LE TENDENZE SU WEB: NIENTE PIU’ IMMIGRAZIONE, E’ L’AGENDA VERDE A DOMINARE IL DIBATTITO PUBBLICO
LA QUESTIONE AMBIENTALE PRENDE CAMPO
La questione ambientale può diventare il tema destinato a dominare l’agenda pubblica nei prossimi mesi. Non è troppo presto per immaginare un futuro in cui un le politiche verdi riusciranno a imporsi nel dibattito pubblico superando anche la questione delle migrazioni, il dominus di questi ultimi anni.
Qualcuno potrebbe obiettare che da anni si parla di ambiente e di cambiamenti climatici ma che questi temi non sono mai riusciti ad uscire da una discussione di nicchia.
Tutto questo era vero in un mondo in cui la comunicazione politica e la propaganda dei partiti non erano dominate dall’uso della rete.
Il predominio del web sui media tradizionali ha comportato due fattori interconnessi tra loro: numeri straordinari che si muovono a una velocità senza precedenti.
Il risultato è la nascita di un’opinione pubblica digitale che forma il pensiero collettivo in maniera quasi istantanea sui trend che si impongono online.
Per fare un esempio concreto possiamo vedere come nelle ultime settimane il dibattito europeo sulle tematiche ambientali in Europa abbia toccato in rete vette mai raggiunte prima.
Venerdì 27 settembre #fridayforfuture si è imposto come una delle prime tendenze mondiali con picchi di oltre 5 mila tweet all’ora, rimanendo tra i trending topic italiani per oltre 21 ore.
Lo slogan della manifestazione studentesca a favore del clima, #climatestrike, è stato il secondo argomento più discusso nella twitter-sfera mondiale, restando nelle tendenze mondiali per oltre 13 ore.
Nel nostro Paese lo sciopero per ridurre le conseguenze del riscaldamento globale è arrivato ad essere la tematica più discussa su twitter, con un sentiment totalmente positivo. Ogni 100 messaggi su #climatestrike sono state raggiunte oltre 270 mila utenti unici, mentre le parole più associate a questo hashtag sono state: #climateemergency e #fridayforfuture.
Grazie a questa campagna molto virale abbiamo potuto rilevare come negli ultimi giorni ci sia stata un’impennata delle ricerche degli italiani sulle tematiche verdi. La manifestazione del 27 settembre a sostegno del clima è stata, con oltre 200 mila ricerche su Google, il quarto argomento più cercato dagli italiani, superato soltanto dalle partite di calcio.
Allo stesso tempo l’attivista Greta Thunberg è risultata lunedì 23 settembre il personaggio maggiormente cercato sulla rete in Italia e quello più menzionato sugli hashtag #climateemergency e #fridayforfuture.
Un personaggio come Greta Thunberg in queste ultime settimane è riuscita a coinvolgere su Facebook un numero maggiore di persone di quello ottenuto da leader mondiali come Donald Trump. Gli ultimi 100 messaggi di Greta sono stati condivisi da una media di oltre 5.539 utenti per singolo post, contro i 4 mila a favore di Trump.
Si può quindi tranquillamente affermare che il ruolo degli influencer “verdi” è stato e sarà sempre più determinante nel riuscire a imporre delle campagne pro-ambiente capaci di sovvertire l’agenda setting della rete.
Per capire nel dettaglio di cosa parlano questi attivisti in rete ci siamo affidati a un report elaborato da Onalytica. Le conversazioni degli influencer “verdi” che vanno per la maggiore tra gli utenti online sono: riduzione degli sprechi alimentari; rimboschimento; infrastrutture verdi; natura e tecnologia.
Sembra incredibile ma solo qualche mese fa, durante la campagna delle europee, monitoravamo tra i termini più usati nelle conversazioni online parole come “immigrazione”, “Islam” e “sicurezza”. Grazie alla capacità di coinvolgimento di alcuni personaggi molto popolari in rete il tema dell’ambiente è cresciuto esponenzialmente negli ultimi tempi.
Basterebbe ricordare la conferenza “cop21”, che registrò un vero e proprio flop sui social media: utenti italiani e europei rimasero totalmente indifferenti rispetto a tematiche oggi invece molto virali. Se il tema delle migrazioni è stata la bandiera dei partiti populisti, l’agenda verde deve diventare la chiave per costruire una comunità online di riferimento per quei progressisti che non hanno paura delle elezioni.
(da “Huffingtonpost“)
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