“PENSAVO FOSSERO SOLDI DI FAMIGLIA”: LA TESI DI RICCARDO BOSSI NEL PROCESSO DI APPROPRIAZIONE INDEBITA
“MI RIVOLGEVO AI COLLABORATORI DI MIO PADRE PERCHE’ LUI ERA SEMPRE IMPEGNATO, NON SAPEVO CHE ERANO FONDI DEL PARTITO”
Riccardo Bossi «non si è mai rivolto alla Lega per avere quei soldi, ma li ha chiesti al padre, tramite la segretaria Loredana, solo per il 2011 e pensava fossero soldi di famiglia».
È la linea difensiva del primogenito del fondatore del Carroccio, anticipata dal suo legale, Agostino Maiello, fuori dall’aula del processo con rito abbreviato (a porte chiuse) nel quale il figlio del Senatur, imputato per appropriazione indebita perchè avrebbe fatto spese personali con i fondi del partito, è stato interrogato.
Rapporti difficili
Il difensore di Riccardo Bossi, che ha depositato al Tribunale una memoria, ha spiegato che il suo cliente, «non ha mai chiesto i soldi all’ex tesoriere» del Carroccio, Francesco Belsito, ma ad altri collaboratori del padre al quale, invece, «non si rivolgeva direttamente perchè con lui aveva rapporti difficili o era sempre impegnato».
Soldi, ha ripetuto l’avvocato, «di cui non sapeva la provenienza».
«Lui non c’entra con il partito» dal quale però, ha proseguito l’avvocato, «riceveva un emolumento di 3.200 euro al mese per sponsorizzare la Lega all’estero durante le gare automobilistiche».
«Solo nel 2011»
Rispondendo alle domande del pm Paolo Filippini, l’avvocato di Bossi ha spiegato che il suo cliente «non può rispondere di queste somme» e poi che «ci sono addebiti per 20/25 mila euro relativi alle macchine che proprio non lo riguardano».
E per dimostrare la sua tesi Riccardo Bossi, con il suo legale, ha depositato anche una serie di documenti «che avrebbe dovuto produrre il pm», sottolinea l’avvocato, e che «riguardano le sue fonti di reddito. Vorrei sottolineare che il mio assistito è indipendente da quando ha 22 anni: per una sola vola nella sua vita, nel 2011, ha avuto bisogno del padre, per il resto se l’è sempre cavata da solo».
«Per quell’anno non aveva disponibilità finanziarie – ha proseguito l’avv. Maiello – in quanto è venuta meno una sponsorizzazione consistente. Così ha pensato di rivolgersi alla segretaria del padre, Loredana Pizzi», la cui richiesta di citazione come teste della difesa «non è stata accolta dal giudice».
Spese per 158 mila euro
Quanto a Belsito, Riccardo Bossi «l’avrà visto sì e no una decina di volte – ha aggiunto il difensore – e non conosceva gli addetti ai lavori della Lega. Lui era un semplice militante e nulla di più».
Ora Riccardo Bossi – è l’unica cosa che ha detto prima dell’interrogatorio – lavora per un’azienda estera che tratta petrolio.
Al primogenito dell’ex leader della Lega sono stati contestate spese personali attorno ai 158.000 euro, denaro usato per pagare anche «il mantenimento dell’ex moglie», l’abbonamento della pay-tv, luce e gas e anche il veterinario per il cane.
(da “il Corriere della Sera”)
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