RENZI PROVA A CANTARE BATTISTI A SILVIO: “VOGLIO ANNA…”
AL PREMIER NON RESTA CHE LA CARTA FINOCCHIARO, SPERANDO CHE IL MARITO NON VENGA CONDANNATO…E A BERLUSCONI PUO’ ANCHE ANDARE BENE COSI’
È con l’idea di “sondare” veramente il nome di Anna Finocchiaro per il Quirinale che Matteo Renzi accoglierà a palazzo Chigi Silvio Berlusconi a ora di pranzo.
È l’Incontro. Da cui il Cavaliere si aspetta di uscire con un “nome”.
Perchè è questa la richiesta fatta arrivare al premier nel giorno della giostra delle consultazioni: “Voglio un nome per poterci riflettere una nottata”.
È un grande patto a due lo schema del Cavaliere.
Nel senso che, quando entrano al Nazareno, i capigruppo e i vice di Forza Italia, si dicono d’accordo ad eleggere un nome alla quarta, dopo tre giri di schede bianche.
Ma è chiaro che l’ex premier non vuole un prendere o lasciare all’ultimo momento. Alla sua delegazione, prima dell’incontro al Nazareno, spiega: “O Renzi ci dà uno dei nomi a noi graditi oppure il nome deve passare come condiviso”.
Significa: o Renzi ci dà Amato oppure, se ci propone uno del Pd, io-Silvio devo essere messo nelle condizioni di dire che il nome è condiviso e scelto anche da me, deve apparire che io-Silvio sono compartecipe della scelta.
Ecco perchè, nel corso dell’incontro, Giovanni Toti e Paolo Romani fanno capire che Forza Italia non voterà una “mezza figura”, un Avatar, e che deve essere un profilo autorevole che abbia le caratteristiche di un arbitro.
E che avrebbero delle difficoltà a votare un esponente del governo, anche se la richiesta — alle orecchie di Renzi — non è apparsa come un veto insormontabile.
Ed è proprio perchè il Nazareno è uscito rafforzato dall’incontro che il premier ha rassicurato: “Io il capo dello Stato lo voglio fare con voi, come ho fatto con voi le riforme. Io non metterò diktat, voi non mettete veti. E il primo veto che non posso accettare è che non deve essere uno del Pd”.
Eccola, la tentazione Anna, che pochi fidati del premier lasciano trapelare.
Accanto a quella che suona come la rosa ufficiale di giornata.
I cui petali però rischiano di essere un po’ appassiti.
Con Mattarella, su cui il veto pesa il no di Berlusconi: “Quello — ripete — diventerebbe il nuovo Scalfaro”.
Con Piero Fassino, che risulta avere problemi nella minoranza Pd.
Sergio Chiamparino, che al momento non scalda il cuore di Berlusconi, soprattutto perchè non lo conosce approfonditamente, tanto che ha chiesto ai suoi una cartella di informazioni.
E soprattutto col “caso Amato”. Ancora oggi, il Cavaliere ha tenuto il punto ma ormai è diventato senso comune che Renzi, per dirla con i suoi, “non la regge a livello di popolarità e di opinione pubblica”.
Proprio al termine della girandola di incontri, Anna sembra il petalo più fresco.
Fonti autorevoli che hanno una consuetudine col premier spiegano che garantisce ragionamento politico e trovata ad effetto.
Perchè è donna, e quindi è una novità . Non sarebbe la prima volta che Matteo, proprio per uscire dall’impasse si affida al “fattore d”, dalla Mogherini alla Quartapelle.
E soprattutto, politicamente, è in grado di intercettare i voti della minoranza.
Magari non tutti, ma certamente crea un problema politico a sinistra, dove al momento — secondo i calcoli di Lotti e Verdini — su un Avatar si rischiano dai 140 franchi tiratori in su.
Anche perchè, sempre secondo gli sherpa dei numeri, la Finocchiaro può perdere un po’ di voti alla sinistra del Pd, soprattutto al Senato, ma fuori dal Pd, ad esempio in Sel, riesce a intercettare consensi.
Autorevole: ci siamo. Sensibilità istituzionale: pure. Affidabilità per Renzi: anche. Nella palude di palazzo Madama — ad agosto sull’abolizione del Senato e adesso sull’Italicum — è stata la vera artefice della guerra lampo renziana, dando alla Boschi un grande supporto di esperienza politica e parlamentare.
Tra Amato è l’Avatar potrebbe essere la carta per uscire dallo stallo sui nomi. Almeno Renzi la “sonderà ” seriamente.
È chiaro che la trattativa con Berlusconi non è solo politica.
Tra dieci giorni il tribunale di sorveglianza si pronuncerà sulla richiesta di fine anticipata dei servizi sociali e i pm hanno già chiesto di respingerla. Mossa attesa a palazzo Grazioli.
Meno scontato è quel che diranno i giudici tra una decina di giorni. Berlusconi si è morso la lingua su Napolitano per evitare scherzi sulla fine dei servizi sociali.
È chiaro che da padre della patria e grande elettore del nuovo presidente si aspetta che cambi il clima.
E arrivi qualche segnale di pacificazione.
(da “Huffingtonpost”)
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