“NON DITE NULLA DELL’ELICOTTERO CHE ABBIAMO VENDUTO A PUTIN”
LAVITOLA AL MANAGER ARRESTATO: “FAMMI FARE A ME, CHE IL BERLUSCONISMO LO PARLO BENISSIMO”
Valter Lavitola sta discutendo al telefono con Paolo Pozzessere, manager di Finmeccanica.
A un certo punto, il faccendiere napoletano introduce l’argomento della sua quota di provvigione per l’affare delle commesse del gruppo Finmeccanica a Panama.
E sbotta: «Lui, quando sa che è una cosa tua, deve rimanè sempre con un po’ di pathos, fammi fa’ a me, che io il berlusconismo lo parlo benissimo».
L’elicottero di Putin
Partiamo dalla fine di questa inchiesta che ha portato ieri all’arresto di un dirigente Finmeccanica, Paolo Pozzessere, per corruzione internazionale.
E cioè dai nuovi scenari investigativi che stanno portando gli inquirenti napoletani a indagare sugli affari di Finmeccanica in Russia. A Mosca.
Siamo nei giorni dell’arresto (aprile scorso) di Valter Lavitola per corruzione internazionale.
Per gli affari a Panama, con il presidente di quel Paese, Ricardo Martinelli. Marco Acca, responsabile delle vendite del settore militare dell’AgustaWestland è a Panama, da Martinelli, e contatta l’amministratore delegato di AgustaWestland, Bruno Spagnolini, per avere la disponibilità a poter rilasciare una dichiarazione nella quale Agusta sostiene di non aver pagato alcuna commissione.
In una seconda telefonata, Spagnolini dice: «Quando parlate di, se doveste dire che ci volano (sui nostri elicotteri, ndr) vari Capi di Stato non menzionate Putin, siccome me l’ha detto il Presidente…».
Sostiene il gip che il riferimento è a «Orsi Giuseppe, presidente e amministratore delegato di Finmeccanica»: «I pm evidenziano che fu lo stesso Orsi a dare notizia dell’acquisto di un elicottero da parte di Putin, con una intervista al “Sole 24ore”: quindi, l’unica spiegazione plausibile di questo cambio di atteggiamento è, secondo i pm, da ravvisare nell’esigenza di tenere riservati gli affari di Finmeccanica con Putin e la Russia in generale».
Pozzessere a Mosca
Va aggiunto che secondo Alessandro Pansa, direttore finanziario di Finmeccanica, sentito il 4 ottobre scorso dai pm, «Paolo Pozzessere, dopo gli articoli di stampa che lo avevano riguardato e che determinarono le sue dimissioni dalla posizione di direttore commerciale, ha assunto la nuova posizione di senior advisor dell’ad di Finmeccanica in Russia, per decisione del nuovo amministratore delegato ingegner Orsi. In tale posizione Pozzessere riferisce direttamente all’ad Orsi». L’uomo di Orsi ha preso casa a Mosca, nello stesso edificio dove abitano il ministro della Difesa e il capo dei Servizi.
Uomo di Stato in incognito
Valter Lavitola non solo risolveva i problemi «personali» del presidente Berlusconi, come Gianpi Tarantini, ma in realtà era l’uomo di Berlusconi per gli affari in America Latina, a Panama, in Brasile, in Argentina.
Scrive il gip che «Lavitola, senza averne alcun titolo, era una sorta di “Uomo di Stato in incognita”».
E dopo aver sudato sette camicie per le commesse a Panama, il faccendiere in carcere dall’aprile scorso, ha chiesto di essere pagato: «Forse, a meno che non succedano ulteriori stronzate, io riesco a raggiungere un accordo con Martinelli in base al quale io mi piglio il 35% di sta società , quindi mi incasso il 35% della commissione».
Panama da dividere
L’inchiesta che ha portato all’arresto di Pozzessere, riguarda in particolare le commesse di tre società (Selex, Telespazio, AgustaWestland) del gruppo Finmeccanica, per 180 milioni di euro con Panama.
Commesse garantite grazie alla missione della delegazione guidata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ha sottoscritto il 30 giugno del 2010 un accordo intergovernativo con il presidente di Panama, Ricardo Martinelli.
«In data 9 agosto del 2010, Selex Sistemi Integrati firmava un contratto del valore di 90,5 milioni di euro per la fornitura di un sistema di vigilanza costiera; in data 19 novembre del 2010, Telespazio Argentina stipulava un contratto del valore di 15,7 milioni di euro per la fornitura della cartografia di base del territorio. Il 7 dicembre del 2010 Agusta concludeva un contratto dal valore di 76,9 milioni di euro per la fornitura di sei elicotteri».
Per queste commesse, attraverso «oneri per assistenza e consulenza alla società “Agafia Corp Sa”, riconducibile a Ricardo Martinelli» le aziende italiane dovevano garantire una provvigione del 10%, 18 milioni di euro. Lavitola al telefono con Pozzessere spiega che ottenendo il 35% della società «Agafia», intasca circa sei milioni di euro di provvigione.
Sistema corrotto
L’inchiesta dei pm napoletani Enzo Piscitelli e John Henry Woodcock racconta il «sistema» Finmeccanica che il gip Dario Gallo censura pesantemente: «È emerso, con riferimento a varie vicende, il preoccupante ricorso da parte di Finmeccanica e società collegate, a pratiche corruttive per l’acquisizione delle commesse di governi stranieri», «in favore dei pubblici ufficiali stranieri preposti all’acquisto di prodotti industriali».
Probabilmente così fan tutti.
Ma intanto se davvero i sospetti della procura di Napoli dovessero trovare conferme (per Panama gli inquirenti napoletani ritengono di avere le prove, per l’India sta procedendo Busto Arsizio), Finmeccanica ne uscirà malridotta.
Il 9 luglio del 2010, Finmeccanica conferisce alla «VL Consulting», di Valter Lavitola, costituita il 16 giugno di quell’anno, un incarico di consulenza per la promozione della immagine di Finmeccanica in Brasile, Argentina, Panama. Mette a verbale Elena Napolitano, responsabile dell’Unità operativa processi commerciali di Finmeccanica: «Per quanto riferitomi da Pozzessere Paolo, la genesi del rapporto tra Finmeccanica e Lavitola è legata al rapporto che Lavitola aveva con Silvio Berlusconi, che appunto lo ha “segnalato”».
Mi manda Silvio
Ma per l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, il ruolo di Lavitola è nello stesso tempo quello di consulente Finmeccanica e di rappresentante di Silvio Berlusconi.
Dice Bono ai magistrati: «Mi recai a Palazzo Grazioli e lì venivo ricevuto da Berlusconi e Lavitola. Il quell’occasione Berlusconi mi disse, alla presenza del Lavitola, di tenere ben presente che il Lavitola era il suo fiduciario per il Brasile».
Caselli ingordo
È il 7 giugno del 2011 quando l’ex presidente del Consiglio Berlusconi chiama Pozzessere: «Sono qui con il nostro senatore, Esteban Caselli… c’è la possibilità di una vendita di aerei da trasporto fabbricati da voi per 600 milioni di dollari all’Aeronautica militare indonesiana… questo signore dice che può organizzare una riunione da tenere a Giakarta…».
Caselli in realtà pretendeva una tangente di «10 milioni di dollari in anticipo». E la trattativa non è mai partita.
Guido Ruotolo
(da “La Stampa“)
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