LA RABBIA DEI GRILLINI ROMANI: IL SI’ ALL’ACCORDO CON MARINO AVEVA PRESO IL 79% TRA I MILITANTI
GRILLO RINNEGA LA DEMOCRAZIA DIRETTA DEL WEB: L’OPINIONE DEGLI ISCRITTI NON CONTA NULLA
Sono ore pesanti per i quattro consiglieri a 5 stelle del Comune di Roma. E pensare che la pattuglia capitanata dal candidato sindaco Marcello De Vito si era mossa secondo i canoni previsti dal movimento: ricevuta da Ignazio Marino la proposta di indicare un assessore donna alla Sicurezza, i grillini si erano rivolti alla mitica Rete con un sondaggio on line dal titolo «La parola ai cittadini!».
E il sondaggio, riservato ai soli iscritti, ha pure funzionato: su un migliaio di partecipanti, il 79% aveva detto sì alla proposta di indicare un assessore tecnico. Peccato che Grillo li abbia scomunicati dal blog,
«Non si fanno alleanze, neppure mascherate». Dalla sera di martedì i consiglieri grillini di Roma sono nel panico.
Cellulari staccati, nessuna comunicazione con l’esterno.
De Vito è furioso, così come i suoi tre colleghi Daniele Frongia, Virginia Raggi ed Enrico Stefano.
Per tutta la giornata di ieri sono stati tentati dal prendere una posizione pubblica, poi hanno ripiegato sul silenzio.
Come il giorno prima, quando l’imbarazzo aveva consigliato di annullare la conferenza stampa prevista per illustrare i numeri del sondaggio sul web.
I quattro si sono limitati a chiamare al telefono Marino, pochi minuti cordiali, in cui hanno ribadito il «no grazie» imposto da Beppe e da Casaleggio, mascherando il niet con la indisponibilità delle persone che erano uscite dal sondaggio in Rete.
Resta il dato politico del sì dei militanti in contrasto con la linea ufficiale, ed è la prima volta da quando esiste il movimento.
Soprattutto se si guarda alla percentuale che sfiora l’80%.
Stefano Zaghis, portavoce di De Vito durante la campagna elettorale, non nasconde la sua rabbia su Facebook: «Evviva la democrazia dei cittadini che non contano nulla! Fine del gioco!».
Un commento a titolo personale, che però la dice lunga sugli umori che circolano tra i grillini romani dopo l’entrata a gamba tesa del leader, che doveva essere portavoce e invece si è dimostrato un capo partito di quelli vecchio stile.
«Non ci serve la poltroncina per far valere le nostre idee», taglia corto Vito Crimi.
A lenire le ferite ci pensa Marino: «Col M5S ci sono molti punti in comune, sono sicuro che collaboreremo, ho anche rubato il loro slogan “l’onestà tornerà di moda”…».
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