LA PREMIATA DITTA GRILLO&CASALEGGIO VUOLE BLINDARE IL DAMERINO FUORICORSO, MA GLI ORTODOSSI SI RIBELLANO: “E’ UNA FARSA”
REGOLE DELLE PRIMARIE M5S CALZATE SU MISURA PER FARE ELEGGERE DI MAIO, LA FRONDA INTERNA NON SI PRESENTERA’ PER PROTESTA
Un faccia a faccia via Skype. Beppe Grillo e Davide Casaleggio stanno mettendo a punto in gran segreto le regole per partecipare alle primarie online che incoroneranno il candidato premier dei 5 stelle.
Ma il fondatore non si è mosso dalla sua casa di Genova. E non lo farà neanche stasera per la manifestazione di Trieste a dieci anni dal VaffaDay (dove invece andrà il figlio del cofondatore).
Per questo, finora, ci sono stati solo colloqui telefonici o in videoconferenza.
Spetta a Grillo la scelta finale tra le opzioni messe a punto negli ultimi giorni alla Casaleggio Associati. Nel corso, tra l’altro, di un lungo vertice lunedì scorso insieme al favorito, Luigi Di Maio, e a due suoi fedelissimi, il deputato Riccardo Fraccaro e il candidato governatore in Sicilia Giancarlo Cancelleri.
Accantonati i metodi “tagliacorrenti” che in posti come Genova hanno fatto solo danni, in questo momento sul tavolo sono rimaste due ipotesi: la prima è quella del modello “quirinarie”, con la scelta libera degli iscritti, ma riservate agli eletti che saranno a fine mandato al momento del voto.
Senza doppio turno: chi arriva primo, o prima, vince.
La seconda, quella che si fa avanti in queste ore, prevede invece un certo numero di “autocandidati” tra cui gli iscritti al blog saranno chiamati a scegliere.
Ma tra gli ortodossi – e cioè tra coloro che si oppongono a Luigi Di Maio e alla sua folta schiera di pragmatici – sta maturando in queste ore l’idea di ritirarsi in massa. Tutti. Lasciando che a correre siano solo il vicepresidente della Camera e qualche comparsa.
L’obiettivo è svelare quella che ormai gran parte di loro considera una farsa.
Perchè con Alessandro Di Battista che ha passato l’estate a fare endorsement a Luigi Di Maio – con cui ha saldato un asse ormai da tempo – le possibilità che la scelta del candidato premier dei 5 stelle sia davvero una gara sono scomparse.
Per questo, la maggior parte dei parlamentari è concentrata su altro: a preoccuparli sono soprattutto le regole che dovranno arrivare per le ricandidature.
Se ci sarà ancora l’obbligo per chi ha più di 40 anni di presentarsi in Senato. Come e in base a quali criteri saranno stilate le liste.
Roberto Fico – che in un post su Facebook due giorni fa ha ribadito la sua linea “ribelle” sull’immigrazione condividendo il video in cui Gino Strada attacca il ministro dell’Interno Marco Minniti – si era detto disponibile alla candidatura lo scorso dicembre, ma non è mai più tornato sulla possibilità di sfidare Luigi Di Maio.
Stesso discorso per il senatore Nicola Morra. O per Paola Taverna, cui è stato affidato da Davide Casaleggio il complicato dossier delle regionali nel Lazio, dov’è ormai chiaro che si candideranno la deputata Roberta Lombardi (la più fiera oppositrice della sindaca di Roma Virginia Raggi) e la consigliera regionale Valentina Corrado (a volerci riprovare è anche l’altro consigliere, Davide Barillari).
Alla senatrice Taverna, a luglio scorso, Davide Casaleggio ha affidato il compito di coordinare la corsa.
Così, la strada di Luigi Di Maio appare spianata. Il 24 settembre – alla festa di Rimini – diventerà il primo candidato premier del Movimento 5 stelle.
Le regole in arrivo servono a blindarlo e a mantenere la promessa agli iscritti. Saranno loro a scegliere.
A due settimane dal voto, però, in campo c’è solo lui.
(da “La Repubblica”)
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