“PANNELLA SA QUANTO LO AMO”
MONTALE, PASOLINI, MONTANELLI, 15 GRANDI DELLA STORIA RACCONTANO
Indro Montanelli lo definiva con ammirazione “un Brancaleone, uno sparafucile, un saccheggiatore di pollai, un gigionesco mattatore, capace di rubare il posto a un morto nella bara pur di mettersi al centro del funerale”.
E Marco Pannella rispondeva a distanza: “Ma io sono un cornuto divorzista, un assassino abortista, un infame traditore della Patria con gli obiettori, un drogato, un perverso pasoliniano, un mezzo-ebreo, mezzo-fascista, un liberal borghese esibizionista, un nonviolento impotente. Faccio politica sui marciapiedi”.
Infiniti sono gli aggettivi che i grandi della politica e della cultura hanno utilizzato per tentare di circoscrivere l’imprendibile Pannella, larger than life direbbero gli inglesi, amatissimo e odiatissimo ma sempre apprezzato e venerato.
Da Gianni Agnelli che gli avrebbe affidato la pubblicità della Fiat per la sua capacità di essere virale ante-litteram, a Eugenio Montale che lo inseriva nell’olimpo degli uomini indispensabili al progresso, fino al litigio con Pasolini che però dichiarò “Pannella sa quanto lo amo”, il leader dei radicali appena deceduto a Roma ha collezionato una lunga lista di apprezzamenti, dichiarazioni d’amore intellettuali e illustri adesioni al suo movimento politico.
Che la terra ti sia lieve, Marco.
Leonardo Sciascia
Leonardo Sciascia fu parlamentare radicale dal 1979. Scrisse: “Marco Pannella è il solo uomo politico italiano che costantemente dimostri di avere il senso di diritto, della legge e della giustizia. Ce ne saranno altri, ma senza volto e senza voce, immersi e sommersi in partiti la cui sensibilità ai problemi di diritto soltanto si manifesta quando qualche mandato di cattura raggiunge uomini del loro apparato: per il resto, se ne stanno in silenzio; e anzi, certi arbitri dell’amministrazione della giustizia, quando toccano altri, di altri partiti, li mettono in conto dell’alacre ed esatto agire dei giudici. Ciò fa parte della vecchia e fondamentale doppiezza della vita italiana, buono e giusto è quel che facciamo noi o da cui noi caviamo comunque vantaggio; cattiva, ingiusta e da punire è la stessa, identica azione fatta dagli altri. Pannella, e le non molte persone che pensano e, sentono come lui (e con le quali mi onoro di stare), si trovano dunque ad assolvere un compito ben gravoso e difficoltoso: ricordare agli immemori l’esistenza del diritto e rivendicare tale esistenza di fronte ai giochi di potere che appunto nel vuoto del diritto, o nel suo stravolgimento, la politica italiana conduce”. (Marco Vecellio, “Marco Pannella. Biografia di un irregolare”, Rubbettino edizioni)
Ugo Tognazzi
Tognazzi fu uno dei numerosi artisti, attori e cantanti che nei decenni aderirono al partito radicale. Durante una trasmissione di Pippo Baudo cominciò a parlare in favore della legalizzazione della marijuana, suscitando lo sgomento del conduttore
Eugene Ionesco
“Lo giuro: tutte le mie deboli forze saranno dedicate a far vivere il Partito Radicale di cui non so nulla e di cui ignoravo l’esistenza, ma ho fiducia in Pannella”.
Pier Paolo Pasolini
Pasolini non usava mai la locuzione: “Ti amo”. Eppure scrisse sul «Corriere della Sera»: “Pannella sa quanto lo amo”. Ma aveva anche definitivo i radicali “schiavi della norma e del capitale”. Nel novembre del 1975 avrebbe dovuto partecipare al congresso dei radicali. Poichè fu ucciso poco prima, Vincenzo Cerami lesse il suo intervento. Ecco uno stralcio: “A proposito della difesa generica dell’alterità , a proposito del divorzio, a proposito dell’aborto, avete ottenuto dei grandi successi. Ciò — e voi lo sapete benissimo — costituisce un grande pericolo. Per voi — e voi sapete benissimo come reagire — ma anche per tutto il paese che invece, specialmente ai livelli culturali che dovrebbero essere più alti, reagisce regolarmente male. Cosa voglio dire con questo? Attraverso l’adozione marxistizzata dei diritti civili da parte degli estremisti — di cui ho parlato nei primi paragrafi di questo mio intervento — i diritti civili sono entrati a far parte non solo della coscienza, ma anche della dinamica di tutta la classe dirigente italiana di fede progressista”. (Valter Vecellio, “Marco Pannella. Biografia di un irregolare” Rubbettino ed.
