PRESCRIZIONE, E’ CORSA A SALVARE BERLUSCONI DAL PROCESSO DI NAPOLI
NCD PREME PER EVITARE IL PROCEDIMENTO SULLA COMPRAVENDITA DEI SENATORI
Il governo Renzi ha appena approvato la riforma della giustizia penale — in realtà un insieme di deleghe che richiedono diversi passaggi prima di diventare legge dello Stato — ma già scoppia la prima grana.
Non a caso, sul tema caldo della prescrizione.
Il testo approvato allunga i tempi di “scadenza” dei reati, pur con un farraginoso meccanismo a singhiozzo, ma con una clausola che potrebbe far comodo anche a molti politici sotto processo: le nuove norme riguarderanno solo i processi già conclusi in primo grado il giorno (al momento indeterminato) dell’entrata in vigore della legge.
Ma l’Ncd, a quanto racconta il Messaggero, non è soddisfatto e preme per mettere in sicurezza il processo per corruzione in corso a Napoli a carico di Silvio Berlusconi sulla compravendita di senatori.
Che con le norme attuali è destinato a morire nell’autunno del 2015, e non c’è speranza che per quella data arrivi una sentenza di Cassazione, ma con quelle nuove, in caso di condanna in primo grado, potrebbe resuscitare.
Così gli alfaniani punterebbero a cambiare la norma transitoria in modo che le nuove regole valgano solo per i reati commessi dopo l’entratata in vigore della legge.
“RIFORMA DELLA GIUSTIZIA”. MA I TESTI NON CI SONO.
Oltre al congelamento della prescrizione per due anni in caso di condanna di primo grado, i testi approvati dal cdm del 29 agosto prevedono lo stop ai ricorsi in Cassazione se un imputato ha avuto sentenze “conformi” in primo grado e in appello, sia in caso di doppia condanna sia di doppia assoluzione; limiti all’utilizzo e alla pubblicazioni delle intercettazioni telefoniche, con tutele ulteriori per chi è stato ascoltato senza essere indagato.
Almeno secondo le bozze diffuse dalle agenzia di stampa Public policy, dato che al termine del cdm sulla riforma della giustizia e sullo “sblocca Italia” il governo, di nuovo, non ha diffuso i testi approvati.
In più, sul fronte caldo della giustizia penale si tratta comunque di ddl delega, che il Parlamento dovrà approvare, dando appunto al governo la delega di legiferare in materia con un decreto legislativo.
Solo a quel punto i provvedimenti entreranno in vigore.
Di conseguenza i testi potrebbero cambiare, anche perchè, scrive Public policy, nei testi approvati dal consiglio dei ministri è apposta la clausola “salvo intese”. Significativo il commento di del consigliere politico di Forza Italia Giovanni Toti: “Nella riforma della giustizia ci sono alcuni passi nel senso giusto, ma molto timidi, come la responsabilità civile dei magistrati; altre cose che vanno nella direzione opposta come il blocco della prescrizione, il ritorno al falso in bilancio e l’autoriciclaggio che non sono utili alla giustizia”.
Sul fronte della prescrizione — oggetto di scontro perenne tra centrodestra e centrosinistra – le bozze confermano le alchimie emerse nelle ultime settimane.
Dal deposito della sentenza di primo grado, in caso di condanna, si prevede la sospensione del corso della prescrizione e la necessità di arrivare all’appello entro due anni, si legge all’articolo 3 della bozza di ddl sulla riforma del codice penale.
La bozza prevede che il tempo ricomincerà a correre, recuperando anche la sospensione, nel caso in cui la sentenza di appello sia di assoluzione.
Le nuove regole varranno soltanto per le sentenze di primo grado emesse dopo l’entrata in vigore della legge (ma su questo è già scontro).
Inoltre, viene prevista una sospensione di un anno dopo la sentenza di appello in attesa del giudizio di Cassazione.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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