LE LACERAZIONI NEL CENTRODESTRA SONO PIÙ GRAVI DI QUANTO PALAZZO CHIGI VOGLIA FAR TRAPELARE
NON SIGNIFICA CHE SIA ALLE VISTE UN CAMBIO DI MAGGIORANZA. SIGNIFICA PERÒ CHE GLI INTERESSI DEL PARTITO CENTRISTA CHE FU DI BERLUSCONI E QUELLI DI GIORGIA MELONI SI STANNO VIA VIA DIVARICANDO… LA CONCLUSIONE NON SARÀ LA CRISI DELL’ESECUTIVO, BENSÌ UNA SOSTANZIALE PARALISI DELL’AZIONE DI GOVERNO, RIDOTTA A ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
Ieri si è avuta la prova che le lacerazioni all’interno della coalizione sono più gravi di quanto palazzo Chigi voglia far trapelare. Probabilmente il centrodestra non è “allo sbando”, come si affrettano a dire dall’opposizione […]. Tuttavia le fratture interne, ultime quelle sul canone Rai e la sanità calabrese, lasciano intravedere un tessuto sfilacciato.
La questione del canone sembra minore, ma in realtà Forza Italia ha lasciato soli in modo perentorio Fratelli d’Italia e Lega. Soprattutto quest’ultima aveva fatto del taglio un tema prioritario. Il fatto che Tajani abbia votato contro insieme alle sinistre non significa che sia alle viste un cambio di maggioranza, che non sarebbe logico e non avrebbe i numeri.
Significa però che gli interessi del partito centrista che fu di Berlusconi e quelli di Giorgia Meloni si stanno via via divaricando.
Per non parlare di Salvini, avversario politico numero uno di Forza Italia: specie oggi che i consensi elettorali quasi si equivalgono. Del resto, la contesa sul canone Rai lascia intravedere sullo sfondo proprio il profilo di Mediaset contrapposto a quello dell’ente di Stato. Canone più basso significa per viale Mazzini necessità di drenare pubblicità, di conseguenza il danno delle reti private è qualcosa più di una minaccia.
La conclusione di questo gioco di ripicche non sarà la crisi dell’esecutivo, bensì una sostanziale paralisi dell’azione di governo, ridotta a ordinaria amministrazione. Lo vediamo sul fisco, dove l’idea di una riduzione delle aliquote, che dovrebbe essere tipica del centrodestra, si scontra contro il muro dell’impossibile. Idem sul resto, dal premierato alla separazione delle carriere. Questa è la vera spada di Damocle che incombe sulla premier. Una legislatura logorante senza vere riforme.
(da Repubblica)
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