Eugenio Montale
“Dove il potere nega, in forme palesi, ma anche con mezzi occulti, la vera libertà , spuntano ogni tanto uomini ispirati come Andrei Sacharov e Marco Pannella, che seguono la posizione spirituale più difficile che una vittima possa assumere di fronte al suo oppressore. Il rifiuto passivo. Soli e inermi, essi parlano anche per noi”.
Franco Battiato
Nel 2015 il cantante è apparso a fianco di Marco Pannella per la campagna a favore del diritto umano universale alla conoscenza.
Enzo Tortora
Lettera che Enzo Tortora scrisse dal carcere a Pannella: “Non è vero che l’Italia ‘ha abolito la pena di morte’. Abbiamo un boja in esercizio quotidiano, atroce, instancabile. Ma non vogliamo vederlo. La sua scure si abbatte, ogni minuto, sul corpo di uomini e di donne, e li squarta vivi, in ‘attesa’ di un giudizio che non arriva mai. L’uomo qui è niente, ricordatevelo. L’uomo qui può, anzi deve attendere. L’uomo qui è una ‘pratica’ che va ‘evasa’ con i tempi, ignobili, della crudeltà nazionale. L’Italia, e ricordate anche questo, è ormai immersa nella cultura del disprezzo. Non si deve nemmeno più vivere”. (da “Marco Pannella. Biografia di un irregolare”, cit.)
Gianni Agnelli
Si racconta che Gianni Agnelli, alla domanda su a chi avrebbe affidato, potendolo fare, l’incarico di «lanciare» e pubblicizzare un suo prodotto, abbia risposto senza esitazione alcuna: “A Pannella”. (da “Marco Pannella. Biografia di un irregolare”, cit.)
Vasco Rossi
“Ascoltate Radio radicale ragazzi perchè serve!”, ha detto un giorno Vasco. “Pannella è il mio alter-ego nella politica”.
Indro Montanelli
“Per capire Pannella bisogna rivoltarlo come si faceva con le stoffe inglesi di una volta, il cui rovescio era meglio del diritto. Visto di faccia, è un Brancaleone, uno sparafucile, un saccheggiatore di pollai, un gigionesco mattatore, capace di rubare il posto a un morto nella bara, pur di mettersi al centro del funerale. Ma è anche lo sceriffo che, disarmato, va a sfidare il gangster nella sua tana. Pannella è figlio nostro, un figlio discolo e protervo, un Giamburrasca devastatore che dopo aver appiccato il fuoco ai mobili e spicinato il vasellame, è scappato di casa per correre le sue avventure di prateria. Ma in caso di pericolo o di carestia, ve lo vedremo tornare portandosi al seguito mandrie di cavalli e di bufali selvaggi, quali noi non ci sogneremmo mai di catturare e domare”
Miguel Bosè
Il cantante e artista spagnolo aderì al partito radicale dopo un incontro con Marco Pannella.
Jean-Paul Sartre
“Un Partito Radicale internazionale che non avesse nulla in comune con i partiti radicali attuali in Francia? E che avrebbe, ad esempio, una sezione italiana, una sezione francese, ecc.? Conosco Marco Pannella, ho visto i radicali italiani e le loro idee, le loro azioni; mi sono piaciuti. Penso che ancora oggi occorrano dei partiti, solo più tardi la politica sarà senza partiti. Certamente dunque sarei amico di un simile organismo internazionale”.
Emma Bonino
“Le persone a cui devo di più sono mia madre e Marco. Lui nemmeno lo sa, ma mi ha insegnato a fare e pagare in prima persona le cose che si suggeriscono agli altri”
Giulio Andreotti
“Io sono quello a cui l’impiegato un po’ spaurito che ha dato sempre del Lei al capo ufficio dice per strada, vincendo la sua frustrazione e la sua cultura: ‘Ciao Marco’. E se un sedicenne sta per bucarsi e Andreotti gli dice “Non lo fare”, lui corre ad infilarsi l’ago in vena. Se glielo dice Berlinguer, idem. Se glielo dico io, almeno aspetta mezz’ora”.
Enrico Berlinguer
Tempestosa la relazione con il Pci di Enrico Berlinguer. Durante il congresso del 1979 equiparò il terrorismo brigatista ai partigiani di via Rasella e per questo i dirigenti comunisti lo denunciarono per vilipendio delle forze armate della Resistenza. Pannella fu bollato come “Nosferatu”. E disse: “Ieri sono andato al Congresso del Pci con questo loden blu che conoscete, è lì sul tavolo. L’ho comprato in gennaio una sera a Trieste, con una mezza bora, perchè crepavo di freddo. E oggi «L’Unità » scrive che sono andato lì con un mantello nero, come Dracula, a provocare e a farmi cacciare dal Congresso urlante”.
(da “Huffingtonpost”)
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