MUTI INCANTA I TERREMOTATI, LO STATO LI DEPISTA
UN GRANDE MAESTRO DA’ DIGNITA AI TERREMOTATI, MENTRE IL GOVERNO BALBETTA E NASCONDE GLI SFOLLATI…..TRA TENDOPOLI, ALBERGHI E 4.500 CASETTE, SI SONO GIA’ SPESI 838 MILIONI PER AVERE 16.000 POSTI LETTO A FINE DICEMBRE.….CON GLI STESSI SOLDI, CON CASETTE DI LEGNO E MODULI DI LUSSO, CI SAREBBERO STATI 39.000 POSTI LETTO A SETTEMBRE
“L’inno di Mameli va lasciato così com’è”: parola e musica di Riccardo Muti che due giorni fa ha tenuto uno straordinario concerto all’Aquila, presente il presidente Napolitano e 9.000 terremotati commossi.
Muti loda “quest’Italia di cui spesso non si parla bene, ma che nel dolore e nella tragedia dimostra qualità umane straordinarie” e trasmette a tutti la “sensazione che siano le anime delle vittime a ispirare i musicisti”.
Muti dirige 300 musicisti, tutti abruzzesi, ha voluto così, che fossero di quella terra, e ha riunito le forze musicali della regione, per un concerto che ha creato un phatos incredibile.
Iniziato con l’inno di Mameli, il maestro, con un fuori programma, l’ha concluso nuovamente con l’Inno nazionale, alla faccia della Lega.
Una esecuzione da brividi, veloce come lui la vuole, cantavano i coristi, cantava la platea dei 9.000 aquilani, tra lacrime e ovazioni.
Non c’era nulla di mondano, niente arie di passerella, solo il fremito del nostro popolo.
Il giorno dopo si ritorna però alla normalità , ai tentativi di nascondere una verità ormai scomoda per le autorità .
Nascono i primi nervosismi perchè la gente viene sfrattata dalle tendopoli per “esigenze televisive”, ma ormai è chiaro a tutti che non avranno la casa promessa, solo alberghi lontani decine di chilometri e caserme: promettere le casette è stato un errore grossolono, le 4.500 fissate saranno pronte solo entro dicembre e potranno accogliere solo la metà di chi è rimasto senza casa.
Mentre le case inagibili 5 mesi fa, tali e quali restano ora.
Siamo solo all’inizio: dopo piazza D’Armi, anche le altre tendopoli dell’Aquila verranno chiuse e i problemi stanno diventando grossi.
Quasi tutti i posti letto, nella caserma del G8, negli hotel della costa e della montagna, sono già stati occupati dagli ex ospiti della tendopoli più grande.
Il piano del governo, che ha puntato tutto sulle Case, mostra i suoi limiti.
Si sono riuniti i Comitati dell’Aquila che raccolgono i terremotati e che non vogliono più accettare supinamente le scelte della protezione civile.
“Stiamo assistendo a una ulteriore dispersione della popolazione”sostengono e poi fanno parlare i fatti, di cui sono diretti testimoni: “Con 838 milioni spesi per le tendopoli (30 euro al giorno) alberghi (52 euro al giorno) e Progetto case (2.700 euro al mq), ci saranno alla fine 16.000 posti letto pronti solo a dicembre. Con gli stessi soldi spesi per case di legno ( 750 euro mq) e moduli removibili di lusso ( 1.000 euro al mq), ci sarebbero stati 39.000 posti letto pronti a settembre. Voi cosa avreste scelto?”
Si è invece puntato sulle Case: presto cominceranno con le inaugurazioni che saranno trasformate in spot televisivi. Stravolgendo la realtà dei fatti.
Per una rivincita del destino le prime a essere inaugurate saranno le case di Onna e saranno proprio quelle di legno. La popolazione di Onna ( pochi lo sanno) aveva minacciato la rivolta contro la sistemazione nelle altre Case, previste a chilometri di distanza.
Alla fine sono arrivata la Croce Rossa e la Provincia di Trento che in pochi mesi hanno allestito il villaggio di casette di legno, per altro affidabilissime contro il freddo.
Ma anche qui i conti sono stati sbagliati e ora ne servono altre 1.000.
Ogni volta che si sbaglia, occorre individuare una nuova area idonea e allacciare fogne, acquedotto e rete elettrica. Mentre ormai si cercano alberghi anche a centinaia di chilometri di distanza e fuori provincia.
Se questo era la soluzione, tanto valeva adottarla subito, invece che far stare questa povera gente per 5 mesi prima al freddo e poi al sole estivo in una tenda.
Ora l’importante è andare in Tv e fare vedere che le tendopoli sono state chiuse: a che prezzo? Quanti errori sono stati commessi?
Quante palle sono state raccontate?
Quanti soldi mal spesi?
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