ORA MARINE LE PEN RISCHIA DI NON ARRIVARE AL BALLOTTAGGIO, L’ULTIMO SONDAGGIO
MACRON 22%, LE PEN 22%, MELENCHON 20%, FILLON 19%: E’ LOTTA ALL’ULTIMO VOTO… MA GLI INDECISI SONO ANCORA TANTI
A nove giorni dalle presidenziali in Francia difficile dire chi passerà il primo turno, il 23 aprile. Sono 4 i candidati quasi alla pari.
Jean Luc Melenchon, il leader del movimento di estrema sinistra ‘La France insoumise” (la Francia non sottomessa) è la grande sorpresa di questa campagna elettorale.
Le formidabili performance dell’ex socialista e parlamentare europeo, sembrano alla fine aver fatto breccia e convinto molti che Jean Luc abbia le phisique du rà’le.
Melanchon è dato al 20%, contro il 22% circa di Emmanuel Macron, ex ministro dell’economia del governo Valls — altra sorpresa politica della campagna — e della leader del Fronte nazionale Marine Le Pen.
Quarto con il 19% dei consensi, Franà§ois Fillon, che all’inizio della campagna elettorale aveva quasi messo un’ipoteca sull’Eliseo. La sua ascesa invece si è arrestata a causa di un’inchiesta giudiziaria. Il candidato Fillon è stato infatti formalmente accusato di malversazione di fondi pubblici, in modo particolare di aver dato alla moglie un posto di lavoro fittizio. A poco sono servite le sue dichiarazionidi innocenza per risalire la china dei sondaggi.
Non è decollata la candidatura di Benoit Hamon, attualmente quinto nelle intenzioni di voto, perchè considerato troppo a sinistra da alcuni e da altri un esponente del partito socialista che ha governato male la Francia negli ultimi 5 anni.
In molti scommettono in un ballottaggio Macron-Le Pen , con una netta vittoria del primo al ballottaggio.
Ultimo ma non meno importante a nove giorni dal primo turno,su circa 47 milioni di elettori, il 40% si dice ancora indeciso.
Vi sono però alcuni trend che vale la pena esaminare.
FILLON
Se i Repubblicani avessero cambiato cavallo a tempo debito non ci sarebbe stata partita per l’Eliseo. Insistere su un candidato “compromesso” è stato un errore imperdonabile. Ha conservato però lo zoccolo duro del suo elettorato ma solo un miracolo può portarlo al ballotaggio.
MACRON
E colui che rischia in fondo di meno e ciò gli permette di essere più spontaneo: ha creato il suo movimento “En marche” pochi mesi fa, è passato dall’8% dei sondaggi al 22%, pesca voti a destra come a sinistra, è un riformista moderato, comunque vada sarà un successo. Ha un elettorato meno fidalizzato degli altri, in quanto non ha un partito strutturato alle spalle: potrebbe essere un difetto, ma anche un pregio. E’ la prima vera sorpresa di queste presidenziali, se passa al ballottaggio vince facile.
MELENCHON
E’ il candidato che ha rivitalizzato la sinistra-sinistra e colui che ha usato meglio i dibattiti televisivi dove è sempre uscito vincente. In due settimane è passato dal 10% al 20%, sottraendo voti al candidato socialista Hamon, ma anche a Marine Le Pen, una variabile che non era stata messa in conto dal Front National. La salita di Melenchon ha fatto perdere il 5% di consensi alla Le Pen perchè “si è ripreso” il voto operaio e degli incazzati che fino a ieri erano territorio di caccia di Marine.
Toni alti, feroci critiche all’Europa, populismo e 70.000 persone a sentire il suo comizio a Marsiglia. E’ a due punti dal ballottaggio, ma se avanza lui è più facile che cali la Le Pen piuttosto che Macron.
LE PEN
Dal’Eliseo a possibile esclusa dal ballotaggio in pochi mesi in cui non ne ha azzeccata una. E le sue ultime due sparate potrebbero esserle fatali. Il declino è cominciato coi dibattiti Tv dove ha mostrato tutti i suoi limiti e finendo sempre ultima nei rilievi degli istituti di sondaggi dopo le trasmissioni. Solo slogan, un disastro in economia, impacciata di fronte agli attacchi sulla penosa vicenda dei dipendenti personali pagati con i soldi Ue. Come si fa a parlare di legalità se ti rifiuti di presentarti ai giudici rivendicando l’immunità parlamentare come la peggiore kasta? E le tasse pagate su immobili dichiarati a un valore minore del reale? Poi l’ultimo harakiri: negare le responsabilità del governo collaborazionista con le persecuzioni degli ebrei in Francia e oggi l’attacco al Papa, reo di predicare la dottrina cristiana sui profughi.
Spiazzata dalla rimonta di Melenchon nei quartieri operai delle banlieu che sta riportando a casa l’elettorato di sinistra. Anche se arrivasse sul filo di lana al ballottaggio, destinata alla sconfitta al secondo turno. Se non ci arriva non le resta che accompagnare Salvini ai giardinetti.
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