L’OMAGGIO AL CAMPO DEI MORTI DELLA RSI A GENOVA: LA COSA DI CUI VERGOGNARSI E’ ANDARCI CON GAMBINO E LA GIUNTA CHE RAPPRESENTA
OGNUNO HA DIRITTO A RICORDARE I PROPRI MORTI, MA MEGLIO ANDARCI DA SOLI CHE IN CATTIVA COMPAGNIA… PERCHE’ QUEI MORTI NON ERANO AL SERVIZIO DEL PEGGIORE CAPITALISMO FINANZIARIO
Ricordiamo il fatto.
A Genova, per la celebrazione del 25 aprile, una delegazione di reduci della Rsi ha reso omaggio nel campo del cimitero di Staglieno ai soldati uccisi nei tragici giorni della guerra civile.
Una prassi che è sempre stata attuata da decenni senza ostentazione dai reduci veri, nel rispetto delle opinioni e tragedie altrui, senza farne una carnevalata da esibire ai media.
Quest’anno la polemica è esplosa per un motivo: la presenza con la fascia tricolore, in rappresentanza quindi del sindaco Bucci, del consigliere di Fdi Gambino, “scortato” da militanti della formazione xenofoba “Lealtà e Azione”.
Da qui le accuse dell’Anpi piovute sul sindaco che, da quanto è emerso, non ne sapeva nulla e non aveva autorizzato Gambino a utilizzare la fascia tricolore.
Ovviamente ognuno è libero di pensarla come meglio crede, ma è il caso di dire qualcosa controcorrente, come nostro costume.
Apparteniamo a una generazione che ha avuto padri che hanno militato, magari solo ventenni, nella Repubblica sociale o tra le file dei partigiani, in perfetta buona fede e in coerenza con le idee in cui credevano, fino al sacrifico della propria vita, meritando reciproco rispetto in una delle pagine più tragiche della storia italiana.
Non esistono morti di serie A e di serie B, ognuno ha diritto a onorare i propri e il dovere civile di rispettare quelli degli altri, così la pensiamo.
Personalmente non conosco il consigliere Gambino e non ne sento la mancanza.
Faccio parte di quella categoria di persone che i propri morti preferisce ricordarli senza fotografi al seguito e senza la compagnia di sedicenti “cultori della memoria” tardivamente scoperta.
Appartengo altresì a quella categoria di soggetti che forse qualche libro l’ha letto e qualche testimonianza diretta l’ha ascoltata: sufficiente per affermare che lo scandalo di questa vicenda è uno solo.
Essere andati a ricordare i morti della Rsi in compagnia di Gambino e idealmente quindi della Giunta leghista che rappresenta.
Una giunta che tutela gli interessi del peggiore capitalismo e potere finanziario, che privatizza tutto il possibile per fare un favore alle lobby della sanità , che vuole multare persino i poveri che cercano cibo nei cassonetti, il peggio del peggio della reazione più becera e classista.
Tutto l’opposto dei 18 punti del Manifesto di Verona dove si parla di “abolizione del sistema capitalista interno” (punto 8), “possibilità di espropriazione delle terre incolte a favore dei braccianti” (punto 13), “diritto alla casa e creazione dell’Ente Nazionale per la Casa del Popolo” (punto 15), “equa ripartizione degli utili, equa fissazione dei salari, partecipazione degli utili stessi anche da parte degli operai” (punto 12), “valorizzazione delle risorse naturali dell’Africa nel “rispetto assoluto” degli indigeni, soprattutto quelli musulmani”(punto 8), “indipendenza della Magistratura” (punto 3),”garanzia ai lavoratori di un salario minimo e istituzione degli spacci a prezzi calmierati” (punto 17).
Forse qualche saluto romano in meno e qualche lettura in più eviterebbe di accompagnarsi per moda a cattive compagnie o a presunti “guardiani di una rivoluzione” mai fatta.
Tutti i morti vanno rispettati, ribadiamo.
Soprattutto da visite non gradite di speculatori che non sanno di cosa parlano, la categoria peggiore.
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