NOTE SPESE PAZZE: MINZOLINI NEL MIRINO DELLA CORTE DEI CONTI: 66.000 EURO DI SPESE DI RAPPRESENTANZA IN UN ANNO
LA CIFRA E’ PARI A 10 VOLTE LA SOMMA SOLITAMENTE CONSENTITA… IMBARAZZO DEI CONSIGLIERI DI CENTRODESTRA DEL CDA…LA CORTE DEI CONTI HA CHIESTO GLI ATTI RELATIVI ALLE SPESE EFFETTUATE DA MINZOLINI CON LA CARTA AZIENDALE DELLA RAI
Sessantaseimila euro in un anno, 5.500 euro al mese: più o meno cinque volte la paga mensile di un operaio metalmeccanico.
Ammonterebbero a tanto le spese che il direttore del TG1, Augusto Minzolini, avrebbe fatto, utilizzando la carta di credito aziendale della Rai.
Delle “spese pazze” del “direttorissimo” si è occupato ieri il Consiglio di amministrazione della Rai.
Con qualche forte imbarazzo da parte dei membri nominati nel cda dalla maggioranza di centrodestra che fino ad ora hanno sempre difeso a spada tratta l’ex notista politico dela Stampa.
Ma ora il fatto riguarda il bilancio in crisi, un saldo negativo dei conti pubblici della Rai che ha convinto la Corte dei Conti a mettere il naso nelle riunioni del cda, come consente la legge.
E le cose si complicano.
E’ noto che la Rai mette a disposizione dei propri direttori di testata e di rete una carta di credito aziendale per affrontare le spese di rappresentanza.
Una prassi seguita da tante aziende private e pubbliche.
Funziona così anche nel governo per i ministri.
A viale Mazzini il plafond per pagare pranzi e cene o fare dei regali ad ospiti, fonti o autorità istituzionali sarebbe fissato tra i 6.000/7.000 euro l’anno, circa 500 euro al mese.
Un limite storicamente rispettato da (quasi) tutti gli interessati.
Ma, secondo quanto riferisce una fonte interna alla Rai, Minzolini avrebbe speso dieci volte la cifra massima consentita.
E non certo per mangiare banane che, com’è noto, rivestono una parte importante della sua dieta alimentare.
Del profilo contabile della vicenda ora però potrebe occuparsi la magistratura contabile che tiene sott’occhio i disastrosi conti della Rai.
Luciano Calamaro, il magistrato della Corte dei Conti che da qualche settimana partecipa alle sedute del cda Rai, ha ascoltato con pazienza il rendiconto, avrebbe annotato lo stupore dei consiglieri alla lettura del conto e avrebbe immediatamente chiesto gli atti della pratica al direttore generale Masi.Toccherà ora a Calamaro accertare se Minzolini ha speso correttamente o meno il denaro prelevato con la carta di credito.
In Rai il caso è invece già esploso perchè ieri, a viale Mazzini, non si parlava altro che di questo.
Antonio Beccadelli
(da “il Secolo XIX“)
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