L’ASSASSINO GHEDDAFI SPARA SUL PROPRIO POPOLO: I 5 MILIARDI PAGATI DAL GOVERNO ITALIANO SERVONO PER PAGARE I MERCENARI STRANIERI?
QUESTI SONO GLI AMICI E I COMPLICI DI BERLUSCONI E MARONI, PER FARE IL LAVORO SPORCO SUGLI IMMIGRATI… UN CRIMINALE CHE ASSOLDA MERCENARI IN AFRICA PER ASSASSINARE I PROPRI CONNAZIONALI CHE CHIEDONO LIBERTA’…L’ITALIA DELLA VERGOGNA E’ DIVENTATA COMPLICE DI UN CRIMINALE
Gravissimo il bilancio delle violenze in Libia: se Human Rights Watch, l’organizzazione per la difesa dei diritti umani basata a New York, alza a 104 il numero di morti registrati a Bengasi in quattro giorni di scontri fra manifestanti anti-regime e forze di sicurezza, le cifre riferite da fonti giornalistiche sono ancora più serie.
Il sito del quotidiano britannico Independent segnala la circolazione di “altre informazioni”, secondo cui ci sono “200 morti e più di mille feriti”: lo riferisce al quotidiano un testimone, Ahmed Swelim, il cui cugino lavora in ospedale.
E fonti mediche dell’ospedale di al-Jala di Bengasi hanno riferito alla tv araba al Jazeera che i morti sono 250 e oltre 700 i feriti.
Lo ha detto il medico Nabil al-Saaiti, che, in un collegamento telefonico con l’emittente qatariota, spiegando che “ieri agenti della sicurezza di origine africana reclutati dal regime hanno aperto il fuoco contro i manifestanti e il numero dei morti è tale che non riusciamo a metterli tutti nella camera mortuaria dell’ospedale per identificarli”.
Il precedente bilancio di Human Rights Watch, riferito a tre giornate, era di 84 morti, modificato al rialzo dopo che nella città libica ieri sono state uccise almeno altre 20 persone.
L’organizzazione precisa di aver formulato la stima, definita “cauta”, contattando testimoni e responsabili di ospedali.
Il governo libico non ha fornito alcuna cifra nè formulato commenti ufficiali sulle violenze.
Il Paese del colonnello Muammar Gheddafi è in preda ad una contestazione senza precedenti contro un potere che dura da più di 40 anni e sta cercando di resistere alle proteste libertarie scoppiate sull’onda delle rivolte in Tunisia ed Egitto.
Il leader libico ha reagito con la forza alle manifestazioni di protesta degli ultimi giorni, schierando la polizia in forze.
Almeno 12 persone sono state uccise ieri in scontri tra dimostranti anti-regime e soldati a Bengasi, ha riferito il quotidiano Quryna vicino a uno dei figli del colonnello, Seif el-islam Gheddafi.
Cecchini hanno sparato sulla folla che partecipava a un corteo funebre.
Ed è stata una notte di scontri anche a Tripoli, ma al momento non è chiaro se vi siano state vittime.
Un gruppo di “estremisti islamici” ha preso oggi in ostaggio poliziotti e civili nell’est della Libia, ha reso noto un alto esponente libico. Il sequestro ha avuto luogo ad Al Baida. “Un gruppo di estremisti islamici, che si fa chiamare ‘emirato islamico di Barka’, tiene in ostaggio dei membri del servizio di sicurezza e alcuni cittadini”, ha detto il responsabile libico, chiedendo di non essere identificato.
Il sequestro, secondo quanto si è appreso, è avvenuto “durante gli scontri degli ultimi giorni”, ha aggiunto la fonte di Tripoli, sottolineando che il gruppo “chiede la revoca dello stato d’assedio imposto dalle forze dell’ordine per evitare che gli ostaggi siano uccisi”.
In Cirenaica, invece, parte dell’esercito si è unita ai manifestanti ad Al Beida, Derna e Tobruk, mentre non ci sono notizie sicure sulla presa di posizione dell’esercito locale nella citta’ di Benghazi.
La situazione risulta critica anche all’aereoporto, dove la popolazione cerca di impedire gli arrivi di mercenari provenienti dai paesi dell’Africa Nera.
Fonti locali riferiscono che il cognato di Gheddafi, Abdallah Senussi, appositamente inviato per sedare la rivolta sia stato ucciso, mentre il figlio del Colonnello, Al Saadi, che era intrappolato all’hotel Tibesti, sia riuscito a fuggire.
Totalmente bloccate le comunicazioni.
Non c’è accesso ad Internet, anche le linee telefoniche verso l’estero sono interrotte da un paio di giorni.
Il governo turco ha nel frattempo inviato degli aerei per far evacuare i propri connazionali.
Vale la pena ricordare lo stretto legame (non solo del bunga bunga) che unisce il governo italiano a quello libico, dopo gli assurdi accordi tra il nostro premier e il dittatore arabo.
Compresa la regalia per presunti danni di guerra per 5 miliardi di dollari concessi alla Libia per fare il lavoro sporco di respingimento e annegamento degli immigrati per conto terzi.
Ora i nostri miliardi serviranno a Gheddafi per pagare quei mercenari da lui assoldati in Benim e in altri Paesi africani per sparare sul proprio popolo.
Berlusconi ha coscientemente finanziato un assassino e un terrorista conclamato che ora, coi nostri soldi, reprime nel sangue la democrazia nel suo Paese.
Ognuno ha gli amici che si merita.
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