LE TRIBU’ DELLA LIBERTA’: SI SBRANERANNO COME IENE
TRA CORRENTI E BATTITORI LIBERI, NEL PDL E’ ORMAI UNA CORSA AD ORGANIZZARSI PER IL DOPO-BERLUSCONI…DAI “BELLISSIMI DI RETEQUATTRO” A SCAJOLA, DAGLI EX AN AGLI EX DC E PSI, FINO AI CANI SCIOLTI
Incoronato Angelino tra le lacrime di un Cavaliere in vena di frasi definitive (“Adesso posso anche morire”) il caos correntizio dentro il Pdl resta esattamente quello di prima.
Insomma, non è successo proprio niente, è stata solo una sceneggiata per togliere — solo formalmente — un po’ di potere agli ex triumviri (La Russa, Bondi e Verdini) che comunque rimangono saldamente alla testa delle loro fazioni interne.
Già , perchè il bacino elettorale del Pdl è ancora pingue e chi vincerà la gara della successione (quella vera) potrà garantirsi di superare agevolmente anche la fine di Berlusconi e del suo regno.
In pole position per raccogliere l’eredità del basso impero ci sono senz’altro i “bellissimi di Rete 4”, ovvero i quattro cavalieri di Liberamente, cioè Frattini, la Gelmini, la Carfagna e la Prestigiacomo; è il nucleo dei “giovani” che, uniti ad Alfano, rappresentano la punta di diamante del futuro del partito, guardati a vista però (e tralasciamo il tenore degli sguardi) dagli scajoliani. Che non son pochi, una trentina di deputati affiliati alla fondazione Cristoforo Colombo e capitanati dall’ex ministro “Sciaboletta” Scajola che quando si parla di fare la fronda può dare lezione a tutti: la vecchia scuola Dc insegna.
Ecco perchè i suoi sono temuti soprattutto dagli ex aennini (La Russa, Gasparri, Alemanno e Matteoli, peraltro ulteriormente divisi al loro interno) che vedono in Scajola un temibile outsider nel controllo di alcuni feudi, in particolare quello toscano, al confine con la Liguria, dove Matteoli tenta da tempo fughe in avanti.
Il sottobosco è poi variegato.
Nel mare magnum dei movimentisti sparsi si scorgono all’orizzonte i valducciani di Mario Valducci, agglomerati nei Club delle Libertà a cui fanno seguito i brambillini della rossa ministra animalista Michela Vittoria Brambilla, fondatrice dei Promotori delle Libertà , fino all’immancabile Dell’Utri con i Circoli del Buon Governo.
Multiforme, dunque, questo neo “partito degli onesti” dove, dopo Dell’Utri, marciano compatti gli ex socialisti della prima ora, Cicchitto, Sacconi, Brunetta e Cazzola, amici anche di Tremonti (tranne Brunetta) che però, com’è noto, gioca una partita da libero duettando in solitaria direttamente con Napolitano.
Al centro, poi, toccano palla da puri groupies del Presidente alcuni berlusconiani sciolti, come Crosetto, la Bertolini, la Santanchè, Cossiga, Malan, Stracquadanio e altri, sempre pronti a scattare sull’attenti in caso di ordini superiori ma, di fatto, custodi delll’imperitura fiaccola del berlusconismo doc.
Per dire: se non ci fossero loro, a Milano avrebbero già preso il potere i formigoniani, anche se la mise sfoggiata dal governatore lombardo al Consiglio Nazionale di venerdì scorso (giacca nera lamè su camicia havaiana e jeans) avrebbe consigliato a chiunque una riflessione prima di entrare a far parte del battaglione berlusconian-ciellino.
È finita? E no.
Se ci sono gli ex Psi non possono mancare gli ex Dc.
Ecco, quindi, entrare in pista Giancarlo Rotondi, con il suo drappello di uomini che ancora sognano il ritorno del grande centro con lo scudocrociato in bella vista e che sono il vero anello di congiunzione tra il partito e il Vaticano; al resto ci pensa Gianni Letta.
Infine i baraniani di Lucio Barani, ex nuovo Psi, che però pare siano davvero pochi (forse addirittura c’è solo Barani) ma anche lui si professa corrente interna capace di sbaragliare l’indiscusso potere che, invece, detengono gli ex socialisti craxiani come Sacconi e Cicchitto, ma quando si tratta di addentare una fetta di quel che resta dell’elettorato berlusconiano, nell’attuale Pdl non si guarda in faccia a nessuno.
A costo di sfiorare — e ripetutamente — il ridicolo.
Sara Nicoli
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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