POLEMICHE SUL DECRETO LEGGE SUL TERREMOTO: MA I SOLDI VERI DOVE SONO?
NEL DECRETO LEGGE CHE SI STA APPRONTANDO I SOLDI VERI AMMONTANO SOLO A 1 MILIARDO DI EURO, GLI ALTRI SETTE SONO SPALMATI FINO AL 2033… LE CASETTE TEMPORANEE CHE DOVREBBERO ESSERE PRONTE A SETTEMBRE, ORA SI PARLA DI 400 MILIONI PER IL 2009 E DI 300 NEL 2010… IL FAMOSO CONTRIBUTO DI 150.000 EURO PER CHI VUOLE RICOSTRUIRSI LA CASA DIVENTEREBBE DI 50.000 EURO REALI, 50.000 EURO IN CREDITO D’IMPOSTA AMMORTIZZABILE IN 22 ANNI E 50.000 EURO IN MUTUO A TASSO AGEVOLATO A CARICO DEL TERREMOTATO.
Qualche attento lettore ricorderà che quando il governo in pompa magna aveva buttato giù le cifre per la ricostruzione avevamo espresso una modesta osservazione.
Si era partiti con Maroni che aveva sparato 12 miliardi di euro necessari per la ricostruzione ( e noi avevamo ipotizzato che il costo reale fosse di circa la metà ).
Poi era seguito un periodo in cui il motto sembrava essere “bambole non c’è una lira” e ogni giorno si ipotizzava “di tutto di più”: dal 5 per mille all’8 per mille, dalle lotterie alla tassa sui redditi alti, dallo storno dei fondi europei per il Sud ( come avvenuto per finanziare gli ammortizzatori sociali) ad un aumento delle accise sul carburante e sul tabacco.
All’improvviso il cambio di rotta: al motto “i soldi li abbiamo, nessun problema” e del “non toccheremo le tasche degli italiani”, ecco ricomparire la disponibilità della cifra di 8 miliardi. Eravamo stati forse gli unici a porci un’elementare domanda: ma se fino a ieri avevamo le pezze al culo, com’è possibile che oggi i soldi siano ricomparsi copiosamente?
Va beh, saremo i soliti pessimisti, gli eterni inguaribili perplessi, abbiamo pensato.
Ma a distanza di pochi giorni, da un primo esame del decreto legge sul terremoto che si sta approntando, stanno emergendo elementi tutt’altro che rassicuranti e che stanno scatenando le prime polemiche politiche, destinate ad aumentare nei prossimi giorni.
Vi anticipiamo qualche elemento di riflessione.
Intanto dei famosi 8 miliardi di cui si è parlato, ora ben 5, pare, saranno ricavati dalle lotterie, dai “gratta e vinci” e ruote della fortuna varie, nonchè da ipotetiche entrate non quantificabili di lotta all’evasione.
Entrate virtuali in parte e comunque sulla schiena del cittadino che gioca i numeri al lotto con soldi di sua tasca.
Queste entrate verrebbero poi spalmate fino al 2033 per chi sopravviverà a quella data: in pratica si finanzierà il terremoto per ben 24 anni onde racimolare quei soldi che in origine sarebbero stati cash.
Ma quanto ci sarebbe allora di spendibile subito? Il solito 1 miliardo di euro che c’era prima. Nulla di più.
Tolte le spese per l’emergenza immediata, resterebbero 700 milioni per costruire le casette temporanee entro settembre.
E qui leggiamo però che per edificarle si prevede una spesa di 400 milioni di euro nel 2009 e di altri 300 nel 2010.
Se ne deve dedurre che solo poco più della metà saranno edificate entro dicembre 2009, mentre le altre saranno spalmate a tutto il 2010.
Se fosse così, nella migliore delle ipotesi, prima del freddo, solo la metà dei terremotati avrebbe un tetto in legno ( i moduli abitativi condominiali previsti sono casette in legno a due-tre piani). Passiamo adesso alla questione più delicata: la ricostruzione delle case in pietra, per cui tutti ricorderete la garanzia di elargire 150.000 euro per chi aveva vista la propria casa distrutta e 80.000 a chi l’aveva avuta danneggiata.
Con quei soldi cash, ognuno avrebbe cosi potuto far fare i lavori come meglio avrebbe voluto.
Dagli allegati del decreto ora emerge quanto segue: 50.000 euro vengono dati in contanti e sarebbero gli unici soldi veri.
Altri 50.00, infatti, lo Stato li tramuterebbe in credito d’imposta ( cioè la famiglia terremotata non pagherà imposte e recupererà la somma in 22 anni, dicasi 22).
Infine altri 50.000 euro saranno garantiti da un mutuo a tasso agevolato sempre a carico del terremotato che dovrà pagarselo.
In pratica con solo 50.000 euro in contanti e un bel mutuo sulla schiena, il terremotato dovrebbe trovare qualcuno che gli costruisca una casa e pagarsela per la differenza, oltre i 100.000 euro a cui potrebbe arrivare, facendosi il mutuo da aggiungere al contante.
Senza contare che già la cifra di 150.000 euro era una quotazione minima e sottodimensionata rispetto ai lavori di recupero con norme antisismiche.
Ci sono ancora pochi giorni per mettere a punto il decreto, ma parliamoci chiaro: se rimanesse così sarebbe una tragedia, sia per i terremotati che per coloro che, dopo aver fatte tante promesse, tradirebbe nei fatti il popolo abruzzese.
I soldi occorre trovarli e subito, altro che giocare a Bingo per 24 anni.
Le case prefabbricate devono essere pronte entro settembre tutte ( e non a dicembre come ora Berlusconi comincia già a dire, dopo aver parlato del 10 settembre fino a due giorni fa).
E i 150mila euro devono essere a carico dello Stato e cash.
Le promesse si mantengono, non si prendono per il culo le vittime di una tragedia. Altrimenti si stava zitti prima.
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