LA PRIMA INTERVISTA TV DI KAMALA HARRIS: “QUATTRO ANNI ALLA CASA BIANCA TI CAMBIANO, VOGLIO SOLUZIONI PER IL BENE COMUNE”
“SE SARO’ ELETTA NOMINERO’ ANCHE UN MINISTRO DI FEDE REPUBBLICANA, HO PASSATO LA MIA VITA AD INCORAGGIARE LA DIVERSITA’ DI OPINIONE”… UN’IMMAGINE MODERATA PER CONQUISTARE IL VOTO DEGLI INDECISI
Kamala Harris nominerà un “ministro” di fede Repubblicana se sarà eletta prossima presidente degli Stati Uniti. Lo ha detto la stessa candidata dei Democratici ai microfoni della Cnn, nella prima intervista tv rilasciata da quando Joe Biden ha abbandonato la corsa e le ha ceduto il testimone, poi confermato formalmente dalla convention democratica della scorsa settimana. «Penso sia davvero importante», ha spiegato Harris alla giornalista Dana Bash. «Ho passato tutta la mia carriera ad incoraggiare la diversità d’opinione, e penso sia importante avere gente attorno al tavolo delle decisioni che contano con visioni ed esperienze diverse. E penso che gli americani ne beneficerebbero se avessi un membro repubblicano del mio Gabinetto».
Già nel discorso di accettazione della candidatura a presidente Usa tenuto una settimana fa esatta dal palco della convention di Chicago, Harris aveva fatto molte aperture al centro, insistendo su temi come sicurezza e lotta all’immigrazione, oltre che su una guida forte negli affari internazionali. La candidata Dem ha comunque rifiutato di indicare sin d’ora un nome di chi tra i conservatori includerebbe nella sua squadra di governo: «Mancano 68 giorni al voto, non metto il carro davanti ai buoi».
Cambiare idea per il bene del Paese
L’intervista completa a Kamala Harris, e al suo vice designato Tim Walz seduto al suo fianco, andrà in onda sulla Cnn alle 21 di questa sera E.T. – le 3 di notte in Italia – ma l’emittente Usa ha anticipato sul suo sito alcuni passaggi chiave dell’intervista.
Oltre all’apertura ai Repubblicani, nell’intervista Harris cerca anche di difendersi dall’accusa di aver cambiato posizione negli anni su alcuni temi chiave. O meglio, di spiegare perché ciò sia avvenuto. Perché su questioni sensibili come il via libera o meno al fracking (trivellazioni) o la depenalizzazione del reato di immigrazione clandestina le posizioni della Harris candidata di quattro anni fa si sono capovolte quando è andata al governo degli Usa (e ora che punta a guidarli? «I miei valori non sono cambiati», ha parato il colpo Harris. Ma, ha spiegato, i quattro anni da vicepresidente le hanno dato una nuova prospettiva su alcune questioni chiave per il Paese.
«Uno degli aspetti cruciali da questo punto di vista è stato viaggiare nel Paese in lungo e in largo. Penso sia importante costruire consenso, e trovare un punto comune d’intesa sul quale possiamo realmente risolvere i problemi». La campagna per Usa 2024 si vince al centro, è la scommessa (evidente) di Kamala Harris. Cui i sondaggi danno concordemente ora un lieve vantaggio. Ma la cavalcata è ancora lunga e irta di possibili insidie.
Durante il colloquio di 27 minuti la dem e l’aspirante vice Tim Walz hanno parlato di Medio Oriente, cambiamento climatico, middle class e immigrazione
Un’intervista attesissima, ma privi di rischi e senza sorprese. Quella rilasciata ieri, giovedì 29 agosto, dalla candidata dem alla presidenza Usa Kamala Harris e dal suo vice Tim Walz. Merito, o colpa, anche del network amico Cnn e della giornalista Dana Bash, poco incalzante.
Nei 27 minuti di intervista, Harris ha difeso l’operato di Joe Biden, ma ha anche affermato che «gli americani sono pronti a voltare pagina».
La politica estera
Sul fronte della politica estera, nessuna domanda sull’invasione russa in Ucraina. Mentre sulla situazione a Gaza, Harris ha ribadito che «si deve arrivare a un accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi» israeliani nella mani di Hamas. «Io e il presidente lavoriamo giorno e notte per un accordo», ha aggiunto, ribadendo il diritto di Israele a difendersi e rilanciando la soluzione dei due stati. Sulla fornitura d’armi americane a Israele non ci sarà invece alcun cambiamento. Nessun embargo, quindi. Harris ha poi fatto sapere di voler inasprire le politiche sull’immigrazione. E si è impegnata a far «rispettare e applicare le leggi sulle persone che attraversano illegalmente la nostra frontiera», anche se in passato era per la depenalizzazione. «Ci dovrebbero essere delle conseguenze», ha precisato la dem, attaccando Trump per aver affossato il rigido accordo bipartisan per rafforzare la sicurezza al confine.
I cambiamenti climatici e la middle class
Ai repubblicani che l’accusano di cambiare spesso le sue posizioni politiche, Harris ha assicurato che «i suoi valori non sono cambiati». Ad esempio, ha esemplificato, lei ha sempre creduto che «la crisi climatica sia reale, una questione urgente», citando le leggi e gli investimenti dell’amministrazione Biden in materia. E ha promesso, cambiando opinione, che non vieterà il “fracking”, ovvero la controversa tecnica per estrarre gas e petrolio dalle rocce che alimenta un settore chiave nello stato in bilico della Pennsylvania. «Possiamo sviluppare una energia pulita senza vietarlo», ha sottolineato.
Ma la priorità, se eletta a novembre, sarà una: sostenere la middle class. «Nel mio primo giorno alla Casa Bianca le priorità saranno rafforzare la classe media, sviluppare un’economia delle opportunità, investire nel business, nella catena di approvigionamento, nelle famiglie. Le persone sono pronte per andare avanti, spinte da speranza e ottimismo», ha concluso.
(da agenzie)
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