, il legarsi a un popolo, l’autodeterminazione personale, il valore buono della politica e di un progetto sociale. Questo progetto musicale è grande perchè recupera tutti questi valori e li convoglia verso un aiuto concreto a persone che hanno veramente bisogno per la realizzazione dell’ambulatorio pediatrico, per un futuro migliore».
Oltre a Lucio Leoni che ha coordinato il progetto, tra gli altri artisti che hanno aderito all’iniziativa figurano Giancane, Margherita Vicario, Max Collini, Paolo Benvegnù, La Rappresentate di Lista, Marina Rei, Ginevra Di Marco, Tre Allegri Ragazzi Morti, Giovanni Truppi, Mokadelic, 24 Grana, Assalti Frontali e anche Zerocalcare, che ha fornito le tavole per la realizzazione del booklet del doppio album, traendole dal suo fumetto Macelli, proprio incentrato sulla storia di Lorenzo Orso TekoÅŸer Orsetti.
(da Open)
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