RENZI SI ATTACCA AL CANGURO: NON SI PUO’ USARE, MA “GRASSO PUO’ FARE QUELLO CHE VUOLE”
RIPRESI I LAVORI IN SENATO CON UNA DURA ACCURA DELL’EX MAGISTRATO CASSON: “VIOLATA LA CERTEZZA DEL DIRITTO”… L’OSTRUZIONISMO CONTRO LA LEGGE TRUFFA CONTINUA
A colpi di maggioranza, non certo in termini giuridici, con 10 voti favorevoli e 4 contrari, la giunta per il regolamento del Senato ha stabilito che è legittimo l’utilizzo del “canguro”, la tecnica di accorpamento delle votazioni che ieri ha permesso di far decadere 1400 emendamenti alle riforme.
A votare contro la decisione sono stati Sel, M5S e Lega.
Grasso ha giustificato il golpe dicendo che c’è «una prassi consolidata» inaugurata per la prima volta il 17 luglio 1996 da parte del Presidente Nicola Mancino «in analogia all’articolo 85 del Regolamento della Camera». Ma dopo quella prima applicazione in analogia al Regolamento della Camera, la prassi adottata dal Senato ha creato una prassi regolamentare interna al Senato, per cui oggi il Riferimento alle norme interne a Montecitorio «non ha più consistenza».
Quindi in base non a una norma (che avrebbe bloccato i golpisti) ma a una mesteriosa “prassi interna al Senato” una norma scritta non avrebbe più valore.
Tesi oroginale per un ex magistrato, ma ormai siamo abituati a tutto…
E’ immediatamente ripreso l’ostruzionismo in Senato sulle riforme.
Ha subito preso la parola l’ex magistrato Felice Casson (Pd) che ha contestato il responso della Giunta per il regolamento.
“Prendo atto della decisione della Giunta — ha affermato — Si tratta di ragionare di certezza del diritto: questa decisione vuol dire che la Presidenza può fare quel che vuole”.
Analogo il ragionamento di Sergio Divina (Lega), che ha messo in dubbio la decisione della Giunta.
Il capogruppo di M5s Vito Petrocelli, ha parlato di un “parere assurdo” della Giunta, che contiene “un vizio”
E’quindi iniziato in Senato l’esame e il voto degli emendamenti al ddl sulle riforme, dopo oltre un’ora di dibattito sulle decisioni della Giunta per il Regolamento sulla regola del “canguro”.
E la medesima regola verrà subito applicata sull’emendamento di Sel in discussione, che se bocciato farà saltare 38 emendamenti.
Niente a che vedere con i 1400 saltati ieri. ”Questo è un cangurino”, ha detto quasi a giustificarsi il presidente del Senato, Pietro Grasso.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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