MICCICHE’ SE NE VA DAL PDL CON 14 PARLAMENTARI
“BASTA ESSERE SUCCUBI DI BOSSI”… SI SFASCIA ANCHE IL GRUPPO DEI “RESPONSABILI”: NOBILE LITE TRA MOFFA E SARDELLI PER LA POLTRONA DI CAPOGRUPPO…ALCUNI ANDRANNO CON MICCICHE’, ALTRI AL GRUPPO MISTO
Dieci deputati e quattro senatori. Sono almeno quattordici i parlamentari fedeli a Gianfranco Miccichè che usciranno dal Pdl.
Lui, il leader di Forza del Sud, tra i fondatori di Forza Italia e artefice del 61 a O siciliano del 2001, lo dice chiaro e tondo: «Non si può più essere succubi della Lega e dei capricci di Bossi».
Eccole le nuove grane per Silvio Berlusconi: alla Camera i partiti di governo tornano pericolosamente a lambire la quota di sicurezza di 316 deputati.
Perchè se da un lato il ribelle Miccichè assicura che «oggi rimaniamo nella maggioranza», dall’altro giura che se «prenderanno ancora in giro il Mezzogiorno ce ne andiamo».
Intanto l’obiettivo è chiaro: «L’importante è distanziarci dal Pdl, non ci vogliamo più confondere con chi non rappresenta il Sud».
La strada di Forza del Sud è sempre più lontana dal governo.
Miccichè garantisce che «non chiediamo poltrone». Tanto che potrebbe anche rinunciare al suo posto da sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Cipe.
Oggi vedrà Berlusconi a Palazzo Grazioli e se il Cavaliere gli chiederà di lasciare lui lo farà .
Per ora i suoi – che alla Camera si riconoscono perla cravatta arancione- fara nno un sottogruppo al Misto, ma puntano a raddoppiare arrivando a venti e formare un gruppo vero e proprio.
I primi arrivi potrebbero essere quelli dei tre deputati di Noi Sud – Iannaccone, Belcastro e Porfidia – dati in uscita dai Responsabili.
E potrebbero arrivare anche nomi eccellenti come i finiani Andrea Ronchi (che però da tempo smentisce l’ipotesi), Adolfo Urso e Pippo Scalia, anche se l’operazione sembra difficile nonostante gli ottimi rapporti.
Intanto il governo quando si parlerà di meridione, finanziaria compresa, ballerà («noi lo vogliamo condizionare»).
A questo punto alla Camera gli uomini del movimento arancione tracciano due scenari: se rimaniamo nel Misto ci sentiremo «liberi, svincolati dalla maggioranza» e voteremo di testa nostra volta per volta.
Mettendo il governo ogni giorno sotto pressione.
Se invece riusciranno ad arrivare a quota venti, fare un gruppo e partecipare alle riunioni di maggioranza allora si sentiranno tutelati alle decisioni prese con gli altri partiti di governo.
Il punto, lamentano alcuni arancioni in Transatlantico, è che chi è in predicato di passare a Forza del Sud è messo «sotto forte pressione» da parte del Pdl.
Quindi se si troverà i bastoni tra le ruote, Miccichè assicura che non risponderà all’esecutivo.
Intanto la maggioranza balla anche per colpa dei ResponsabiIi.
I salvatori del governo e del premier, accorsi in maggioranza per la fiducia del 14 dicembre, sono sempre più spaccati al loro interno.
Al punto che hanno dovuto rinviare di una settimana l’elezione del capogruppo.
Una parte dei responsabili preme per Silvano Moffa, l’ex finiano che lasciò i futuristi in favore della maggioranza proprio la mattina della fiducia.
Sul fronte opposto i sostenitori di Luciano Sardelli, attuale reggente della formazione. E le fibrillazioni dei Responsabili mandano ancora una volta la maggioranza sulle montagne russe.
Tanto che ieri la presidente della commissione Cutlura Valentina Aprea ha dovuto interrompere i lavori sul decreto Sviluppo perchè mancavano i numeri, causa assenze dei Responsabili.
La loro assenza avrebbe mandato sotto il governo sugli emendamenti.
D’Argenio Alberto
(da “La Repubblica“)
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