PERCHE’ NON MI PIACE LA LETTERA DEL MARITO A VIRGINIA RAGGI
MA NON POTEVANO PARLARSI IN CASA A VOCE?
Il marito di Virginia Raggi, neo sindaco di Roma, primo sindaco donna della Capitale, con perfetto tempismo ha pubblicato subito dopo la notizia della vittoria della moglie una lettera alla consorte.
Lo ha fatto sul suo blog di cittadino e poi l’ha diffusa attraverso il suo profilo Twitter. C’è una bella foto della Raggi, in apertura del post.
C’è una rievocazione del suo percorso politico, partito “da un tavolino acquistato per fare un infopoint”.
Poi però ci sono un paio di note stonate. “Ti rendi conto? Quello che ho sempre saputo si è realizzato” comincia Andrea Severini.
Molta fiducia nella moglie, certo, ma anche a quanto pare una certa capacità medianica.
E poi, la parte che trovo più imbarazzante: “Sono 21 anni che ti conosco, ora per noi è un momento difficile è inutile nasconderlo, ma io sarò sempre accanto a te. Cercherò di proteggerti il più possibile anche da lontano”.
Senza conoscere nè la Raggi nè suo marito, senza voler sapere niente del loro matrimonio (come immagino la maggior parte dei cittadini romani, sia quelli che l’hanno votata sia quelli che non l’hanno votata), e pure tenendo conto delle stesse dichiarazioni della neo sindaca, che ha ammesso un momento difficile della lunga relazione con il marito, negando però di avere altre relazioni, sinceramente la sera della vittoria elettorale non mi pare il momento migliore per scrivere una lettera pubblica sulle difficoltà del loro rapporto.
E mi sono chiesta: ma se la Raggi fosse stata un uomo, la consorte si sarebbe mai comportata così? O avrebbe magari taciuto questo aspetto, facendogli godere la vittoria?
Che cosa ne dobbiamo inferire, noi donne, così superficialmente e senza sapere nulla di più? Che il prezzo che si paga, ancor prima di cominciare a lavorare da sindaco, è che la famiglia entra in crisi? E che il marito ne diventa vittima?
“Ah, una cosa ancora, mi manchi da morire, tuo marito, Andrea” finisce la missiva.
Sarò io bacchettona, perchè l’esposizione pubblica dei sentimenti mi infastidisce, ma sarei curiosa di sapere cosa pensa Virginia Raggi di questa lettera.
E se qualcuno giudicherà che sono malfida e che penso male, pazienza.
Lara Crinò
(da “L’Espresso”)
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