PERCHE’ LA RAGGI NON HA DIFESO LA LANZILLOTTA DAL SESSISMO TASSISTA?
COME TUTTE LE PERSONE CIVILI HANNO DIFESO LEI DAL TERMINE “PATATA BOLLENTE”, FORSE CHE NON MERITAVANO UNA CONDANNA GLI SLOGAN “LANZILLOTTA E’ UNA MIGNOTTA, LE FAREMO…” ?… O VALGONO SOLO I VOTI CON CUI I TAXISTI ROMANI TI HANNO PORTATA IN CAMPIDOGLIO?
Virginia Raggi ha costruito parte del suo consenso elettorale sulla filiera romana dei taxi. E oggi è scesa in campo al fianco della categoria.
“Noi siamo con voi, per noi il servizio di trasporto pubblico non di linea è fondamentale. È il biglietto da visita della città , deve essere regolamentato in maniera chiara, può essere sicuramente migliorato però le riforme dall’alto sicuramente non ci piacciono e sicuramente complicano tutto il sistema”.
A parte il piccolo dettaglio che da una settimana un servizio pubblico viene interrotto discrezionalmente, che una città come Roma (ma non solo quella) venga bloccata in molti suoi snodi vitali, che il tenore delle proteste comprenda bombe carta, insulti, e faccia a faccia poco amichevoli con le forze dell’ordine, che quella difesa sia la stessa categoria che sostenne la conquista del Campidoglio da parte di Gianni Alemanno; a parte tutto questo è una decisione politicamente legittima e più o meno condivisibile.
Cercando dunque di tenere al di fuori di queste considerazioni una cornice complessiva assai discutibile per come la protesta si estrinseca, c’è un aspetto sul quale quel “Noi al fianco dei tassisti” twittato dalla prima cittadina è inaccettabile.
Ed è la fogna sessista riversata sull’autrice dell’emendamento contestato, la senatrice Linda Lanzillotta, dal presidio dei tassinari di Porta Pia.
Un profluvio di “Lanzillotta è una m….tta, le faremo …” – con una lunga serie di variazioni sul tema che per decenza omettiamo – intonate con ferocia e sorprendente violenza verbale da centinaia di appartenenti alla categoria, riuniti sotto il ministero dove Graziano Delrio stava incontrando una loro delegazione.
Giustamente il sindaco di Roma è stato sommerso da un fiume di solidarietà per il titolo di Libero di qualche giorno fa, il famoso “Patata bollente”.
In quanto donna, anzitutto, e in quanto donna che fa politica.
Al pari di ciò, l’assenza di una presa di distanza su un così volgare, feroce, ripetuto e reiterato attacco sessista a una collega (in quanto donna, e in quanto donna che fa politica), è grave in modo preoccupante.
E svilisce, da qualunque punto di vista lo si voglia prendere, l’attestato di solidarietà alla categoria, anche se bene a fatto a prendere le distanze dalla violenza.
Dando cittadinanza e copertura politica a forme e modi di protesta che comprendono l’insulto gratuito e sessista come elemento centrale e qualificante del dissenso.
Guarentigie inaccettabili in un maturo stato democratico.
Francamente sovviene qualche dubbio che lo saranno anche nel visionario futuro a 5 stelle.
Pietro Salvatori
(da “Huffingtonpost”)
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