MACERATA, IN 30.000 PER DIRE NO AL RAZZISMO: “ITALIANI MIGLIORI DEI PARTITI ASSENTI”
IL PD NON C’E’ MA LA SUA BASE SI’… CORO ISOLATO DI ANTAGONISTI IMBECILLI VENETI SULLE FOIBE, IMMEDIATAMENTE ISOLATI
Davanti cittadini e associazioni di Macerata, dietro tutti gli altri. Migliaia di persone. “Siamo in 30mila”, dicono gli organizzatori. Tutti in marcia nel corteo antirazzista organizzato dopo il raid xenofobo di Luca Traini, nel quale sono rimasti feriti 6 migranti.
La manifestazione, organizzata da movimenti e centri sociali di tutta Italia che si sono radunati nei giardini Diaz, ha sfilato senza incidenti in una città blindata, con negozi chiusi e mezzi pubblici fermi.
Dietro lo striscione “Movimenti contro ogni fascismo e razzismo”, con molteplici cordoni di polizia a delimitare il percorso autorizzato dalla questura e un elicottero a sorvegliare dall’alto, i manifestanti hanno esposto molti i cartelli contro il ministro dell’Interno Marco Minniti — che dopo due giorni di polemiche aveva dato l’ok al corteo — e il leader della Lega, Matteo Salvini.
“Oggi il futuro si gioca tra l’umanità e le barbarie — ha più volte scandito il corteo — Chiunque venga colpito da atti di stampo raszista, colpisce tutti noi”.
Un gruppo di antagonisti veneti ha intonato un coro inneggiando alle Foibe: “Ma che belle son le foibe da Trieste in giù”. Il coro è rimasto un episodio isolato che non è stato seguito dal resto dei manifestanti. Dura condanna è stata espressa da Debora Serracchiani.
In piazza a Macerata era presente anche il fondatore di Emergency, Gino Strada: “Una partecipazione spontanea di migliaia di persone — ha detto — che dimostra che gli italiani sono migliori dei partiti che non sono qui“.
Accanto a lui i manifestanti della Fiom compresa la segretaria Francesca Re David e dell’Usb. “Era importante esserci per dire no alla violenza, al razzismo e contro questo nuovo fascismo che sta prendendo piede piano piano in Italia”, ha aggiunto il fondatore di Emergency.
Lungo il corteo si vedono diverse bandiere di Potere al Popolo e fazzoletti dell’Anpi, uno indossato dalla partigiana Lidia Menapace. Presenti anche una decina di parlamentari di Liberi e Uguali, tra i quali Pippo Civati e Nicola Fratoianni, oltre ad Angelo Bonelli di Insieme, ad alcuni rappresentanti di PiùEuropa e all’ex ministro Cècile Kyenge.
Camionette in assetto da guerriglia ma la guerriglia non c’è.
Poliziotti con il casco in testa ma non ci sono caschi dall’altra parte della barricata anche perchè barricate non se ne sono viste.
“Forse ho esagerato a inchiodare le assi di legno per blindare il mio locale, ma che dovevo fare? Qui viviamo in un incubo, non si capisce più nulla”, ammette il proprietario di un bar che alla fine, come altri maceratesi, pochi a dire il vero, ha deciso di partecipare alla manifestazione indetta dai centri sociali.
Una città blindata dove in tanti guardando il corteo della finestra ma quando capiscono che nessuno ha intenzione di mettere a ferro e fuoco la già provata città di Macerata iniziano a salutare i manifestanti.
Come i due bambini che lanciano i coriandoli a chi passa nonostante qui il Carnevale non venga festeggiato.
Giù in strada c’è una mamma di nome Elena, in braccio ha Edera che tra pochi giorni compie quattro mesi: “Preoccupata per la bambina alla manifestazione? No, sono preoccupata per come va il mondo”.
E infatti il corteo è stato pacifico in contrapposizione all’odio razziale contro cui ha urlato
(da “il Fatto Quotidiano”)
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