L’EURO NON È PIÙ SCONTATO, DRAGHI LANCIA L’ALLARME
“LE DIVERGENZE STRUTTURALI TRA I PAESI MINACCIANO IL FUTURO DELLA MONETA UNICA”
L’euro non è più scontato.
Se i paesi dell’Eurozona non faranno le riforme strutturali e non appianeranno le differenze fra chi cresce e chi no, c’è davvero il rischio che in un futuro prossimo la moneta unica possa risentirne, fino allo scenario peggiore di un abbandono da parte dei paesi europei.
Mario Draghi è sempre più impaziente nei confronti degli squilibri strutturali fra le diverse economie e stavolta dal Portogallo lancia un robusto avvertimento che non può rimanere inascoltato dai governanti europei.
Soprattutto in un momento come questo, in cui i tempi iniziano a essere stretti per un accordo-salvataggio sulla Grecia.
“In una unione monetaria non ci si può permettere di avere profonde e crescenti divergenze strutturali tra paesi, perchè queste tendono a diventare esplosive”, ha detto il Governatore durante il forum della Bce nella città portoghese di Sintra, a circa 30 chilometri da Lisbona. Per Draghi infatti tali differenze strutturali “possono arrivare a minacciare l’esistenza dell’unione monetaria”.
Questo scenario nefasto tuttavia può essere evitato.
A patto che i governi si sveglino: “Non c’è momento migliore per fare le riforme che ora”, ha aggiunto Draghi. Già nei giorni scorsi aveva incoraggiato i governi europei ad approfittare della ripresa economica per fare le riforme necessarie ai loro paesi.
Il Governatore ha aggiunto che oggi c’è una certa mancanza di “politiche strutturali”, che comprendono, ad esempio, la flessibilità delle riforme del mercato del lavoro o sistemi pensionistici pubblici.
“Un paese che approva la riforma del sistema pensionistico e poi cambia idea ogni anno non ottiene alcun beneficio a breve termine”, ha concluso.
(da “Huffingtonpost”)
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