QUANDO SALVINI ERA A FAVORE DELLE DROGHE LEGGERE
NEL 1998 SI DICHIARAVA A FAVORE DELLA LORO LIBERALIZZAZIONE… E IN CONSIGLIO COMUNALE A MILANO INTERVENNE PER GLORIFICARE IL CENTRO SOCIALE LEONCAVALLO
Dopo aver fiutato il vento elettorale, Salvini ha deciso di iniziare la solita inutile battaglia: quella contro i negozi che vendono la cannabis light.
Inutile perchè danneggia imprenditori onesti (che magari hanno hanno pure un fido bancario sul groppone) e perchè la cannabis light è legale.
Il ministro dell’Interno però sa che la battaglia contro “la droga” paga sempre. Soprattutto perchè quella contro i negozi di cannabis legale è facile, veloce, di sicuro impatto.
In base alla legge 242 del 2016 è legale coltivarla e — secondo la IV sezione della Corte di Cassazione — è lecito pure venderla.
Salvini poi è passato all’attacco con la tipica tattica di confondere i piani del discorso. Il bersaglio è il senatore M5S Matteo Mantero che ha presentato un Ddl per la liberalizzazione della marijuana.
Un conto è la normativa che regola la produzione e la vendita di Cannabis Light un contro invece è la proposta di legge di liberalizzazione sulle droghe leggere.
Light e leggere in questo caso non hanno il medesimo significato.
Il ministro però sa che su certi argomenti fare di tutta l’erba un fascio e alzare il classico polverone della disinformazione aiuta a volare nei sondaggi.
In fondo chi è che non è contro “la droga”? E poco importa se alla fine le colossali operazioni salviniane come quella dei controlli a tappeto nelle scuole sono stati un fallimento clamoroso (e costoso).
Nel lontano 1998 il giovane esponente della Lega Nord Matteo Salvini disse durante un’intervista al Sole delle Alpi: «Noi ci rapportiamo alle tematiche classiche della sinistra, dalla forte presenza statale alla liberalizzazione delle droghe leggere».
Ancora qualche anno fa (nel 2014) Salvini ormai già leader della Lega se ne uscì con un interlocutorio «parliamone» che in studio a Omnibus era stato interpretato come un’apertura alla liberalizzazione delle droghe leggere.
E non è certo l’unica cosa su cui Salvini ha cambiato idea da quando era giovane. Ieri sera a Otto e Mezzo (ma l’aveva ripetuto già in altre occasioni) Salvini ha detto che i centri sociali sono un pericoloso covo di violenti e che andrebbero rasi al suolo come i campi Rom.
Nel 1994 però, si legge nel libro “Il Militante” di Alessandro Madron e Alessandro Franzi, quando Salvini fece il suo primo intervento in consiglio comunale a Milano lo fece per difendere il Leoncavallo: «i centri sociali ci si trova per discutere, confrontarsi, bere una birra e divertirsi i violenti sono pochi, i più non prenderebbero mai in mano un sasso o una spranga».
Come si cambia quando si sa qual è il tuo elettorato e sai sceglierti il “nemico” giusto.
(da “NextQuotidiano”)
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