L’EUROPA SI ERA IMPEGNATA AD ACCOGLIERE DA ITALIA E GRECIA 160.000 PROFUGHI, NE HA PRESI SOLO 18.000
ULTIMATUM UE AI PAESI DELL’EST: O PROVVEDONO ENTRO GIUGNO O SCATTANO LE SANZIONI
Gli arrivi sulle coste italiane, come è facile intuire, rappresentano solo un capo del problema; l’altro è il ricollocamento dei richiedenti asilo nell’intero territorio della Ue, che anche nell’ultimo anno è andato avanti con estrema lentezza (18mila trasferimenti da Italia e Grecia contro i 160mila preventivati).
Ma ora la Ue minaccia sanzioni contro gli Stati inadempienti .
«Gli Stati che non hanno ancora accolto» richiedenti asilo da Italia e Grecia, «o quelli inattivi da quasi un anno», inizino i trasferimenti «entro il prossimo mese», si legge nella dodicesima relazione sui ricollocamenti.
«Se non lo faranno, a giugno» la Commissione discuterà sulla possibilità di aprire le procedure di infrazione.
Ungheria, Austria, e Polonia non hanno ancora accolto un singolo profugo, mentre la Repubblica Ceca è inattiva da quasi un anno.
La Commissione Ue concentra le sue raccomandazioni su Ungheria, Polonia e Austria, unici Stati a non aver accolto un solo profugo.
Ma sollecita anche la Repubblica Ceca, inattiva da un anno circa, a riprendere i trasferimenti, e chiede a Bulgaria e Slovacchia di mostrare più flessibilità sulle preferenze dei profughi da accogliere.
Irlanda e Estonia, vengono invitate a trovare soluzioni con l’Italia per soddisfare le esigenze aggiuntive di sicurezza.
Spagna, Belgio e Croazia devono aumentare i loro impegni mensili nei confronti di Italia e Grecia.
Germania, Romania, Slovacchia devono impegnarsi di più verso la Grecia, mentre la Francia e Cipro di più con l’Italia.
Tutti i Paesi devono accrescere la capacità di trattare le richieste, evitare preferenze troppo selettive che provocano ritardi, e dare la priorità alle persone più vulnerabili, come i minori non accompagnati. L’Italia, dal canto suo, deve urgentemente accelerare le procedure per le registrazioni ai fini delle candidature.
«Non è un ultimatum, è una scadenza», ma «le due parole hanno lo stesso significato dal punto di vista legale», ha detto il commissario europeo all’immigrazione Dimitri Avramopoulos.
«Abbiamo esaurito tutti gli altri mezzi. Abbiamo aspettato la loro risposta per un anno e siamo sulla linea di arrivo» del programma di relocation.
«È una questione di credibilità istituzionale e politica, anche rispetto a chi ha rispettato le regole», ha spiegato Avramopoulos.
(da agenzie)
Leave a Reply