MANOVRA D’AGOSTO: ALTRO INTERVENTO DA 20 MILIARDI PER DISOCCUPATI, STAGIONALI, IMPRESE ED ENTI LOCALI
IL CONTO COVID SALE A 100 MILIARDI, TUTTO A DEFICIT, DEBITO INARRESTABILE
Basta poggiare la lente d’ingrandimento sui contenuti per capire che la nuova manovra da 20 miliardi che il Governo tirerà fuori nella prima settimana di agosto sarà ancora una manovra di rammendo. Come il Cura Italia e il decreto Rilancio.
Vanno messi altri punti per provare a ricucire lo strappo del Covid. È l’equivalente dell’allungamento dello stato di emergenza.
Eccoli gli ultimi contenuti, che Huffpost è in grado di anticipare: la proroga dell’assegno di disoccupazione e un bonus per gli stagionali del turismo.
Sono misure emergenziali, a tempo, come il resto dell’elenco: soldi per Comuni e Regioni, altri fondi per i prestiti alle imprese, ancora cassa integrazione seppure mitigata dall’opzione alternativa degli sconti fiscali per le imprese.
Il lavoro procede a ritmi intensi al Tesoro, dove si sta provando a tirare una linea al lungo elenco delle richieste che arrivano da più parti.
Tutti hanno bisogno di soldi e per questo la prima scelta che è stata già fatta è quella di portare l’asticella del nuovo scostamento del deficit verso il valore più alto di una forchetta che solo qualche settimana fa oscillava tra 10 e 20 miliardi.
I miliardi saranno venti e si aggiungeranno ai 25 miliardi del decreto di marzo e ai 55 miliardi del provvedimento di maggio.
Il conto salirà così a 100 miliardi, tutti in deficit che l’Europa ha autorizzato e autorizzerà , ma che allo stesso tempo faranno lievitare un debito pubblico che a maggio è già schizzato alla cifra record di 2.507,6 miliardi, crescendo di 175,7 miliardi rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.
Un valore, quest’ultimo, che rende evidente come il virus ha sì pesato ma non è stata la sola ragione della crescita esponenziale della curva.
Insomma, la strategia economica del Governo per fronteggiare il virus è stata quella di fare debito per pagare tutti o quasi tutti, il che è un concetto che genera sostenitori e detrattori, i primi convinti che fosse giusto e doveroso mentre i secondi sugli scudi a denunciare l’assistenzialismo da divano e i soldi a pioggia.
La composizione della nuova manovra prosegue su questa scia, non supera questa divisione perchè – almeno stando allo stato dell’arte dei lavori – non marca un cambio di passo. Non sposta il tiro sulla dimensione delle misure strutturali.
Dice questo il bonus per i lavoratori stagionali del turismo, una delle categorie più colpite dalla pandemia. Allo studio c’è un bonus da 600 euro, da erogare in una o due quote. E lo stesso concetto viene fuori dalla proroga della Naspi, l’indennità di disoccupazione.
Un’altra proroga perchè già il decreto Rilancio, varato a maggio, ha previsto la proroga di due mesi.
Anche i soldi che andranno ai Comuni e alle Regioni rispondono alla stessa logica, quella di riempire buchi, più o meno grandi, che già esistevano o che il virus ha squadernato nei conti dei sindaci.
Una fetta dei 20 miliardi andrà anche al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, l’erogatore dei prestiti sotto i 25mila euro. Una misura che potrebbe andare in una direzione non opposta ma quantomeno diversa è lo schema che sta mettendo a punto il presidente dell’Inps Pasquale Tridico su indicazione di Giuseppe Conte. Quello che proverà a disincentivare il ricorso alla cassa integrazione attraverso la decontribuzione per le imprese che decideranno di tenere il dipendente a lavoro pieno e non in cassa.
Il meccanismo è in fase di elaborazione, ma l’obiettivo è farlo confluire nel decreto, a maggior ragione che c’è più tempo rispetto a quello previsto.
Il decreto doveva arrivare a metà luglio, quantomeno era stato programmato di arrivare a metà mese in Parlamento con la nuova richiesta di scostamento che deve essere autorizzate dalle aule per poi procedere alla stesura del testo del provvedimento. La road map è stata riaggiornata: lo scostamento sarà votato “forse la settimana prossima, al massimo quella dopo”, rivela una fonte di via XX settembre.
Poi servirà ancora qualche giorno per il decreto. Sarà agosto. Fino ad allora ci sarà tempo per rivedere l’elenco delle misure anche perchè alcune hanno bisogno di soluzioni politiche. Come la rateizzazione delle tasse.
Il Tesoro ha detto no alla proroga delle scadenze fissate il 20 luglio, già prorogate rispetto alla scadenza del 30 giugno. La motivazione? “Esigenze di cassa”. Nel bene o nel male i conti si fanno sempre con i soldi.
(da “Huffingtonpost“)
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