LE IMPRESE VENETE NON SI FIDANO PIU’ DEL GOVERNO
INTERVISTA A MARIO POLEGATO, MISTER GEOX, QUELLO DELLA SCARPA CHE RESPIRA
Lui è Mister Geox, quello della scarpa che respira, ma ora dalla scarpa tira fuori anche qualche sassolino.
“Spero che il governo sappia intervenire in tempo con le riforme che gli industriali stanno chiedendo a gran voce, prima che diventi troppo tardi. Altrimenti si rischierà di aggiungere confusione a un caos che ormai dilaga, e allora non so cosa può succedere”.
Non è mai stato così categorico Mario Moretti Polegato, 59 anni, patron della Geox di Montebelluna, quotata a Piazza Affari , 850 milioni di ricavi nel 2010.
Cosa ne pensa del sentimento di solitudine crescente negli imprenditori, manifestato con la marcia degli industriali di Treviso e con la Confindustria di Vicenza che esclude i politici dal palco?
Ho appena finito di sentire la relazione della Banca d’Italia, dove Draghi solleva una forte preoccupazione per le mancate riforme e auspica che il governo acceleri gli interventi a favore dell’impresa. È anche la nostra posizione, senza il rilancio dell’economia questo Paese si paralizzerà .
Cosa chiedete voi industriali al governo?
Questo governo si è occupato più di mantenere la stabilità dei bilanci che di sostenere una politica industriale. Oggi quindi dovrebbe mantenere la stessa stabilità di bilanci da una parte e dall’altra favorire tutte le iniziative di crescita e di sviluppo economico. Siccome in questo momento sembra invece che il governo tergiversi o comunque non sia rapido, questo provoca un forte malcontento di tutta la forza produttiva, perchè gli imprenditori si confrontano ogni giorno con il mercato mondiale, e hanno bisogno di un appoggio diverso dalla politica.
Appoggio che attualmente manca?
Spero che le riforme arrivino prima che il conflitto tra mondo imprenditoriale e politica si inasprisca ulteriormente. Le iniziative di Treviso e Vicenza sono pacifiche manifestazioni per dare segnali al governo che deve accelerare tutte le riforme indispensabili.
Quali riforme vi aspettate?
Quelle che servono per fare impresa: dalle detrazioni fiscali per chi assume giovani agli incentivi per chi fa formazione interna, a chi investe sui processi innovativi e sui macchinari altamente tecnologici fino agli incentivi per favorire le esportazioni. Uno degli elementi cruciali evidenziati anche all’assemblea di Treviso dalla Marcegaglia sono gli uffici di rappresentanza italiana all’estero, dalle ambasciate all’Ice, che attualmente sono istituti che servono poco nulla.
Insomma gli imprenditori vogliono aiuti economici?
Non chiediamo denaro. Vorremmo uno Stato con molta meno burocrazia, snello ed efficiente come le nostre imprese. Invece oggi si crea un enorme dispendio di energie, che aggrava la crisi economica e provoca la sfiducia nello Stato, fino ad arrivare a questa lacerazione profonda che stiamo vivendo. Ora però siamo arrivati ad un punto cruciale, i toni cominciano ad inasprirsi e si sta creando un malcontento generale diffuso tra gli industriali. Del resto lo stesso governo ormai riconosce in maniera aperta di non avere fatto la sua parte nei confronti della crescita e dello sviluppo del Paese.
E Confindustria dove lei ha un ruolo importante nel direttivo che ruolo ha deciso di avere?
Confindustria sta facendo e farà di tutto per far accelerare il governo su questi temi.
Che idea si è fatto dei ballottaggi di questi giorni e di un eventuale “riposizionamento” della maggioranza?
Il fatto che forze diverse dalla maggioranza abbiano conquistato delle città importanti è uno stimolo per la politica attuale, un segnale che devono correre ai ripari e soprattutto fare quelle riforme di cui il Paese ha bisogno. Un tempo i veneti lamentavano di non essere rappresentati a Roma, ora ci sono diversi ministri veneti ma gli imprenditori si sentono sempre più soli. Oggi il problema dell’imprenditore non è più di avere uno e due ministri a Roma, ma il sentirsi completamente solo nel proprio lavoro.
Gli imprenditori veneti sono un grande bacino elettorale del centrodestra, votano Lega e Pdl. C’è un progressivo uno scollamento con l’attuale governo?
È sicuramente così. Per rimarginare questo sentimento di sfiducia occorrono fatti concreti, occorre che il governo intervenga immediatamente sui provvedimenti a favore di chi possiede un’impresa: detassare gli investimenti per le nuove assunzioni, favorire l’estensione delle aree produttive.
Della Frattina Erminia
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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