FINANCIAL TIMES: “LA CADUTA DI DRAGHI PESERA’ SULLE ELEZIONI”
“L’ASTENSIONISMO POTREBBE COMPLICARE LA VITTORIA DEI SOVRANISTI”
“La maggioranza degli italiani crede ancora che le elezioni lampo siano un errore e un danno per l’Italia”, così il fondatore della scoietà di sondaggi politici YouTrend Lorenzo Pregliasco parla al Financial Times della situazione politica del Paese.
Il quotidiano britannico descrive che cosa sta succedendo, con gli occhi di chi guarda dall’esterno, a poca distanza dal 25 settembre, data scelta per convocare gli italiani alle urne.
“Anche se la Lega e Forza Italia stanno perdendo popolarità, il blocco di centro-destra sembra ancora sicuro di emergere come la forza più grande in Parlamento, grazie all’aumento dei consensi per Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni”, scrive Ft. “Ma il percorso della destra verso il potere potrebbe essere ancora complicato, soprattutto se la disillusione dovesse spingere molti elettori a rimanere a casa, dato che la bassa affluenza alle urne è vista come un vantaggio per la sinistra”.
Il ricordo di come è caduto il governo Draghi farà parte delle scelte degli elettori, ha detto ancora Pregliasco intervistato dal quotidiano inglese. “Le dinamiche che hanno portato alle sue dimissioni sono molto politiche e possono influenzare la campagna elettorale nelle prossime settimane”. I sondaggi indicano una coalizione di destra con Fratelli d’Italia, che era all’opposizione durante il mandato di Draghi, Forza Italia e la Lega, in rotta per una vittoria elettorale decisiva. Ma mostrano anche che il sostegno popolare per i tre partiti che hanno fatto cadere il governo, tra cui Forza Italia e la Lega, si è leggermente eroso.
L’estromissione senza cerimonie di Draghi ha anche scosso le alleanze, alterando il panorama politico in un sistema che avvantaggia i partiti che si uniscono con altri piuttosto che quelli che vanno da soli. Mentre i due terzi dei seggi parlamentari derivano dalla rappresentanza proporzionale, che consente ai piccoli partiti di assicurarsi una presenza legislativa simbolica, un terzo dei seggi sono conquistati con il sistema uninominale maggioritario secco nelle circoscrizioni elettorali di tutto il Paese, che favoriscono ampie coalizioni unite dietro un unico candidato.
Dopo la caduta del governo, il pd, che è stato uno strenuo sostenitore di Draghi, ha abbandonato l’alleanza con i Cinque Stelle, che erano il partito più grande nell’ultimo parlamento ma che si prevede crolli ora di consensi. Il pd, appena dietro a Fratelli d’Italia in termini di popolarità, stringe alleanze con i partiti centristi più piccoli, come Azione di Carlo Calenda, per formare una coalizione vincente.
“I Cinque Stelle stanno già sentendo l’effetto Draghi, ma Forza Italia soffrirà di più per la decisione di staccare la spina”, ha detto Pregliasco. “Nell’ultimo anno, Forza Italia aveva cercato di posizionarsi come una voce ragionevole del centro-destra, come un liberale europeista. Non è facile per i loro elettori capire la loro la loro inversione di rotta”.
(da agenzie)
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