LE SFIDE TRA I CINQUESTELLE PER I COLLEGI MIGLIORI
SI STUDIA UNA DEROGA PER LE AREE METROPOLITANE: CHI PRENDE PIU’ VOTI, SCEGLI DOVE CORRERE
La campagna elettorale – o meglio «il rally» come l’ha ribattezzata Luigi Di Maio – è partita, i collegi elettorali sono stati definiti e le Parlamentarie (la selezione Cinque Stelle per i candidati da presentare in lista) si avvicinano: un cocktail di eventi che nel Movimento sta già creando qualche grattacapo.
Tra i parlamentari uscenti, infatti, si registra qualche preoccupazione e qualche malumore.
Ci sono aree dove la sfida elettorale interna si presenta come serrata tra riconferme, volti nuovi e (in alcuni casi) attriti con i militanti a livello locale.
I nodi
I nodi riguardano soprattutto circoscrizioni e aree metropolitane: Milano, Roma, Napoli anzitutto. Zone in cui le sfide «fratricide» tra deputati e senatori pentastellati rischiano di concretizzarsi (anche per via del Rosatellum e dei nuovi collegi).
Nel Lazio l’ingorgo coinvolge diversi big: da Paola Taverna a Carla Ruocco, da Stefano Vignaroli a Massimo Baroni oltre a qualche possibile new entry come l’ex consigliere regionale Gianluca Perilli.
Stesso copione in Lombardia, dove tra gli uscenti – in una folta pattuglia di esponenti dell’ala ortodossa (che però non vedrà più la presenza di Dino Alberti e Vincenzo Caso)– ci sono anche Paola Carinelli, che fa parte del collegio dei probiviri M5S e Manlio Di Stefano, spesso in prima linea per le questioni di politica estera del Movimento.
In Campania non ci dovrebbero essere problemi per la rielezione di due big come Roberto Fico e Di Maio, ma a rischiare il seggio per via delle nuove norme (o a contendersi un posto in lista) – sarebbero soprattutto le seconde linee.
C’è chi come Vega Colonnese ha già annunciato che non si candiderà e farà la mamma.
Le altre regioni
Ma il tema ricandidature sta creando frizioni anche in altre regioni. In Puglia e in Piemonte è la base storica a contestare qualche eletto e il voto locale potrebbe riservare delle sorprese.
In Trentino Alto Adige le due anime Cinque Stelle che fanno a capo al consigliere regionale Filippo Degasperi e al fedelissimo di Di Maio, Riccardo Fraccaro, si stanno scontrando e a farne le spese potrebbe essere proprio quest’ultimo.
Nel 2013 solo Fraccaro venne eletto per i Cinque Stelle in tutta la Regione. Di segno opposto i problemi in Friuli Venezia Giulia: i tre eletti di cinque anni fa hanno tutti lasciato il Movimento.
L’ipotesi
Proprio per ovviare a dispute interne – oltre a far saltare il tetto dei 40 anni per la Camera – nel Movimento, in primo luogo tra i parlamentari uscenti, si sta caldeggiando un compromesso, una soluzione che permetterebbe in parte di evitare sfide fratricide ma che suona anche come una deroga ad uno dei principi cardine dei pentastellati: ancorare l’elezione al luogo di residenza.
L’idea allo studio è quella per le aree metropolitane principali (che presentano sia confini elettorali più ravvicinati sia un maggior numero di conflitti potenziali nel Movimento) di far scegliere dove correre in base al numero di preferenze raccolte alle Parlamentarie.
In pratica, chi prende più voti decide. Poi, a seguire, scelgono quelli meglio piazzati. L’ipotesi trova sopratutto a sorpresa il consenso dei falchi, ma non è ancora stato stabilito se verrà inserita nelle nuove norme.
(da “il Corriere della Sera”)
Leave a Reply