MAFIA, LE DUE DESTRE: IL SILENZIO INVOCATO DA BERLUSCONI, IL CORAGGIO E IL PROFUMO DELLA LIBERTA’ DI BORSELLINO
“CERTI FILM E LIBRI FANNO CATTIVA PUBBLICITA’ AL NOSTRO PAESE” DICE IL PREMIER…LE STESSE COSE CHE AVEVA DETTO IL BOSS MICHELE GRECO: “E’ COLPA DEL “PADRINO” SE IN SICILIA SI FANNO I PROCESSI PER MAFIA”… PAOLO BORSELLINO, DA UOMO DELLO STATO, DISSE INVECE: “PARLATE DELLA MAFIA: ALLA RADIO, IN TV, SUI GIORNALI, PERO’ PARLATENE: NON BASTA LA REPRESSIONE, OCCORRE UN MOVIMENTO CULTURALE E MORALE CHE COINVOLGA TUTTI”
Pochi giorni fa, al termine di un Consiglio dei ministri, in sala stampa, il premier aveva espresso per la seconda volta il medesimo concetto: “La mafia in Italia? Sono i libri, i film e le fiction a farle promozione. La mafia italiana è la sesta al mondo, ma è la più conosciuta grazie al supporto promozionale che ha ricevuto dalle otto serie tv della Piovra e anche dalla letteratura, come nel caso di Gomorra”.
Parole meditate che già si scontrerebbero con il fatto che la sua famiglia produce e edita quei film e quei libri.
Ma parole troppo simili a quelle espresse da Michele Greco, boss di Cosa Nostra, morto in carcere, (“è tutta colpa del film ‘il Padrino’ se in Sicilia vengono istruiti i processi per mafia”), per non destare allarme.
E ancora il boss Nicola Schiavone quando afferma che “la camorra esiste solo nella testa di chi scrive”.
Eppure è risaputo che la mafia ha un volume d’affari di 100 miliardi l’anno, superando di gran lunga le più solide aziende italiane.
L’affondo del premier contro scrittori e registi eccheggia da giorni nei Palazzi della politica ed è sintomo di una mentalità secondo la quale è meglio il silenzio e chi racconta il potere della criminalità organizzata fa solo cattiva pubblicità al Paese e peggiora la sua immagine.
A parte che riteniamo che siano altre le vicende che fanno precipitare la considerazione del nostro Paese e delle nostre istituzioni nel mondo, non ultime le dubbie frequentazioni e gi interessi privati di certi esponenti politici, fa specie che certe frasi arrivino proprio in un momento in cui le mafie si stanno infiltrando nei sistemi economici e finanziari occidentali sempre più a fondo e in cui il livello di guardia debba semmai essere alzato.
L’Italia è il Paese che, grazie a tanti magistratie giuristi, ha messo a punto la migliore legislazione antimafia del mondo, da cui attingono i nuclei antimafia di tutti i Paesi.
Certo essere additati come mafiosi quando si varca il confine non fa piacere, ma non è certo con il silenzio che mostriamo di essere diversi.
C’è una destra che ama nascondere i problemi, come la polvere sotto il tappeto. Ma c’è un’altra destra a cui la maggioranza degli italiani fa riferimento, una destra che non si nasconde dietro ambigue parole.
Una destra che ama la legalità e fa scelte di campo chiare e precise.
E proprio in questi giorni, in cui a destra si discute del possibile divorzio tra Berlusconi e Fini, sulle differenze che possono esistere tra le tante anime del Pdl, sul metodo e sui contenuti, sul tema mafia emerge chiara la connotazione di una destra diversa, rispetto a quella che governa il Paese.
Una destra rappresentata dalle parole di Paolo Borsellino, pronunciate in ricordo di Giovanni Falcone, poco prima di essere a sua volta ucciso: “La lotta alla mafia non deve essere soltanto uan distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolga tutti, soprattutto le giovani generazioni e le spinga a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e quindi della complicità . Ricordo la felicità di Falcone, quando mi disse che ‘la gente faceva il tifo per noi’. Il nostro lavoro stava muovendo le coscienze” .
E il suo appello drammatico: “Parlate della mafia, parlatene alla radio, alla televisione, sui giornali, ma parlatene”.
Ecco l’esempio di un vero uomo di destra, coerente fino al sacrificio finale, cosciente del suo destino.
Quando lo informano che è arrivato l’esplosivo per lui, non chiede “salvezza ad personam” o “legittimi impedimenti a comparire”: a chi lo consiglia in tal senso, risponde che “lo Stato non scappa”.
Ecco perchè chi si ritiene di destra ha i suoi riferimenti ideali e culturali e non può sopportare certe dichiarazioni.
Ecco la prospettiva da perseguire: ricostruire una destra che esprima legalità , valori, senso dellle isitituzioni.
Troppo lontana questa destra da chi oggi governa il Paese, troppo meschini gli interessi nascosti.
Pensiamo ad es. che I latitanti li catturano magistrati e polizia e poi qualcuno se ne prende i meriti in Tv (dopo aver tagliato di 3 miliardi di euro i fondi alle forze dell’ordine).
Noi preferiamo la destra di Paolo che è andato incontro alla morte a testa alta, a quella di chi va invece incontro alle escort raccontando barzellette.
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