L’OPERAZIONE “ADOTTA UN CINQUESTELLE” E’ GIA’ INIZIATA
SCOUNTING VERSO M5S MA NON SOLO, OBIETTIVO RASTRELLARE PARLAMENTARI, ALLONTANARE DI MAIO DA SALVINI E RAFFORZARE BERLUSCONI
L’operazione è partita ad Arcore, neanche tanto sottotraccia.
Quel “fatevi un amico” tra i 5 Stelle pronunciato da Silvio Berlusconi di fronte ai suoi parlamentari è tutt’altro che una battuta. È il segno visibile di uno “scouting” che c’è, anche se non si vede.
La caccia è partita, soprattutto verso il mondo pentastellato, ma non solo. Con l’obiettivo di rastrellare parlamentari per formare un governo. E a quel punto dire a Salvini: “La maggioranza c’è ma il candidato non sei tu”.
Comunque una maggioranza che allontani lo spettro di un ritorno al voto. Perchè è chiara la posta in gioco del derby all’interno del centrodestra tra Berlusconi e Salvini. Il leader della Lega la evoca apertamente: un premio di maggioranza alla legge elettorale vigente, poi si torna alle urne, “unico modo per non prendere in giro gli italiani”.
È questo il vero “asse” tra Salvini e Di Maio.
Ecco i numeri, squadernati sul tavolo della war room di Arcore. Il riparto dei seggi non è ancora definitivo. Ma secondo le ultime stime, il Movimento 5 Stelle può contare su 229 deputati e 114 senatori. La Lega ha 124 eletti a Montecitorio e 57 a Palazzo Madama. Alla Camera dunque Lega e Cinque stelle hanno, assieme, 353 deputati, una trentina in più della quota necessaria; a palazzo Madama 171 senatori, 13 in più della quota necessaria.
Una maggioranza che consente un governo “elettorale”, che permetta a grillini e leghisti di aggiustare il Rosatellum secondo i loro desideri. Poi, al voto, nemici come prima sulle spoglie di Forza Italia e del Pd.
Rompere questa maggioranza potenziale è il primo step di ogni manovra.
L’ex premier sa bene che le truppe pentastellate sono un mondo tutto da scoprire. Non un universo compatto. Ci sono, ad esempio, gli otto espulsi per la storia dei rimborsi. E poi tanti volti nuovi, arrivati in Parlamento quasi per caso, poco esperti delle dinamiche di Palazzo, e magari sensibili all’agio dei velluti e alle lusinghe dei benefici derivanti dal nuovo status.
Un vecchio amico del Cavaliere gli ha raccontato di un colloquio con un neo eletto: “Mi ha detto che quando ha visto il suo nuovo stipendio gli è preso un colpo. Prende in un anno quello che guadagnava in dieci. Sai, si è iscritto alle parlamentarie, è lì per caso. Mi ha detto: col cavolo che mi taglio lo stipendio per darne più della metà al movimento”.
Musica per i professionisti dello scouting. Quella vecchia volpe di Maurizio Gasparri sorride sornione. Dice all’HuffPost: “I 5 Stelle hanno sempre avuto una dispersione di persone. Quindi chi li conosce? Chissà come si comporteranno…
Un’emorragia di parlamentari 5 Stelle stroncherebbe sul nascere ogni gioco di sponda tra Salvini e Di Maio. E cambierebbe i rapporti di forza a destra. Questo il punto: “Salvini — ripetono ossessivamente i berlusconiani – non farà un governo con Di Maio, perchè ha troppo da perdere a fargli da stampella. Non è questo il disegno. Ma non vuole che nasca un governo di centrodestra, preferisce tornare al voto o stare all’opposizione preparandosi a lanciare l’Opa alle prossime elezioni”.
È in questo clima di veleni e sospetti che i contatti, all’interno della coalizione, sono al minimo. E non c’è aria di un nuovo vertice.
Indicative del clima da separati in casa le parole di Giorgia Meloni, in conferenza stampa: “Vorrei che si credesse un po’ di più nell’ipotesi di un governo del centrodestra”. Un messaggio evidentemente rivolto a Salvini. L’altro è: se il leader della Lega non riuscirà a fare il premier, dovrà essere lui stesso “a indicare un nuovo nome”. Non il voto, appunto.
Tornando ad Arcore. Lo scouting non riguarda solo i pentastellati. Qualche azzurro che conta nei giorni scorsi si è fatto due chiacchiere con Pier Ferdinando Casini, fresco di elezione nella rossa Bologna.
Un “sondaggio” per capire quanti, nel Pd, sarebbero disponibili a sostenere un governo di centrodestra, non a guida Salvini. Uomini “responsabili”, pieni di buona volontà , che hanno a cuore la “stabilità ” e il “bene del paese”.
Perchè Silvio Berlusconi vuole un governo di centrodestra, ma lavora per un governo non guidato da Salvini. Per la serie: i numeri ci sono, ma il candidato non puoi essere tu.
E poi c’è Roberto Maroni, perno di questo disegno all’interno della Lega. È solo l’inizio, a quindici giorni dalle lunghe consultazioni. Che consentono un lungo corteggiamento alle tante anime nuove appena arrivate nei palazzi del potere, delle lusinghe, delle irresistibili tentazioni che non cambiano mai.
(da “Huffingtonpost“)
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