MONCALVO A REPORT: “SALVINI E’ STATO PLASMATO DA SAVOINI, E’ UNA SUA CREATURA”
LE ANTICIPAZIONI DELLA PUNTATA IN ONDA QUESTA SERA DOVE SI PARLA DEI FONDI RUSSI ALLA LEGA
C’è un filo comune, sicuramente non rosso, tra Gianluca Savoini e Matteo Salvini.
I due, infatti, si conoscono dai tempi dei primi vagiti leghisti dell’ex ministro dell’Interno e sono stati fianco a fianco nel lungo percorso politico che ha portato un giovane sbarbato milanese alla guida del partito che, stando alle ultime elezioni europee e ai continui e costanti sondaggi quotidiani, è il preferito dagli italiani. Nonostante l’inchiesta sui fondi russi al Carroccio e alla trattativa del Metropol di Mosca su cui stanno approfondendo la Procura di Milano.
Ma il tutto, il loro rapporto fermo e consolidato nonostante il primo istintivo passo di auto-protezione, è ben certificato.
A raccontare la nascita di quello che poi divenne un rapporto da «compagni di merende» è stato Gigi Moncalvo, ex direttore de La Padania nel periodo in cui Matteo Salvini lavorava come giornalista, a Report (in onda questa sera con una puntata ad hoc, su Rai3).
Nelle sue parole, oltre alla conferma di uno status di assenteista anche quando faceva il cronista, emerge il rapporto tra l’attuale segretario della Lega e quel Gianluca Savoini che sarebbe uno dei promotori di questa presunta (perchè ancora non c’è un processo e una sentenza) trattativa con gli affaristi russi.
E Moncalvo non parla solo del rapporto in redazione a La Padania, ma di quel che è diventato nel corso degli anni.
Si fa riferimento al ruolo di portavoce messo nelle mani di Savoini dopo che Salvini venne proclamato segretario federale della Lega e del perchè avesse scelto proprio lui, quell’uomo che qualche anno dopo sarebbe finito nel mirino della Procura con l’accusa di aver tentato di concludere una trattativa per finanziare il Carroccio con soldi russi attraverso un accordo privato sul petrolio.
«Lo ha scelto perchè gli doveva molto — ha detto Gigi Moncalvo davanti alle telecamere di Report -. Savoini ha impostato Salvini. È una sua creatura, lo ha formato come fosse una massa di argilla».
Una sorta di deus ex machina che ha gestito, facendolo crescere, l’attuale segretario della Lega.
E nell’intervista, l’ex direttore de La Padania non ha lasciato cadere nel vuoto neanche le immagini neonaziste in una delle stanze della sua redazione. E, anche lì, fa riferimento a Savoini e racconta di come salutasse con gli altri nei corridoi: «Batteva i tacchi a terra e salutava con un ‘Camerata’».
(da agenzie)
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