OGGI MANIFESTAZIONE A ROMA: LIVELLO DI PERICOLO 8 SU 10
ALL’INTERNO DELL’ALA PIU’ DURA DEL MOVIMENTO ANTAGONISTA PREVALE L’IDEA DELLO SCONTO… ASSALTO AI BANCOMAT, BARRICATE E VERNICI CONTRO GLI AGENTI: QUESTE LE PREVISIONI DELL’INTELLIGENCE
Lo scenario che si prefigura per la manifestazione di oggi è già molto cupo.
Livello di pericolo 8 su 10, secondo le previsioni degli analisti dell’intelligence che stanno fornendo dati e valutazioni alle forze di polizia.
E che fino a mercoledì avevano sperato in una giornata di protesta controllabile e addirittura autocontrollata.
Invece l’espulsione dall’Italia di cinque cittadini francesi fermati a Roma, legati al gruppo anarco-radicale che fa capo a Julien Coupat (un giovane intellettuale accusato nel 2008 di aver sabotato la linea dell’alta velocità nei pressi di Dhuisy e poi al centro di un’aspra polemica per la sua carcerazione forzata, che vide il governo francese contrapposto ad uno schieramento trasversale di giornali e forze politiche), ha fatto accendere un’altra spia d’allarme a conferma del fatto che all’interno del movimento e soprattutto nelle componenti che si muovono ai margini sarebbe ormai passata la linea dello scontro più duro.
Assalti ai bancomat, agli esercizi commerciali, carrelli dei supermercati da usare come arieti per rompere i blocchi delle forze di polizia, macchine idropulitrici per spruzzare di vernice le visiere dei caschi degli agenti e bombe carta di varia potenza in arrivo da Napoli, oltre a tutti gli strumenti di offesa e difesa che sono stati già sperimentati sul campo: caschi, maschere antigas, spranghe, eccetera.
Questo si starebbe preparando, secondo gli analisti. In una escalation che da Piazza San Giovanni, passando per Piazza della Repubblica, dovrebbe portare ad un “innalzamento della conflittualità e ad azioni” contro la sede della Banca d’Italia e gli uffici consolari tedesco e britannico in via XX Settembre e in via San Martino della Battaglia, proseguendo con veri e propri “assedi ed assalti” al Ministero dell’Economia, alla sede della Cassa Depositi e Prestiti e al Consiglio Superiore della Magistratura fino alla acampada finale a Porta Pia, programmata per tutta la notte dopo aver sfondato il cordone di polizia e carabinieri con uno dei camion del corteo, e la costruzione di una barricata davanti al Ministero delle Infrastrutture con l’installazione di tende e gazebo su via Nomentana.
Gli analisti stimano la consistenza del corteo in 7-8mila unità , quella del blocco dei più violenti in circa 200 unità e in 100 unità quella relativa alla componente anarchica, con possibili infiltrazioni di cellule da Francia e Germania, legata a doppio filo al centro sociale Acrobax di Roma, che avrebbe espresso la linea più dura.
Un punto interrogativo non trascurabile sarebbe inoltre rappresentato da alcune centinaia di antagonisti arrivati al seguito delle tifoserie per assistere alla partita Roma-Napoli, che avrebbero intenzione di rimanere in città durante la notte per poi partecipare al corteo.
E proprio la notte dovrebbe chiarire le posizioni all’interno della galassia dei gruppi in vista della manifestazione.
Da una parte i più intransigenti, intenzionati a forzare la mano per cercare una rottura del corteo. Dall’altra comitati di lotta ambientalisti e contro le grandi opere (No Tav, No Muos), Movimenti per l’Abitare, movimenti per i diritti e i beni comuni, area di San Precario, Sindacati di base e molti centri sociali, che vorrebbero evitare di cadere nella “trappola” dello scontro e della conseguente repressione da parte delle forze dell’ordine.
Obiettivo comune resta l’occupazione delle piazze (San Giovanni, Porta Pia), con l’intento di tenerle “a qualsiasi costo” almeno fino a tutta domenica, ispirandosi alle occupazioni popolari avvenute in Turchia, Spagna e Grecia, per dare un segnale d’opposizione forte al sistema (e al governo) e cercare di aggregare così maggiore consenso popolare su temi a carattere sociale. Se sarà una giornata di protesta o di guerriglia lo scopriremo tra qualche ora.
Al momento però il barometro, avvertono gli analisti dell’intelligence, tende al peggio.
(da “Huffingtonpost“)
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