INTERVISTA AL SEGRETARIO DELL’ANM: “RIFORMARE LA PRESCRIZIONE E’ LA PRIMA COSA DA FARE”
MAURIZIO CARBONE: “OCCORRONO PROCESSI PIU’ VELOCI E UNA GIUSTIZIA MIGLIORE”
Un elemento del piano per la giustizia delineato dal ministro Andrea Orlando, il segretario dell’Associazione nazionale magistrati, Maurizio Carbone, lo apprezza: “La priorità data al processo civile, da rendere più veloce, dopo anni in cui la politica ha puntato invece sul processo penale e sull’ordinamento dei magistrati. La priorità al processo civile è un fatto certamente positivo. Come anche il metodo seguito: quello del dialogo, e non dello scontro, con i magistrati”.
Gli apprezzamenti positivi finiscono qui?
È positivo che si proponga anche di riformare il falso il bilancio e di introdurre il reato di autoriciclaggio, per rendere più efficace la lotta alla corruzione: speriamo però che sia la volta buona, perchè è da tanto che se ne parla, senza aver ancora fatto nulla; troppe volte le speranze a questo proposito sono state deluse. Non mi pare invece per niente apprezzabile il rilievo dato alla responsabilità civile dei magistrati. I problemi della giustizia non si risolvono inasprendo le sanzioni alle toghe o concedendo risarcimenti ai cittadini, ma offrendo processi più veloci e una giustizia migliore. Respingiamo il messaggio che sia colpa dei magistrati se la giustizia non funziona, come respingiamo il messaggio che i magistrati non rispondano delle loro azioni: rispondono già oggi in sede penale, come tutti i cittadini, poi in sede civile e infine in sede disciplinare.
Sulla riforma dei tempi di prescrizione l’accordo politico sembra essere più difficile.
Riformare la prescrizione è indispensabile. La legge ex Cirielli ha dimezzato i tempi di prescrizione anche per reati di corruzione, per esempio, e questo rende la lotta alla corruzione, che nel nostro Paese deve essere una priorità , una lotta contro il tempo, con i processi che oltretutto si allungano perchè gli imputati puntano alla prescrizione. Mi pare di notare su questo punto uno slittamento, perchè non sono stati ancora raggiunti accordi politici. Ma riformare la prescrizione è assolutamente necessario, per il contrasto alla corruzione e per accelerare i processi.
Si sta discutendo anche di intercettazioni. Tornerà una legge bavaglio?
Su questo punto dobbiamo trovare una soluzione che tenga conto di tre esigenze ugualmente importanti: la tutela della riservatezza dell’indagato e ancor più dei terzi intercettati e non indagati; il diritto di cronaca, dei giornalisti che devono poter scrivere le notizie e dei cittadini che devono essere informati; l’esigenza di proteggere la segretezza dell’indagine. Per quanto riguarda la pubblicazione delle intercettazioni, le violazioni riguardano di solito norme che già esistono. È necessaria però una maggiore attenzione dei giornalisti a non pubblicare elementi che non riguardino l’indagine ma siano solo gossip; e anche dei magistrati, che devono selezionare e inserire nei loro provvedimenti solo le intercettazioni funzionali al provvedimento che stanno emanando. Non vorremmo però che si tornasse a mettere in discussione le intercettazioni in sè, come strumento d’indagine: sono assolutamente essenziali per individuare i reati, sia di mafia, sia di corruzione, sia finanziari…
Del Consiglio superiore della magistratura si dice che deve cambiare in base al principio che “chi nomina non giudica e chi giudica non nomina”.
Se questo vuol dire una più netta separazione della sezione disciplinare del Csm dentro il Consiglio, allora non c’è contrarietà . Siamo invece assolutamente contrari a istituire una Alta Corte separata dal Csm che gli sottragga la funzione disciplinare. Oltretutto questo vorrebbe dire modificare la Costituzione. Quello che si può invece fare, anche in risposta alle polemiche sull’influenza delle correnti dentro il Csm, è la riforma della legge elettorale: oggi la parte del Csm eletta dai magistrati è eletta con un sistema maggioritario a collegio unico nazionale che offre a chi vota poche possibilità effettive di scelta. Proprio per questo noi abbiamo sperimentato, per la prima volta nell’ultima elezione, il sistema delle primarie per indicare i candidati, offrendo così a chi vota maggiore possibilità di scegliere. Questo può essere di stimolo al legislatore per intervenire sul sistema elettorale: ma c’è tempo per riflettere, visto che le elezioni per il Csm sono appena state fatte. Anche se il Parlamento non ha invece ancora scelto i nomi dei membri di sua competenza.
Gianni Barbacetto
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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