LA VITTORIA DI TRUMP AI CAUCUS IN IOWA È MERITO SOPRATTUTTO DELL’APPOGGIO DEGLI EVANGELICI, CHE VEDONO IN “THE DONALD” UNA SPECIE DI NUOVO MESSIA
POCO IMPORTA SE L’EX PRESIDENTE, TRA CORNA E DIVORZI, NON SIA ESATTAMENTE UN “BUON CRISTIANO”: GLI EVANGELICI LO VEDONO COME L’UNICO IN GRADO DI TUTELARE I LORO INTERESSI (È SEMPRE UNA QUESTIONE DI SOLDI)
«Il 14 giugno del 1946, Dio guardò dall’alto in basso verso il paradiso da lui progettato, e disse: ‘Ho bisogno di un custode’. Quindi Dio ci diede Trump». Comincia con queste parole il video che ormai presenta Donald a tutti i comizi elettorali. Un’investitura messianica, per salvare la Terra dal collasso politico e morale.
Non tutti hanno apprezzato, per la verità. Come ha confessato al Washington Post il pastore della Fort De Moines Church of Christ, Michael Demastus: «Il video ha urtato molti, incluso me. Perché Trump non è il nostro messia o l’erede al trono divino. E poi è inaffidabile sul bando nazionale dell’aborto». Il punto però è che molti evangelici ormai lo vedono così, […] Secondo l’ultimo sondaggio ripreso dal Wall Street Journal , il 51% degli evangelici dell’Iowa vota Trump, contro il 26% schierato con DeSantis e il 12% rassegnato a Haley. Da qui il vantaggio di 28 punti che aveva nel rilevamento del Desoines Register, pubblicato prima dei caucus di ieri sera
Nel 2016, ultimo caucus pre Covid dell’Iowa, non era andata così. Il senatore Ted Cruz aveva battuto di un soffio Trump, proprio perché gli evangelici alla fine non se l’erano sentita di votare per uno che, fra l’altro, aveva pagato la porno star Stormy Daniels per nascondere la relazione sessuale avuta con lei, mentre la moglie Melania metteva al mondo il loro figlio Barron.
Nel Vangelo secondo Giovanni, Gesù ci aveva avvertiti che solo chi è senza peccato può scagliare la prima pietra. Però l’indifferenza degli evangelici per i peccati di Trump, purché dia loro ciò che vogliono, sta diventando patologica.
Quindi se Dio sceglie un adultero reo confesso, per cancellare la sentenza Roe vs Wade con cui la Corte Suprema aveva legalizzato l’aborto negli Usa, lui diventa l’Unto del Signore. E lo stesso vale per immigrazione, guerre culturali nelle scuole, diritti dei gay, tagli alle tasse, persino l’assalto al Congresso, le 91 incriminazioni penali o gli ammiccamenti ai dittatori.
L’Iowa che per due volte aveva votato Obama non esiste più, anche perché i giovani progressisti si sono rassegnati e stanno abbandonando le regioni rurali dello stato per andare a vivere nelle città di Minnesota, Illinois, magari Wisconsin. Resta da capire se questa svolta conservatrice riconsegnerà a Trump solo l’Iowa, o l’intera America.
Non deve dunque stupire però che Trump sia sostenuto e amato soprattutto dagli evangelici, il segmento elettorale di quello che per decenni è stata la colonna portante del conservatorismo di matrice reaganiana e bushiana.
Secondo il teologo Adam Kotsko, gli evangelici vedrebbero Trump non come un leader ipocrita che va raramente in chiesa e ha una conoscenza a dir poco sommaria del testo biblico, ma come la prova che Dio agisce anche usando strumenti imperfetti.
In un vecchio articolo del novembre 2018 intitolato “The Political Theology of Trump”, Kotsko si spingeva oltre, dicendo che per molti l’allora presidente rappresentava qualcosa di più.
Il disprezzo del tycoon per la vecchia leadership evangelica è stato forse esemplificato dalla scelta di una delle figure più visibili della campagna elettorale dell’ex presidente, l’ex candidata governatrice dell’Arizona Kari Lake, anche lei non nota per la sua grande Fede, di ascoltare il servizio domenicale nella chiesa frequentata da Vander Plaats a Soteria, un sobborgo nel Sud-Ovest di Des Moines.
Apparentemente solo per ragioni religiose, anche se agli osservatori è apparsa come una prova di forza del cerchio magico trumpiano.
(da La Repubblica)
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