MENSOPOLI : VOTO DI SCAMBIO CON LE COSCHE CALABRESI
SI ALLARGA L’INCHIESTA … CONTATTI DI UOMINI DEL CENTROSINISTA CON LE COSCHE, VOTO DI SCAMBIO, TESSERE PRESTATE E APPALTI TRUCCATI
Mentre si attendono per oggi i primi interrogatori in carcere per gli esponenti politici genovesi arrestati nell’ambito della inchiesta sugli appalti alle mense scolastiche, tra cui il portavoce della sindaco, Stefano Francesca e due ex consiglieri comunali DS, Massimo Casagrande e Claudio Fedrazzoni, accusati di associazione a delinquere e corruzione, si aprono nuovi scenari nelle indagini del pm Francesco Pinto, alla luce delle 1.200 pagine di allegati alla richiesta di arresto, in cui si legge ” Il tenore delle conversazioni intercettate ha evidenziato collegamenti di Gino Mamone sia con il mondo politico che con il mondo delle cosche calabresi. Egli potrebbe rappresentare il punto di contatto tra i due mondi, al fine di trovare tra essi un’intesa e condividere interessi comuni, che possono essere identificati in: elezioni di esponenti politici in occasione di elezioni amministrative a Genova con l’appoggio delle cosche calabresi, ottenimento di appalti pubblici e di concessione varie per le famiglie calabresi in cambio del loro voto politico”.
Emerge un quadro desolante che vede protagonisti assessori comunali ( Striano) , ex consiglieri comunali ( Fedrazzoni e Cosmi), dirigenti regionali, il sindaco di Arenzano, Luigi Gambino, un sottosegretario del governo Prodi, Ettore Rosato ( Margherita) che coltivavano rapporti discutibili con famiglie in odore di ‘ndrangheta, con alcuni di loro che offrivano lavoro in cambio di voti. Scrive in un rapporto la Guardia di Finanza “Emergono collegamenti con ambienti della criminalità organizzata ligure, in particolare con i Mamone”, una famiglia proprietaria di una società leader in Liguria per la gestione dei rifiuti e la bonifica ambientale, vicina al centrosinistra e vincitrice di molti appalti pubblici. Si legge ancora nel rapporto investigativo: “Gino Mamone è stato segnalato dalla Dia per i suoi legami con la cosca calabrese dei Mammoliti. Emergono i suoi contatti con Vincenzo Stefanelli, esponente della criminalità organizzata di stampo mafioso, titolare della ditta Nicat edile di Genova”.
Mamone vanta influenti amicizie nel Centrosinistra genovese, a partire da Casagrand , Striano e Cosma. Agli atti la vicenda dell’appalto per la bonifica dell’ex area Stoppani . Gambino, sindaco di Arenzano si prodiga per ” aprire tutte le strade possibili a Mamone” con l’amministrazione di Cogoleto. Dalle intercettazioni emerge che tirano la volata a Mamone anche Striano, il responsabile dell’Ambiente di Arenzano, Giampiero Lazzarini, il direttore regionale Gabriella Minervini, il vice-commissario per la bonifica Cecilia Brescianini e il sottosegretario all’Interno, Ettore Rosato ( quello che aveva la delega da Prodi sulle misure antiracket mafiosi…).
Paolo Striano, assessore dell’attuale Giunta Vincenzi, era già indagato per corruzione per aver agito come “mediatore” nella compravendita tra Mamone e Capparelli dell’area dell’ex oleificio Gaslini. Scrive la GdF: ” Essendo in scadenza il suo mandato politico, volendo garantirsi la rielezione, Striano tesse rapporti di collaborazione con esponenti del mondo politico e imprenditoriale, promettendo posti di lavoro in cambio del voto”, da qui l’accusa di voto di scambio…Non basta , altra intercettazione da cui emerge che, su richiesta di Rosario Monteleone e per fare un favore a Luigi Grillo, ” si prestano 50 tesserati della Margherita per votare al Congressi di Forza Italia”..insomma come le figurine Panini, si spostano presunti iscritti da un Congresso all’altro, per favorire determinati interessi…
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