LETTA: “NEGLI ULTIMI DIECI GIORNI SUPEREREMO I SOVRANISTI”
“DALLE REAZIONI DI MELONI E SALVINI CAPISCO CHE NON SE L’ASPETTAVANO”
Il leader dem Enrico Letta, intervistato dal Corriere della Sera, si descrive soddisfatto dell’alleanza appena siglata con Azione di Carlo Calenda. “Diamo il senso della svolta”, ha detto, “ci ha aiutato lo spirito costruttivo: le cose complicate, alla fine, danno più gioia. Va bene per quello che dice al Paese e perché genera energie”.
Letta chiarisce che il “punto vero” di complessità per raggiungere l’accordo ha riguardato “i tempi rapidi” dell’altra alleanza: “Che hanno fatto in 48 ore: la chiamano intesa, ma è stata una resa. Quando Salvini ha deciso che non correva da premier ma da ministro dell’Interno di Meloni, è finita lì: per arrendersi basta un minuto. Bandiera bianca di Salvini e Berlusconi”.
Sulla personalità di Calenda, a volte definita “ingombrante”, come nell’intervista, il leader dem specifica che ha agito separando gli interessi politici da quelli personali. L’obiettivo è dare all’Italia un’alternativa rispetto alla vittoria della destra, che veniva considerata ineluttabile”. Calenda “saprà fare da magnete per i voti di centrodestra. Così come noi, con la nostra lista, assieme a Roberto Speranza, avremo un grande successo nell’elettorato di sinistra e di centrosinistra. Ripeto: il traguardo politico è importante, i nodi caratteriali vengono dopo”.
L’intervista prosegue parlando dei collegi uninominali: 70 per cento al Pd, 30 per cento per Azione e +Europa. E alla domanda se il Pd abbia ceduto, Letta risponde con chiarezza che “se fossimo usciti senza un’intesa avremmo trasmesso il messaggio dei perdenti in partenza, per via della legge elettorale che obbliga ad aggregarsi. Gli altri, di là, tutti insieme e noi tutti divisi. No. Sarebbe stato un disastro e la dinamica della campagna sarebbe partita in avvitamento. Invece da oggi è chiaro che siamo in campo per vincere e la dinamica saà positiva. Certo, in numeri precisi sarebbe stato 76 a 24, ma preferisco puntare a conquistarne tanti di seggi piuttosto che distribuire tra i miei tanti collegi perdenti”.
Dalle reazioni di Meloni e Salvini – aggiunge – “capisco che non se l’aspettavano. Scommettevano sul fallimento e sugli aspetti caratteriali, appunto: i commenti stizziti confermano che è stata la scelta giusta. Siamo competitivi e mettiamo paura. Ne approfitto per suggerire al centrodestra di non spartirsi già i ministeri: Salvini ha prenotato il Viminale, ma è meglio aspettare. Meloni e Salvini ci porterebbero con i sovranisti, fuori dal cuore dell’Europa. È questo che vogliamo? Meloni al posto di Draghi? Io dico che la partita è aperta e la giochiamo”.
(da agenzie)
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