LIMITI AI PM E MINI BAVAGLIO AI GIORNALI. COSA CAMBIEREBBE CON LA NUOVA LEGGE PROPOSTA DA ORLANDO
LA STRETTA IN ARRIVO SULLE INTERCETTAZIONI
Intercettazioni? Il tentativo è quello di ridurne l’esplosivo effetto mediatico. Inevitabilmente con una conseguenza anche per i pm, meno telefonate nei provvedimenti, magari i testi solo per riassunto, con un contentino sulla corruzione che verrebbe trattata alla stregua dei reati di mafia.
Non se ne parlerà il 29 agosto, nel consiglio dei ministri sulla giustizia, ma il nodo delle intercettazioni, con quelli del falso in bilancio e della prescrizione, restano i punti più attesi della riforma Orlando.
E ne sa qualcosa proprio il Guardasigilli che ha dovuto tenere testa a Giacomo Caliendo, l’ex sottosegretario che ha posto le condizioni per una possibile intesa con Forza Italia.
La prima protesta è stata proprio sulla mancanza delle intercettazioni, assieme al dissenso per l’intenzione di “ripenalizzare” il falso in bilancio
Nella conferenza stampa del 30 giugno a palazzo Chigi Renzi ha detto che bisogna smetterla di pubblicare le telefonate degli estranei alle indagini.
Come si può tradurre in legge?
Per ora, l’unico progetto trapelato da via Arenula, e che risale proprio ai giorni precedenti a quel consiglio dei ministri e alle parole di Renzi, disegna uno scenario molto preoccupante, sia per i magistrati che per la stampa. Orlando ne ha minimizzato l’esistenza e il contenuto, ma il testo è lì, e coincide perfettamente con quanto lo stesso Renzi ha dichiarato pubblicamente.
Quali sono le restrizioni previste?
L’articolo stabilisce che pm e gip, nello scrivere le ordinanze di custodia cautelare, e le altre misure in cui si utilizzano le intercettazioni, non può utilizzare i testi delle telefonate nella loro versione integrale, ma deve limitarsi “unicamente” al loro contenuto. La modifica riguarda l’articolo 292 del codice di procedura penale che disciplina il contenuto delle ordinanze.
Questo intervento limiterebbe il potere dei magistrati?
Sicuramente, rispetto alla famosa riforma delle intercettazioni di Berlusconi, quella del bavaglio contro cui Repubblica fece la campagna dei post-it gialli, questa consentirebbe ai magistrati di disporre la registrazione delle telefonate. Quando Orlando assicura che non ci sarà alcuna restrizione, dice una cosa vera. Ma il problema, come ha fatto notare l’Anm quando sono uscite le prime indiscrezioni, è che non pubblicare la versione integrale dei testi può rappresentare un grosso problema nella stesura delle ordinanze e indebolire le ragioni che motivano un arresto o una perquisizione o un sequestro.
Per quanto tempo i testi delle intercettazioni resterebbero del tutto segreti?
L’ipotesi dell’ufficio legislativo di via Arenula prevede, per ora, che gli avvocati possano prendere solo visione dei testi in- tegrali delle telefonate, senza ottenere una copia cartacea. Il difensore dovrà recarsi a palazzo di giustizia e leggere i testi, ma non potrà portarli con sè come accade adesso. L’obiettivo è quello di evitare che i media possano pubblicare le conversazioni integrali.
Il top secret sugli ascolti durerà fino al processo? Oppure ci potrà essere una discovery precedente?
Niente da fare, tutto segreto. Perchè anche il tribunale del riesame, nello scrivere le sue motivazioni sulla conferma del carcere o sul suo annullamento, non potrà utilizzare i testi integrali, ma solo il loro contenuto.
Una simile riforma, se dovesse andare in porto, sarebbe simile a quella voluta da Berlusconi?
Riguarderebbe solo un aspetto delle intercettazioni, la loro pubblicazione, ma non i poteri dei pm di disporre gli ascolti. Proprio per questo un intervento del genere, che non è affatto condiviso dai magistrati, non piacerebbe nè a Forza Italia, nè a Ncd, soprattutto perchè, come ha confermato Orlando, l’intenzione è di ampliare il potere di intercettare tutti i reati contro la pubblica amministrazione.
In che modo il governo pensa di rendere intercettabili più di quanto non sia adesso i delitti di corruzione?
La corruzione viene parificata ai reati di criminalità organizzata per i quali esiste una legge speciale, quella ideata da Giovanni Falcone nel 1991 e confluita nel decreto del 13 maggio di quell’anno. Per la mafia bastano “sufficienti” e non “gravi” indizi di colpevolezza, le intercettazioni sono possibili anche nei luoghi dove “non” si ipotizza che venga commesso un reato, possono durare 40 giorni prorogabili di venti in venti, e soprattutto possono essere disposte direttamente dal pm senza la preventiva autorizzazione del gip.
Nella maggioranza sono tutti d’accordo?
Il vice ministro della Giustizia Costa di Ncd già punta i piedi: “Se si interviene sui presupposti, e non solo sulla pubblicabilità , allora cambia tutto e anche noi chiederemo di inserire altre questioni”.
Ecco perchè l’intervento sulle intercettazioni è in alto mare.
In attesa si sentiranno i direttori dei giornali.
Liana Milella
(da “La Repubblica”)
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