RIFORMA GIUSTIZIA: TRA GOVERNO E FORZA ITALIA POSIZIONI ANCORA DISTANTI
E I CINQUESTELLE DISERTANO DOPO PRESSIONI DI CASALEGGIO
Se esiste un accordo sulla giustizia tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, non è stato siglato di certo negli uffici di via Arenula.
Quando sale le scale che portano all’ufficio del ministro, la delegazione di Forza Italia, convocata per un confronto sulla riforma del comparto che arriverà in Consiglio dei ministri il 29 agosto, è ridotta all’osso.
È il solo Giacomo Caliendo a sedersi di fronte ad Andrea Orlando. Il senatore doveva essere accompagnato dal collega deputato Giacomo Chiarelli, che però, spiegano, “non ha letto la email”.
Sbadataggine, più che sgarbo istituzionale, si sottolinea da via Arenula: “Cose che, soprattutto ad agosto, possono capitare”.
Così, nonostante entrambe le parti sottolineino un clima cordiale, al limite del conviviale, le parti rimangono distanti.
Il ministro ha ribadito i punti cardine del proprio decreto, Caliendo gli ha fatto eco sottolineando le principali perplessità del partito di Silvio Berlusconi.
No ad una riscrittura delle norme del falso in bilancio, un quadro di pene pecuniarie più punitive nell’ambito della responsabilità civile dei magistrati, forti perplessità sul divorzio brevissimo, contrarietà al rinvio del capitolo dedicato alle intercettazioni.
Già , perchè quest’ultimo è stato estromesso dalla bozza che avrà il via libera la prossima settimana, per consentire un dibattito ampio e approfondito con gli operatori del mondo dell’informazione.
Suscitando il forte disappunto del senatore forzista, che, intercettato dai cronisti, ha calcato la mano proprio su questo punto: “Al ministro Orlando ho rappresentato alcune questioni, in particolare la delusione per il rinvio della parte della riforma sulle intercettazioni”.
Un’intesa di massima è arrivata sul rinvio della riforma del Consiglio superiore della magistratura, in attesa che sia completato il plenum dell’organo di autogoverno dei giudici, ancora in attesa dell’elezione dei membri di nomina parlamentare.
Lo staff del ministro esprime comunque soddisfazione per il metodo con il quale si sta costruendo la riforma: “È un passo avanti per tutti discutere al netto di qualunque contrapposizione pregiudiziale”.
E ci si rammarica del no al dialogo arrivato dal Movimento 5 stelle: “Avevamo accolto con favore alcune loro posizioni sulla criminalità economica”.
In dettaglio, ha spiegato il sottosegretario Cosimo Ferri, “nel provvedimento il governo vuole introdurre sia l’autoriciclaggio che il falso in bilancio, rivedendolo e mantenendo però delle soglie minime di punibilità per distinguere la grande impresa dal piccolo imprenditore”.
“Stiamo valutando con il presidente del Consiglio dei ministri – ha proseguito Ferri – se portare il 29 agosto il disegno di legge che prevede questo provvedimento contro la criminalità economica, che comprende autoriciclaggio, falso in bilancio, e prevenzione per quanto riguarda la confisca dei patrimoni della mafia”.
Di questo e degli altri temi i 5 stelle non hanno potuto discutere con il Guardasigilli, anche per la contrarietà dello staff della Casaleggio e associati, che ieri ha sconsigliato alcuni tra i favorevoli a sedersi al tavolo di accettare l’invito.
Una girandola di telefonate confermata da Maurizio Buccarella al Velino: “È vero, c’è stata una consultazione ieri fra di noi parlamentari e lo staff, che ha caldeggiato questa soluzione perchè c’era anche chi era disponibile ad andare. Ma, a mio avviso, oggettivamente le condizioni per un incontro non c’erano: sarebbe stata una farsa, una inutile passeggiata al ministero”
(da “Huffintonpost”)
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