REGIONALI CALABRIA, LA PRIMA MOSSA DI CALLIPO: “GLI IMPRESENTABILI FUORI DALLE LISTE”
HA CONTROLLATO PERSONALMENTE TUTTI I NOMI DEI CANDIDATI ALLA REGIONE E NE HA ELIMINATI SEI: “NIENTE SIGNORI DELLE TESSERE E DELLE CLIENTELE, NO A CHI HA GUAI GIUDIZIARI”
Se laboriosa e travagliata è stata l’individuazione del candidato governatore, anche per le liste di centrodestra e centrosinistra alle regionali la quadra arriva al fotofinish.
Il termine massimo per la presentazione è fissato per oggi a mezzogiorno, ma solo il M5s e l’indipendente ex responsabile della Protezione Civile Carlo Tansi hanno presentato con largo anticipo le liste alla Corte d’appello di Catanzaro.
Nei due schieramenti principali invece fino all’ultimo si è lavorato di lima sui nomi.
Le riconciliazioni in extremis con i Mario “ribelli”, il governatore dem uscente Oliverio da una parte e il sindaco di Cosenza Occhiuto dall’altra, scartati come candidati alla presidenza della Regione e fino all’ultimo tentati da una corsa in autonomia, hanno fatto tirare un sospiro di sollievo a Pd e Forza Italia, che temevano un’emorragia di voti. Ma non sono stati per nulla indolori per gli equilibri generali.
Ad agitare le acque nel centrosinistra, l’aut aut del candidato governatore Pippo Callipo che ha preteso l’ultima parola sui nomi di tutti gli aspiranti consiglieri, imponendo un identikit preciso: niente signori di tessere e clientele, nessuno anche solo sfiorato da guai giudiziari. “Altrimenti potete trovarvi un altro candidato governatore” è stata la minaccia, per nulla campata in aria, che l’imprenditore ha fatto arrivare al Pd sotto Natale.
Risultato? Più di una testa è caduta, soprattutto fra i fedelissimi di Oliverio, con gran soddisfazione – suggeriscono fonti interne al Pd – di chi da tempo al Nazareno lavora per liberarsi di ingombranti compagni di strada in Calabria.
A fare le spese della “linea Callipo” sono stati l’ex consigliere regionale Orlandino Greco (Idm), sulla cui testa pende una richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa, l’ex vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco D’Agostino, assolto dalle accuse di mafia nel processo “Alchemia”, ma ugualmente considerato “scivoloso” e l’ex assessore regionale Nino De Gaetano, travolto dalla Rimborsopoli calabrese, ma il cui nome era anche saltato fuori in alcune inchieste sui clan del reggino.
Meno semplice per il Pd è stato gestire i “no” di Callipo all’ex deputato dem Bruno Censore e agli ex consiglieri regionali, Giuseppe Giordano (Pd) e Flora Sculco (eletta con una civica).
Più silenziose, ma non meno complesse le trattative all’interno del centrodestra, dove all’ultimo minuto è toccato trovare spazio anche a chi pensava di correre a sostegno del solo Mario Occhiuto.
Complice anche il pubblico appello di Silvio Berlusconi, il sindaco di Cosenza ha siglato a malincuore la resa “perchè non ci sono le condizioni per portare avanti da soli il nostro progetto”. In cambio ha chiesto spazio per i suoi e presentato alla candidata governatrice Iole Santelli la lista della spesa: “accelerazione dei cantieri con opere in corso a Cosenza e l’avvio delle procedure per il nuovo Ospedale”.
Nel ritorno a casa però Occhiuto ha perso pezzi, come il movimento dell’ex governatore Giuseppe Nisticò, che ha annunciato il proprio appoggio a Callipo.
In compenso, già da tempo però il centrodestra ha adottato diversi transfughi in arrivo dal Pd o formazioni limitrofe, come i consiglieri regionali Giuseppe Neri e Vincenzo Pasqua, il consigliere metropolitano di Reggio Calabria Demetrio Marino e l’ex presidente della provincia di Vibo Valentia Francesco De Nisi.
(da agenzie)
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