RENZI VISITA SCUOLA INTITOLATA A VITTIMA DI MAFIA, MA LA SORELLA RESTA FUORI E SCOPPIA IN LACRIME
GIOVANNA RAITI, SORELLA DEL CARABINIERE VITTIMA DI “COSA NOSTRA”, PRIMA INVITATA, POI LA SERA PRECEDENTE ESCLUSA DAL “CERIMONIALE” DI RENZI: “LA SCUOLA PORTA IL MIO COGNOME, SONO STATA TENTATA DAL PRESENTARMI PER VEDERE CHI AVREBBE AVUTO IL CORAGGIO DI CACCIARMI”
Visita la scuola intitolata ad una vittima di Cosa Nostra, ma ai familiari è vietato l’ingresso nell’istituto.
È successo a Matteo Renzi che arrivato a Siracusa, è andato in visita nella scuola intitolata a Salvatore Raiti, il carabiniere diciannovenne assassinato dalla mafia a Palermo il 16 giugno del 1982, in quella che è passata alla storia come la strage della circonvallazione.
La debacle di Matteo Renzi è forse imputabile soprattutto al cerimoniale che ha organizzato la visita del premier nella città aretusea.
Tra i cori personalizzati dei bambini e le coreografie dedicate al presidente del Consiglio, che hanno creato un’atmosfera simile a quella raccontata dai cinegiornali del passato durante il ventennio, sarebbe dovuta intervenire anche Giovanna Raiti, sorella del carabiniere assassinato da Cosa Nostra e madrina della scuola.
“L’altro ieri — racconta con la voce rotta dalle lacrime — ho ricevuto un invito da parte della scuola per prendere parte come madrina all’incontro che la scuola avrebbe avuto con il Presidente. I pochi che mi conoscono sanno che a me certe cose provocano imbarazzo, ed infatti ho mostrato la mia perplessità alla mia interlocutrice, ma vista l’insistenza dell’insegnante, che parlava a nome della dirigente scolastica ho deciso di accettare l’invito, dato che anche mio padre insisteva perchè andassi”.
L’istituto scolastico però non aveva fatto i conti con il rigido cerimoniale previsto per la visita di Renzi.
“Ieri in tarda serata, infatti, mi arriva un messaggio sul cellulare in cui mi comunicano che il cerimoniale del Presidente non ha dato la possibilità di inserire la presenza di persone esterne alla scuola”.
Una vera e propria beffa, dato che la presenza esterna all’istituto vietata dal cerimoniale di Renzi non era altro che la sorella del carabiniere assassinato da Cosa Nostra a cui la stessa scuola è stata intitolata.
“Stamattina — continua Raiti — ero davvero tentata di presentarmi alla scuola che porta il mio cognome e poi avrei voluto vedere chi e con quale autorità avrebbe potuto cacciarmi via. Ho anche mentito a mio padre, non raccontando che non ci avevano voluto nell’istituto intitolato a mio fratello. È proprio questo che mi fa rabbia. Negli anni ho tagliato i rapporti con alcuni politici che utilizzavano il nome di mio fratello per fare campagna elettorale e adesso osservo Renzi che sfila in pompa magna senza nemmeno un minimo pensiero per chi ha dato la vita in nome di questo Paese”.
Giuseppe Pipitone
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