RIVOLUZIONARIO DA STRAPAZZO: PUIGDEMONT SCAPPA IN BELGIO PER CHIEDERE ASILO POLITICO
CI FOSSE MAI UN MARTIRE CHE AFFRONTI IL CARCERE… MADRID COMMENTA: “L’IMPORTANTE E’ CHE STIA LONTANO DALLA GENERALITAT”
L’ex presidente della Generalitat della Catalogna Carles Puigdemont e cinque suoi consiglieri intendono chiedere l’asilo politico al Belgio. Lo sostiene la tv spagnola La Sexta nel suo ultimo telegiornale.
Puigdemont si trova a Bruxelles per incontri con i nazionalisti fiamminghi.
Lo scrive El Periodico online. Ieri il segretario di Stato belga all’immigrazione Theo Francken aveva ipotizzato un asilo politico per Puigdemont.
Il partito di Francken, l’N-VA, fa parte della coalizione di governo, e il premier Charles Michel in serata è dovuto intervenire per escludere l’ipotesi dopo la reazione irritata di Madrid.
Il governo Rajoy ha fatto sapere di “non essere preoccupato” per il viaggio di Puigdemont in Belgio.
Secondo quanto riferito a La Vanguardia da fonti del ministero dell’Interno spagnolo, quello che oggi contava davvero è che non si presentasse al Palau de la Generalitat.
La trasferta a Bruxelles, dunque, sembrerebbe fare il gioco di entrambe le parti.
Da un lato di Madrid, che temeva scenate all’esterno del Parlamento catalano; dall’altro di Puigdemont, per il quale il procuratore generale dello Stato spagnolo, Juan Manuel Maza, ha chiesto l’incriminazione per “ribellione” e “sedizione”, così come per tutti i suoi ministri.
Maza ha spiegato che, dopo la rimozione del presidente catalano dal suo incarico e la dissoluzione del Parlamento regionale, Puigdemont e gli altri membri del governo non possono essere indagati dalla Corte Suprema o dalla Corte di Giustizia di Catalogna.
Almeno per ora il procuratore Maza non ha chiesto l’arresto preventivo di Puigdemont, dei suoi ex ministri e della presidente del Parlament Carme Forcadell. Maza attenderà che gli imputati siano sentiti dal giudice per pronunciarsi su possibili misure cautelari.
Il delitto di ribellione, previsto dagli articoli 472 e seguenti del Codice penale spagnolo, prevede pene fra i 15 e i 25 anni di reclusione per coloro che “incoraggiando i ribelli, abbiano promosso o sostenuto la ribellione” e per “i capi principali di questa”.
Coloro che esercitano un ruolo ‘subalterno’ rischiano fra i 10 e i 15 anni di carcere e per i meri partecipanti sono previste condanne fra i 5 e i dieci anni di detenzione.
La pena più alta, 30 anni di carcere, si può comminare ai capi di una insurrezione armata che abbia provocato devastazioni o violenza. Il delitto di ribellione è previsto per quelli che si sollevano in modo “pubblico e violento” perseguendo una serie di obiettivi come la violazione, la sospensione o la modifica della Costituzione o la dichiarazione di indipendenza di una parte del territorio nazionale. Fu il reato per il quale furono puniti gli autori del colpo di Stato del 1981.
Il governo spagnolo, intanto, ha dato “qualche ora” agli ex ministri e funzionari della Generalitat catalana per raccogliere i propri effetti personali dagli uffici con l’obiettivo di ripristinare la normalità istituzionale nel più breve tempo possibile “con la massima discrezione” e il principio del “minimo intervento”.
Come ha dichiarato il ministro dell’Interno, Juan Ignacio Zoido, parlando ad Antena3, “in nessun momento” l’esecutivo ha previsto l’eliminazione dei Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, accusata di essersi schierata con i manifestanti separatisti.
(da agenzie)
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