PAGATI 8 MILIONI PER COSTRUIRE UNA PRIGIONE IN ALBANIA, MA I DETENUTI ALBANESI RESTANO NELLE NOSTRE CARCERI
SEI ANNI FA ABBIAMO EDIFICATO A NOSTRE SPESE IL CARCERE DI PEQUIN: AVREBBE DOVUTO ACCOGLIERE I MILLE DETENUTI ALBANESI OSPITI DEI NOSTRI ISTITUTI DI PENA… NE HANNO PRESI TRENTA IN SEI ANNI E CI HANNO MESSO I LORO DELINQUENTI LOCALI… CENTO MILIONI L’ANNO IL COSTO CHE L’ITALIA SOSTIENE PER GLI ALBANESI NELLE NOSTRE CARCERI
E’ uno dei tanti scandali italiani, in questo caso italo-albanese, e non solo, un discorso simile riguarda anche la Romania.
Partiamo da un dato: sono circa mille i detenuti albanesi con condanne definitive nelle carceri italiane. Altrettanti sono quelli di origine romena.
Con l’Albania stipuliamo un accordo nel 2002 che prevede il rimpatrio dei detenuti albanesi con condanne definitive, anche senza il loro consenso. Ma l’accordo fatto resta inapplicato: tra lungaggini, ritardi, sfiancanti controlli dei detenuti da rimpatriare da parte delle autorità locali, sapete quanti albanesi abbiamo rispedito nelle carceri di Tirana in quasi sette anni? Trenta.
Stesso discorso viene impostato nel 2003 con il governo di Bucarest: rimpatrio dei detenuti con sentenza definitiva.
Bucarest prima firma l’accordo, poi nei fatti lo ostacola con controlli interminabili da parte della loro magistratura, la macchina burocratica si inceppa anche in Italia.
Conclusione: sei anni, due detenuti rimpatriati.
Questi sono dati ufficiali del Ministero, non ci inventiamo nulla. Questi duemila e passa detenuti, albanesi e romeni, congestionano ulteriormente i nostri già asfittici penitenziari e costano al contribuente cifre altissime.
Dati ufficiali: un detenuto costa 100mila euro l’anno. Breve calcolo: sono cento milioni l’anno che ci costano i mille detenuti albanesi e altri cento milioni quelli romeni.
Totale duecento milioni: pensate che per rinnovare il contratto alle forze dell’ordine ( una miseria peraltro) sono stati spesi 100 milioni, la metà di quanto spendiamo per ospitare nelle nostre carceri questi 2.000 detenuti.
Eppure il governo precedente e attuale parlano sempre di contatti con i governi di Tirana e Bucarest, di collaborazione, di intesa, di programmi comuni: tutte palle.
Non riusciamo neanche a far rispettare gli impegni assunti, ma state tranquilli che non blocchiamo certo per questo gli accordi economici con quei Paesi.
L’importante è fari affari, il resto non conta, tanto paga il contribuente.
Ma lo scandalo più vergognoso è un altro ancora.
Prima Fassino e poi Castelli negli anni scorsi costruiscono, a spese ovviamente dell’Italia, un carcere a Pequin, non lontano da Tirana, destinato a ospitare i detenuti albanesi in arrivo da San Vittore, Poggioreale e Regina Coeli e prigioni varie della nostra penisola.
Il carcere costa alla fine 8 milioni di euro, ha 500 celle e viene inaugurato nel 2003.
Peccato che di detenuti albanesi dall’Italia non si muoverà nessuno, anzi giusto 30.
Gli albanesi fanno prima: lo riempiono con i criminali di casa, i locali. Cosa c’è di meglio che farsi costruire gratis un carcere moderno dai “fessi”, e poi riempirlo con detenuti stanziali?
Noi abbiamo pagato l’opera e le autorità albanesi l’hanno usata… ottimo investimento di cui nessuno ha mai risposto.
Ultima chicca per capire l’andazzo: nel 2008 l’Italia consegna a Tirana una black list di 28 nomi di albanesi condannati in Italia a pene pesantissime, superiori a 25 anni.
Tutti latitanti in Albania, tutti che vivono alla luce del sole e rintracciabili.
Volete sapere quanti le autorità albanesi ne hanno arrestati per poi magari consegnarli alle autorità italiane? Zero.
E qualcuno ancora si illude di trattare con certi governi?
Se facessimo leva sugli scambi commerciali avremmo sicuramente maggiore influenza, ma quelli non si toccano, interessano troppe persone di grado elevato, meglio non creare disturbo.
Tanto i contribuenti fessi continuano a pagare… e i soldi per i terremotati poi non si sa dove trovarli…
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