SALVINI E LA MELONI DIFENDONO LA “FAMIGLIA TRADIZIONALE” POI OSANNANO ALICE WEIDEL, LEADER DEI NEONAZISTI TEDESCHI
LESBICA, SPOSATA CON UNA IMMIGRATA CINGALESE CON CUI HA ADOTTATO DUE BAMBINI, UNA CARRIERA NELLA GOLDMAN SACHS… IL PARTITO E’ CONTRO L’OMOSESSUALITA’ NELLE SCUOLE TEDESCHE, TANTO LEI VIVE IN SVIZZERA DOVE HA FATTO LAVORARE IN NERO UNA RICHIEDENTE ASILO SIRIANA : UNA CAMPIONESSA DI COERENZA
Premettiamo un semplice concetto: l’unica cosa “normale” che riconosciamo ad Alice Weidel, leader del partito razzista Afd, è il fatto che sia lesbica, che viva con una compagna e che abbia adottato due bambini.
Chi ci segue sa che non useremmo mai le “differenze di genere” per crocifiggere una persona, uomo o donna che sia, a differenza di quella fogna omofoba e razzista che in Italia in queste ore sbrodola per il modesto risultato (12,6%) raggiunto da Afd in Germania e per la sua leader.
Modesto non lo diciamo solo noi, lo dice anche l’ex presidente Frauke Petry sostenendo che, se avesse emarginato i neonazisti, il partito avrebbe potuto raccogliere il 20% evitando di spaventare l’elettorato.
Ma in Italia è normale che un partito che non ha mai superato il 14% consideri una vittoria arrivare al 12,6%: è la tipica reazione degli scopiazzatori sfigati, incapaci di elaborare idee proprie, nulla di che.
Ma è divertente capire come i cultori della “famiglia tradizionale” (rappresentata da un padagno che ha avuto un figlio dalla prima moglie, uno dalla seconda compagna e ora sta con una terza), i difensori dei valori dalla “contaminazione gender” che si sono inventati, i fustigatori della degenerazione omosessuale, i combattenti contro i poteri forti, si trovino costretti a incensare una “campionessa di coerenza” come Alice Weidel, leader di Afd.
Ma vediamo meglio chi è il nuovo mito dei sovranisti italiani.
Lesbica, unita civilmente con una immigrata di origini cingalesi, ora cittadina svizzera, con cui ha adottato due bambini, è leader in un partito contrario alle adozioni da parte delle coppie omosessuali.
La biografia privata di Alice Weidel racconta perfettamente delle contraddizioni e le ipocrisie interne dei movimenti xenofobi europei. La stessa Weidel ha sempre cercato, se non di nascondere, di tenere ben lontana la sua vita privata dai riflettori della politica.
Probabilmente, se avesse potuto, Weidel avrebbe continuato così.
Studi economici alle spalle, una carriera tra Allianz e Goldman Sachs, Weidel ha vissuto anche molti anni in Cina, al servizio della finanza internazionale e di quei “poteri forti” che Afd ora (in teoria) dice di voler combattere.
Salvo in alcune mail del 2013, riportate da Die Welt, apostrofare i politici al governo come “maiali” e “marionette al servizio delle potenze vincitrici“.
Ma Weidel non si fa mancare nulla: secondo il settimanale Die Zeit avrebbe fatto lavorare in nero nella sua casa in Svizzera una richiedente asilo siriana, quando il suo partito è fortemente contrario alla politica della Merkel sui migranti.
Una sorta di Giano bifronte, tutto e contrario di tutto.
Il programma elettorale del suo partito lamenta il declino della famiglia tradizionale e attacca da tempo lo spazio che nelle scuole tedesche viene dato all’omosessualità e alle diversità sessuali in genere.
Weidel ha già spiegato che «a scuola i bambini devono studiare tedesco, matematica e scienze. Le tematiche Lgbt e quelle legate alla questione del genere sono adatte invece alle sole mura di casa” (borghesuccia piccola piccola)
Tanto i suoi figli vanno a scuola a Biel, in Svizzera, dove Weidel risiede con la compagna. Non nelle scuole tedesche, sai che gliene frega.
Alla prossima manifestazione per la famiglia tradizionale Salvini e la Meloni sanno chi possono portare in processione.
Risparmiateci almeno l’inchino davanti alla casa di qualche boss.
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