REGATA STORICA DI VENEZIA: LA LEGA NON VUOLE I CRONISTI RAI DEL SUD
CONTINUANO LE MANIFESTAZIONI DI UMORISMO RAZZISTA DELLA PADAGNA DELLA MAGNA MAGNA: I LEGHISTI CONTRO GLI INVIATI DEL TG1 PERCHE’ ROMANI… VOLEVANO GIORNALISTI VENETI AL GRIDO “IL VENETO NON E’ UNA COLONIA” … LA RAI REPLICA: PAROLE FARNETICANTI
In guerra con tutto il mondo, vittime della legge del conterraneo Basaglia che ha chiuso anni fa i manicomi, lasciando liberi tutti, penalizzati dagli scarsi posti che ormai gli ospedali veneti hanno a psichiatria, i leghisti locali ora hanno dichiarato guerra pure al Tg1.
La madre di tutte le battaglie, sarebbe meglio dire “bottiglie” bevute, questa volta è la regata storica di Venezia: a raccontare il corteo tradizionale sul Canal Grande sarebbero stati per il Tg1 Giancarlo Mingoli ed Elisa Alzano, romano lui, siciliana lei.
Quando i leghisti puri e duri (di testa) della Serenissima lo hanno saputo, apriti cielo: “Siamo stufi. Il Veneto non è una colonia” hanno gridato all’unisono per bocca (e alito cattivo) del capogruppo leghista in Comune, denunciato all’anagrafe come tale Alberto Mazzonetto.
Il Mazzonetto ha sostenuto: “E’ scandaloso che la telecronaca non sia affidata a giornalisti veneti. Al solito saccente da Roma, questa volta è stata affiancata una siciliana”.
I due giornalisti sono rimasti allibiti e la Alzano pare l’abbia presa in ridere, visto che è sposata con un padano e ha il suocero leghista ( poveretta…).
Ma al Tg1 l’hanno presa male e sono intervenuti i rappresentanti sindacali: “Se da un lato si cerca di sorridere alle farneticanti dichiarazioni di un consigliere in vena di battute da osteria, non si può rimanere in silenzio rispetto a una visione culturale che arriva a una condanna a priori di incompetenza solo sulla base della provenienza regionale di due colleghi di assoluta credibilità professionale”.
A sua volta il direttore Augusto Minzolini: “Se il Tg1 fosse televeneto magari ci si potrebbe pensare, ma perchè l’avvenimento viene trasmesso in tutta Italia, che sia raccontato da veneti, romani o siciliani mi sembra una questione di lana caprina. Sono polemiche che scadono nel ridicolo”.
In effetti, il problema sta a monte: o un giornalista è preparato o non lo è.
Un giornalista romano può raccontare meglio una regala di Venezia o un Palio di Siena, se è competente, di uno veneto o toscano impreparato.
Col vantaggio, dato che trattasi di una cronaca che va in tutta Italia e costituisce uno spot anche turistico per Venezia, che è preferibile che il cronista parli un corretto italiano, invece che sentire la cadenza o parole dialettali venete.
Stesso discorso faremmo per Genova o per Palermo.
Se poi qualcuno non vuole la diretta Tv, nessun problema: basta che i politici locali lo dicano, così se la vedono da qualche emittente locale e non rompono i coglioni a tutta l’Italia.
Anzi provvedano a verificare che non esistano ripetitori che portino il loro verbo nel mondo civile, in Liguria non vogliamo essere molestati dalle loro considerazioni.
Se poi vogliamo discutere la politica generale della Rai e delle sedi locali, si apre un altro discorso. Sono anni che la Lega ha Marano tra i massimi vertici Rai e una loro rappresentante in Consiglio di amministrazione.
Lottizzati come tutti, quindi non facciano le educande, quando battono come tutti/e sulle tangenziali del Nord Est.
Semmai stiano attenti a non farsi beccare mentre contrattano la prestazione, rischiano una bella multa e la moglie che in attesa a casa per fargli lavare i piatti per un mese.
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