MOBILI: LO SCONTO DEL 20% PIENO DI OSTACOLI
L’INCENTIVO STATALE SOTTO FORMA DI DETRAZIONE IRPEF DA RIPARTIRE IN CINQUE ANNI… ACQUISTI DI MOBILI LEGATI A RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE PER UN MASSIMO DI 10.000 EURO… OCCORRE FARE DOMANDA ALLA AGENZIA DELLE ENTRATE, CONSERVARE LE FATTURE, PAGARE CON BONIFICO… TRAFILA BUROCRATICA CHE SCORAGGIA
Nel 2008 il settore del legno è sceso del 4,5%, portando il valore complessivo prodotto sotto i 38 miliardi di euro. Un andamento condizionato dalla domanda interna, diminuita del 6,3%, mentre vanno meglio le esportazioni, con un meno 2%.
Il Governo è intervenuto con un incentivo per chi acquista mobili, sicuramente apprezzato dagli operatori del settore dal punto di vista dell’attenzione, meno da quello pratico.
Un bonus, a parere di molti, farraginoso e che andrebbe migliorato per una procedura che più complicata non ci si poteva inventare.
Sembra destino che ogni volta che il governo mette in atto un aiuto, la metodologia per ottenerlo tenda a scoraggiare chi vorrebbe usufruirne, causa complicanze burocratiche.
A differenza di quanto accade per auto e moto, dove l’incentivo viene fruito direttamente dal consumatore presso il concessionario che a sua volta lo recupera attraverso il credito d’imposta, qui l’iter è più lungo.
Il decreto legge incentivi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale num. 34 prevede, infatti, all’art 2 uno sconto, sotto forma di detrazione Irpef del 20% da ripartire in 5 anni, sull’acquisto di mobili comprati tra il 7 febbraio e il 31 dicembre 2009. Ma con due ostacoli.
Gli acquisti sui cui applicare lo sconto non possono superare i 10.000 euro e devono essere legati ad un intervento di ristrutturazione edilizia.
Può quindi usufruirne soltanto chi ristruttura la casa utilizzando il vecchio bonus Irpef del 36%. Bonus per ottenere il quale occorre presentare una domanda all’Agenzia delle Entrate, conservare tutte le fatture dell’impresa che ha eseguito i lavori, pagare gli importi tramite bonifico, bancario o postale.
Lo sconto del 20% è poi ripartito in 5 anni, con un massimo pertanto di 400 euro l’anno.
Al momento di compilare il mod. 730 o Unico del 2009, il contribuente dovrà indicare l’importo della prima quota della detrazione fiscale e lo stesso dovrà fare per gli anni successivi.
In pratica non è una procedura immediata e in tempi di crisi come questi non sono in molti ad avere soldi per ristrutturare la casa.
Secondo molti sarebbe stato meglio legare i bonus all’acquisto di una prima casa, dando così una mano ai giovani che stentano a mettere su famiglia.
Altri imprenditori del settore auspicano un plafond più ampio, almeno fino a 30.000 euro e osservano che rimanendo così può riguardare una quota minima di mercato, circa il 5%.
Le misure a favore delle auto poi potrebbero innescare una concorrenza tra beni durevoli a tutto vantaggio del settore auto che può godere di sconti maggiori.
Un settore quello dei mobili, che soffre del cambiamento dei tempi anche.
Una volta lo status della famiglia si costruiva dentro casa, arredandola bene. Ora si è spostato all’immagine esterna, con auto e vestiti griffati.
Poi le aziende sono troppe: in Germania con 83 milioni di abitanti ci sono 12mila punti vendita, in Italia con 57 milioni di abitanti i punti vendita sono 23mila.
Da più parti quindi si auspica che il bonus venga liberato dai troppi legacci che rischiano di renderlo inefficace.
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