“ORA RENZI FACCIA QUALCOSA DI SINISTRA”: LA PROVOCAZIONE DI STAINO SULLA CHIUSURA DE “L’UNITA'”
“POSSIBILE CHE MISTER 41% NON RIESCA A TROVARE QUATTRO IMPRENDITORI PER SALVARE IL GIORNALE?”
L’Unità esce con le pagine bianche, ” pagine di protesta ma soprattutto di allarme.
Per spiegare, senza troppi giri di parole, come sarà il mondo dell’informazione senza la voce dell’Unità “.
Il giornale fondato da Antonio Gramsci 90 anni fa sospende le pubblicazioni dall’1 agosto. Non sono bastate le parole del premier Matteo Renzi, segretario del Partito democratico, per rassicurare la redazione del giornale.
Sergio Staino, storico vignettista del quotidiano, in un’intervista a Repubblica si appella a Renzi: “Ora faccia qualcosa di sinistra. E’ lui che deve decidere se salvare o non salvare un giornale che è un pezzo importante dell’identità di questa sinistra. E’ tutto nelle sue mani”.
Ed è proprio a Renzi che il direttore Luca Landò dedica una parte del suo editoriale: “Davvero Mister 41% non è in grado di parlare con quattro imprenditori in Italia? Difficile crederlo, a meno che l’obbiettivo non fosse quello di utilizzare il potere di veto per portare l’Unità sull’orlo del baratro o anche oltre”.
E’ il Partito democratico il principale bersaglio di Landò: “Vorremmo davvero poter escludere che il Pd abbia preferito arrotolare una bandiera e mandare a casa 80 lavoratori, piuttosto che impegnarsi davvero per garantire un presente e un futuro a questo giornale”.
E poi: “La verità , inutile girarci intorno, è che il Pd non ha fatto molto per impedire che l’Unità cadesse di nuovo nel buio della chiusura. Certo, l’Unità ha criticato più volte le scelte di Renzi, ma lo stesso abbiamo con Cuperlo e Civati”.
Landò ripercorre poi altri momenti bui della storia del giornale, “E’ la terza volta che ci spengono, ma non ci fermiamo”, è il titolo del suo articolo.
Anche il Cdr scrive un comunicato in cui attacca il Pd: “Sapevamo che altre ipotesi (oltre all’offerta di Daniela Santanchè, ndr) erano percorribili, e anche che il Pd si stava occupando della vicenda. Lo sapevamo e lo speravamo. Evidentemente ci siamo sbagliati. E a pagare oggi siamo innanzitutto noi”.
E ancora: “Oggi è un giorno di lutto per la comunità dell’Unità , per i militanti delle feste, per i nostri lettori, per la democrazia, Noi continueremo a combattere, a chiedere a chi ci promette un fururo di darci certezze oggi. Di assicurare solidità patrimoniale. E a chi promette invece sostegno politici, diciamo che oggi è tardi per esprimere solidarietà “.
Che dell’Unità a Renzi non abbia mai fregato nulla qualcuno tarda ancora a capirlo: a lui interessa solo tutto ciò che è funzionale ai suoi interessi e alla sua ambizione.
Ci vuole così tanto a comprenderlo?
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