RAI, LA PEGGIORE LOTTIZZAZIONE E’ SERVITA: 3 AL PD, 2 A FORZA ITALIA, 1 A NCD, 1 A M5S
SIDDI, BORIONI E GUELFI PER IL PD, DIACONALE E MAZZUCCA PER FORZA ITALIA, MESSA PER NCD, FRECCERO PER M5S E SEL… SEI SU SETTE LA TV L’HANNO VISTA FINO AD OGGI DAL DIVANO DI CASA
“Fuori i partiti dalla Rai”, diceva Matteo Renzi solo a marzo 2015.
Neanche sei mesi dopo, alla prova dei fatti, il nuovo consiglio d’amministrazione dell’azienda viene eletto dopo le spartizioni e le trattative dei partiti.
Dallo spin doctor all’ufficio stampa, dall’ex deputato all’ex commissario straordinario del Gran Sasso: i nomi sono vecchie conoscenze della politica.
A sorpresa con i voti dei 5 Stelle e di Sel entra l’ex direttore di Rai2 e Rai4 Carlo Freccero.
Il Partito democratico boccia invece l’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli: prende solo due voti dalla minoranza, ma non ottiene il sostegno dei renziani. Domani sarà la volta della nomina del direttore generale e del presidente.
Nel primo caso Renzi avrebbe già pensato al fondatore di Mtv Antonio Campo Dall’Orto.
Voluti dal Pd ci sono: Guelfo Guelfi, spin doctor della campagna comunicativa di Renzi e direttore della società di comunicazione della Provincia di Firenze (Florence Multimedia); Rita Borioni, storica dell’arte, assistente parlamentare ed ex autrice del canale vicino a Massimo D’Alema Red Tv; l’ex segretario Fnsi Franco Siddi. Sponsorizzati da Forza Italia entrano: il direttore dell’Opinione, l’editorialista de il Giornale ed ex commissario straordinario del Gran Sasso Arturo Diaconale e l’ex deputato di Forza Italia e direttore de il Giorno Giancarlo Mazzuca.
Per Ncd ce la fa l’ex capoufficio stampa Udc e fondatore della rivista “Formiche” Paolo Messa.
Infine con i voti di Sel e M5S arriva l’ex direttore di Rai2 e Rai4 Carlo Freccero.
“La spartizione è servita”, ha commentato in una nota l’Esecutivo dell’Usigrai. “Come nelle peggiori tradizioni della partitocrazia, in pieno agosto ci si è affrettati a spartirsi le poltrone della Rai. Non è una questione di nomi, di questo o quel consigliere. È una questione di metodo. Utilizzato anche da chi aveva promesso di rottamare il passato. Il cda Rai è stato nominato con il bilancino dei partiti, senza alcun tipo di discussione sul mandato del nuovo vertice, nè sul finanziamento. E tutto questo è ancora più grave visto alla vigilia del rinnovo della Concessione di Servizio Pubblico. Ancora una volta i partiti hanno affermato che la Rai è proprietà loro. I cittadini possono aspettare. Per loro e per la Rai non è la volta buona”.
Eppure sulla riforma della Rai Renzi aveva sempre puntato la maggior parte della sua campagna per la “rottamazione” della vecchia Italia.
Alla fine, i suoi propositi restano non realizzati.
Innanzitutto aveva detto che il nuovo cda sarebbe stato eletto con la nuova legge e invece, a causa dei tempi sempre più lunghi, ha scelto di eleggerlo con la vecchia legge Gasparri. Infine i nomi.
Dei nuovi ingressi solo due hanno esperienza diretta di televisione: il neo consigliere Carlo Freccero e l’ormai probabile, salvo sorprese, neo direttore generale Antonio Campo Dall’Orto
“Il governo farà i suoi due nomi”, aveva detto Renzi in mattinata dal suo viaggio in Giappone. “Saranno professionisti di alto profilo”. E su Dall’Orto aveva commentato: “E’ uno stimatissimo professionista, tra i più interessanti innovatori della Tv italiana, un nome di altissimo valore che corrisponde ai criteri di qualità , autorevolezza e capacità ”.
In commissione di Vigilanza hanno fatto il loro ingresso i senatori Luigi D’Ambrosio Lettieri (Conservatori, Riformisti italiani) e Mario Ferrara (Gal), nominati dal presidente del Senato, Pietro Grasso.
D’Ambrosio Lettieri è già deputato e presidente dell’Ordine dei farmacisti di Bari e già dichiarato incompatibile per il doppio incarico da Raffaele Cantone (ma salvato dalla giunta in Senato).
I due subentrano ai dimissionari Paolo Romani (Fi) e Gianni Girotto (M5S), che lasciano la commissione per il previsto riequilibrio della rappresentanza dopo la costituzione di nuovi gruppi parlamentari.
(da “il Fatto Quotidiano”)
Leave a Reply