“SAPEVO DELLA MAZZETTA A NICOLA PROCACCINI”: UN IMPRENDITORE ITTICO CONFERMA LE ACCUSE NEI CONFRONTI DELL’EUROPARLAMENTARE FEDELISSIMO DELLA MELONI E DELL’EX VICESINDACO DI TERRACINA, PIERPAOLO MARCUZZI, ANCHE LUI DI FRATELLI D’ITALIA
MONITORATI ANCHE I CONTATTI TRA PROCACCINI E I TITOLARI DI UN CAMPING SEQUESTRATO
«Di quelle mazzette mi parlò un mio cliente abituale. Mi disse che voleva dire tutto a Gianfranco Sciscione ». Un imprenditore ittico di Terracina ha confermato alle guardie costiere di aver raccolto confidenze su delle bustarelle dirette all’eurodeputato Nicola Procaccini, di FdI, uno degli uomini più vicini a Giorgia Meloni, e all’ex vicesindaco di Terracina, Pierpaolo Marcuzzi, anche lui di Fratelli d’Italia.
Alla domanda su chi fosse quel cliente abituale che voleva vuotare il sacco l’imprenditore ha però affermato di non ricordarne il nome, rendendo così pressoché impossibile accertare se siano state versate tangenti per la campagna elettorale. Un muro di omertà quello contro cui si sono scontrati gli inquirenti.
Il caso è spuntato nell’inchiesta “Feronia”, culminata sei mesi fa con l’arresto di Marcuzzi, che si preparava a una candidatura alle regionali. Il 22 luglio 2020 Gianfranco Sciscione, ex presidente del consiglio comunale di Terracina, venne interrogato dalle guardie costiere e riferì delle indiscrezioni raccolte su una presunta bustarella destinata all’attuale eurodeputato di FdI, ora indagato nella maxi inchiesta “Free Beach” con le accuse di turbativa d’asta e induzione indebita a dare o promettere utilità, e su una diretta all’ex vicesindaco, arrestato nuovamente la settimana scorsa ma già rimesso in libertà dal gip.
Dopo che il rappresentante di un comitato civico consegnò agli investigatori la registrazione di una telefonata tra lui e Sciscione, in cui l’allora presidente del consiglio comunale gli riferiva di indiscrezioni raccolte sulle mazzette, le guardie costiere interrogarono lo stesso Sciscione, che confermò. Sostenne di essere stato avvicinato dal titolare di una pescheria, il quale gli avrebbe detto che una persona voleva parlargli di quelle bustarelle, di cui però non aveva prove avendo consegnato denaro contante, non tracciabile.
Disse che, a detta dell’imprenditore ittico, si trattava di «una busta contenente 50mila euro al signor Marcuzzi e un’altra busta contenente 40mila euro che invece aveva consegnato ad una persona ben vestita che avrebbe dovuto farla recapitare al signor Nicola Procaccini». Gli investigatori hanno quindi interrogato anche l’imprenditore ittico, che ha confermato tutto, assicurando che le confidenze gli erano state fatte da un cliente abituale, di cui però non ricordava il nome.
Per quanto riguarda invece i due imprenditori romani alla guida del camping ” Romantico”, sequestrato perché ritenuto completamente abusivo e per i quali molto si era speso Procaccini, come emerso da diverse intercettazioni, gli investigatori hanno ipotizzato che quegli imprenditori finanziassero in parte la campagna elettorale dell’esponente di Fratelli d’Italia. L’ex presidente del consiglio comunale Gianni Percoco, messo ai domiciliari, è stato intercettato mentre diceva: «Siamo andati a pranzo insieme, amm chiamat Nicola e stavano là per il finanziamento a Nicola per le europee, ci abbiamo mangiato insieme» .
Emerge ora che gli investigatori hanno monitorato anche i contatti tra Procaccini e uno degli imprenditori del camping: 11 telefonate in sei mesi.
(da La Repubblica)
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